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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 44.1916

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Lanciani, Rodolfo Amedeo: La zona monumentale di Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.14886#0202
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La zona monumentale di Roma

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menti. Ma pur restringendo il nostro pensiero alla parte del
nuovo dilettoso Parco che oggi vien consegnata al Comune, e
che potrebbe denominarsi la zona Àntoniniana, siamo quasi so-
praffatti dal numero e dalla importanza dei monumenti che essa
contiene. La serie interessa tanto il periodo classico, quanto il
medievale. Essa ha principio col sepolcro di remota età, visto
scoprire da Pier Sante Bartoli l'anno 1692 nelle più ime profon-
dità del monte di S. Balbina che a noi sovrasta: prosegue nel-
l'età regia con le mura di Servio Tullio, con la celeberrima
porta Capena, e con la valle di Egeria, testimone dei notturni
convegni di Numa Pompilio con la divina ispiratrice dei suoi
atti di re e di sacerdote: continua nella età repubblicana col
tempio dell'Onore e della Virtù, adornato da Marco Claudio Mar-
cello, nell'anno 545, con le spoglie di Siracusa, le quali diedero
motivo ai Romani di ammirare per la prima volta le opere dei
greci artefici : con gli aquedotti di Àppio Claudio Cieco e di
Q. Marcio Re. il corso dei quali può ancora riconoscersi nella
traversata di questa valle: ma soprattutto con la via Appia
uscente dalla porta Capena, i cui margini dovevano ben tosto
illustrarsi coi sepolcri e con gli ipogei degli Scipioni, dei Cala-
tini, dei Servilii e di Orazia.

Nella divisione della città in XIV regioni o quartieri, fatta
da Augusto fra gli anni 10-4 a. C, fu presa per base la pre-
detta via Appia, con le mura dei re. La I e la II regione vennero
a trovarsi fuori del recinto, e a sinistra di chi usciva dalla
porta; la XII, che è quella ove maggiormente si svolge il nuovo
parco, fu anch'essa estramuranea, ma a destra dell'Appia.

In questa parte estrema meridionale della città, nello spazio
che divide le predette mura dei re da quelle di Aureliano, si
estendeva una vasta necropoli, che finora ha restituito alla luce
oltre a 3000 epitaffi, fra i quali primeggiano quelli del gruppo
di San Cesareo, scoperto nel 1732. e quelli del gruppo delle vigne
Sassi-Codini, dal quale provengono sino ad oggi 1559 memorie
 
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