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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 44.1916

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Galieti, Alberto: Intorno al culto di "Iuno Sispita Mater Regina" in Lanuvium
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https://doi.org/10.11588/diglit.14886#0009
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di « /uno Sispita Maler Regina » in Lanuvium

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L'iconografia della nostra divinità, che nei primi tempi nulla
aveva in comune con V fiera greca e la Imo romana, è ben nota,
oltre da Cicerone (l), da alcune monete e dalla statua marmorea
di Giunone Sispita del museo vaticano, che però non proviene
da Lanuvio. Ne costituisce una caratteristica la pelle di capra
di cui il capo, con le appendici frontali voltate in dietro, le
copre la testa a guisa di casco, mentre la restante pelle, in cui
è avvolta la persona come in una corazza, è raccomandata dagli
arti anteriori, annodati al petto. Inoltre calza le scarpe a doppia
suola, dalla punta ritorta in alto, e con la mano destra scaglia
l'asta, con la sinistra regge lo scudo ovale. Nella statua l'espres-
sione severa della dea è conforme al tipo tradizionale greco. La
testa respira una fierezza energica, il corpo è drappeggiato fino
all'origine del collo nella tunica a maniche corte, sulla quale è
gettato un duplice peplo di cui le pieghe ricordano il torso della
Pallade di Dresda e dell' Hera di Efeso (2).

Mancano i dati per poter asserire che a Lanuvio sia stato
trovato il simulacro di Giunone, quantunque è certo che vi tor-

Marsici.... Lanuvii clipeos, quod haruspicibus tristissimum visum esset,
a muribus esse derosos. Ivi, II, 27 : Ante vero marsicum bellum quod
clipeos Lanuvii, ut a te est dicium, mures rosissent maximum id porten-
lum haruspices esse dixerunt.

Nei dintorni del santuario si rinvengono abbondantementeNjggetti
votivi. Per gli ultimi, trovati nel preparare il piazzale del tram, cfr. A. Ga-
litti, in Notizie degli scavi, 1915, pag. 171.

(') Cic, De nat. deor. I, 29, S2 : « Tarn hercle, qiiarn tibi illam no-
" stram Sospitam quam tu numquam ne in somnis quidem vides, nisi cum
« pelle caprina, cum hasta, cum scululo, cum calceolis repandis. At non
« est talis Argia nec Romana luno. Ergo alia species Junonis Argivis,
"alia Lanuvinis, alia nobis».

(2) Museo Vaticano, Sala rotonda, n. 552. Sembra che provenga dal
Palatino. Cfr. Visconti, Museo Pio-Clemen., II. 21 ; Muller-Wieseler, Denkm.
d. alien Kunst., II, 5, 63a; Baumeister, Denkm. d. kl. Altertums, I,
pag. 764, fìg. 818 ; Overbeck, Kunstmythologie, III, pp. 160-163 (a pag. 101
è citata tutta la bibliografia del soggetto ; Alias. X, 30 ; Helbig, Fuhrer,
V, pag. 200.
 
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