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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 2) — Venedig, 1816 [Cicognara, 18-2; 2486-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1185#0063
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CAPITOLO TERZO

63

sentiero della, perfezione possono esservi poi richiamate con prodigiosa rapii
dita. Quella potenza dello spirito umano che ha dato al presente secolo uri
Canova non avrebbe potuto darlo assolutamente al XV j che quand' anche
la mente di Canova avesse potuto, in quell'età così concepire , la sua mano
non avrebbe così potuto scolpire. E già grandi avanzamenti in questo perìodo
da noi illustrato le arti fecero abbandonando le timide e servili maniere, e dai
dolci e tiepidi affetti della devozione e del raccoglimento passando a scolpire
le più calde e forti passioni dell'animo , come abbiam visto nelle sculture di
Donatello. Così anche distintasi la simmetria dall' unifprmità colla quale
spesso confondevasi nel risorgere dell'arte, si conobbe in progresso quanto
stucchevole effetto venisse prodotto da questa uniformiti, e cpme la simme-
tria si accordi anche colla varietà piacevole e naturale nella distribuzione de-
gli oggetti.

La monotonia e l'uniformità producono gli stessi effetti nelle arti coinè
nelle lettere . Quei componimenti chiamati sestine cplla postante ripetizione
delle stesse rime,ovvero quei versi uniformemente accentati sulla quarfa, pro-
ducono un suono meno aggradevole che quando le rimp sieno alternate e va-
riate, o miste le cadenze dell' armonia or sulla quarta , p'r sulla sesta . (1)
Allora in luogo dell'uniformità la simmetria conserva soltanto le proporzioni
armoniche delle parti cpl tutto, come appunto in un quadro p in un basso
rilievo giova il variar delle mosse nelle figure a destra e a sinistra dell'ogget-
to principale, quando nell'età precedente con movimento uniforme erano
spesso da quei primi artisti distribuite cpn una specie di ritmo servile e sen-
za varietà, per quell'inceppamento che l'arte soffriva ancora ne'suoi prinr
cip).

Meglio si riconoscerà quanto io dico nell'esame d' un prezioso basso ri-B»!
lieyo in terra cotta osservato da pochi nella cappella che Mantegna dipinse
in Padova agli Eremitani. Lo spettatore distratto ed assorto da quelle gran- Gi°. da p»»
diose pitture non volge lo sguardo a quel lavoro che ricoperto d' una bruna
vernice serve di tavola a quell'altare, tay. XII. Singolare è quel monumen-
to per la purità della composizipne, in cui ritenendosi una parte dell'antica
semplicità e dell' antico modo di distribuzione , vi si osserva però varietà di

di plastica
di un

(i) Le sestine hanno un altro gran peccato :
un evidente impronta di falsità. E impos-
sibile avere sentimenti veri che possano
esprimersi con quelle barbare leggi : nep-
pure il Petrarca potè far buone sestine, e
dovette contorcersi e lambiccarsi a cro,ce-
iiggervi entro falsi estrani concetti.. Per

il che non è la sola uniformità che spiac-
cia nelle sestine: quanto poi alla monoto-
nia degli accenti essa oltre la naturale sa-,
zjetà , toglie ai versi ogni possibilità di
armonia imitativa sì de' suoni come de-
 
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