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Körte, Gustav [Hrsg.]; Brunn, Heinrich von [Hrsg.]; Körte, Gustav [Hrsg.]
I rilievi delle urne etrusche (Band 2,2) — Berlin, 1896

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https://doi.org/10.11588/diglit.4978#0016
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-( 154 )—

Parlili i cacciatori, dopo un cantico del coro composto di donne
Calidonie, un servo (ìlyyeXoq) descrive a lungo le vicende della caccia e
l'esito felice (fr. 530, 531).

La scena seguente ce la fanno conoscere i nostri rilievi. I caccia-
tori ritornano trionfanti ed alla loro testa Meleagro quale uccisore del
cinghiale con le spoglie in ispalla e sono lietamente ricevuti dal re. Ma
dalla loro schiera si fa avanti uno de' Testiadi e si lagna a gran voce
col re dello slesso vincitore: avere esso l'intenzione di cedere le spoglie
ad Atalanta ed il veder preferita una donna a tanti uomini valorosi,
essere addirittura un'offesa insopportabile per tutti. Meleagro risponde
sdegnato: avere egli il diritto di donare il suo a chiunque gli piacesse
e quella donna essersi mostrata più valorosa di tutti gli uomini presenti
alla caccia (1). Il re avrà preso la parte de' cognati ; il suo gesto appas-
sionato nel rilievo n. 12 ci fa supporre che il diverbio fra lui e Me-
leagro abbia preso un carattere mollo animato. Finalmente il giovane
impetuoso per natura ed oltraggiato nel suo amore sarà uscito senza dar
retta al padre e con parole di disprezzo per le prelenzioni e le minacce
degli zii.

Ciò che seguiva doveva passarsi dietro le scene. Meleagro cioè re-
gala le spoglie ad Atalanta, i Testiadi gliela strappano a viva forza e
nella rissa in seguito sono uccisi da Meleagro. Un messaggio riferisce
questi avvenimenti ad Eneo ed Altea, e questa, presa da ira cieca contro
il proprio figlio, si decide a mettere nel fuoco il tizzo fatale dal quale
dipende la vita di Meleagro. Un servo racconta al re, che il giovane è as-
salito da malattia mortale che lo consuma a vista d'occhio. Poco dopo il
moribondo vien portato sulla scena dai compagni e spira come Ippolito
davanti agli occhi degli spettatori. La madre accorre anch'essa, avvilita
delle conseguenze del suo atto atroce (fr/555) ; Atalanta la rimprovera
senza mercè respingendo con parole di scorno i di lei rimorsi tardivi
(fr. 528, 532), e dopo qualche titubanza l'infelice regina esce per por
termine ad una vita diventatale oramai insopportabile.

La tragedia finiva con l'apparizione di un deus ex machina, proba-
bilmente Diana, che prediceva al re superstite le future vicende della
propria stirpe (fr. 537).

(') Il frammento 519 potrebbe essere inserito qui; nel diverbio anteriore, in bocca sia a Meleagro, sia ad

però bisogna confessare che starebbe altrettanto bene Atalanta.
 
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