CAPITOLO QUINTO
I MAJANI, I DELLA ROBBIA, I POLLATOLI, I FIESOLANI,
IL VEROCCHIO, ED ALTRI SCULTORI DELLA TOSCANA.
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Ì3 incontrano nella storia dell' arte alcune circostanze per le quali si vede
l'immenso ascendente d'un genio, che strascina con se medesimo tutti i con-
temporanei, e quasi pianeta non vede d'intorno a se che satelliti, od astri
minori. Nicola da Pisa può dirsi essere stato del numero di quei sommi, che
nell'età precedente si trassero dietro la turba di tutti gli artisti inferiori, e
Michelangelo vedremo operar la stessa influenza nel secolo XVI. Se non
che in questa età veramente meravigliosa non possiamo dire al certo che da
un genio solo e sopra d' ogn' altro elevato venisse dominata assolutamente la
classe intera degli scultori, poiché il Donatello e il Ghiberti avevano già toc-
cato verso 1' eccellenza dell'arte, nel mentre che numero considerevole d'ar-
tisti, che non si possono dire del tutto secondi, mossero nel medesimo tempo
per varie vie cercando la bellezza, la grazia, 1' espressione, il disegno, e ne
ottennero i pregi senza che da uno'stesso principio conforme, o per dir me-
glio da una sola grande influenza venissero^ mossi e condotti alla meta, che
pur unica ognuno si proponeva .
Interessante soggetto di critica discussione sarebbe il cercare la causa di
questa abbondanza di uomini sommi e della fertilità del loro ammirabile in-
gegno, non soggiogato da alcun principio o abitudine servile. Del che forse.,
una ragione si presenta esaminando lo stato dell'arte in se stessa, come quel-
lo di tutte le altre umane cognizioni in quest' epoche.
Lo scultore di Pisa può dirsi che desse il segnale per cui cento altri mos-
sero a seguitarlo. Egli si pose primo nella massima evidenza,, abbandonando
la timida e servile maniera de' suoi freddi predecessori : egli primo cominciò
a servirsi di mezzi non adottati, giacché gli scultori d'allora copiandosi l'un
l'altro, come se avessero avuti modi di convenzione per esprimere i loro
soggetti, non osavano d'imitare le opere degli antichi maestri, o per super-
stizione, o per tema,o per ignoranza. Egli primo franse tutte queste barrie-
re e confrontando cogli antichi modelli le belle opere della natura, trovò tra
quéste e quelli una strada per cui si avviò da se solo con nuovo ardimento,
Voi. II. 28
delle arti
dall' uno
all'altro
stato
I MAJANI, I DELLA ROBBIA, I POLLATOLI, I FIESOLANI,
IL VEROCCHIO, ED ALTRI SCULTORI DELLA TOSCANA.
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Ì3 incontrano nella storia dell' arte alcune circostanze per le quali si vede
l'immenso ascendente d'un genio, che strascina con se medesimo tutti i con-
temporanei, e quasi pianeta non vede d'intorno a se che satelliti, od astri
minori. Nicola da Pisa può dirsi essere stato del numero di quei sommi, che
nell'età precedente si trassero dietro la turba di tutti gli artisti inferiori, e
Michelangelo vedremo operar la stessa influenza nel secolo XVI. Se non
che in questa età veramente meravigliosa non possiamo dire al certo che da
un genio solo e sopra d' ogn' altro elevato venisse dominata assolutamente la
classe intera degli scultori, poiché il Donatello e il Ghiberti avevano già toc-
cato verso 1' eccellenza dell'arte, nel mentre che numero considerevole d'ar-
tisti, che non si possono dire del tutto secondi, mossero nel medesimo tempo
per varie vie cercando la bellezza, la grazia, 1' espressione, il disegno, e ne
ottennero i pregi senza che da uno'stesso principio conforme, o per dir me-
glio da una sola grande influenza venissero^ mossi e condotti alla meta, che
pur unica ognuno si proponeva .
Interessante soggetto di critica discussione sarebbe il cercare la causa di
questa abbondanza di uomini sommi e della fertilità del loro ammirabile in-
gegno, non soggiogato da alcun principio o abitudine servile. Del che forse.,
una ragione si presenta esaminando lo stato dell'arte in se stessa, come quel-
lo di tutte le altre umane cognizioni in quest' epoche.
Lo scultore di Pisa può dirsi che desse il segnale per cui cento altri mos-
sero a seguitarlo. Egli si pose primo nella massima evidenza,, abbandonando
la timida e servile maniera de' suoi freddi predecessori : egli primo cominciò
a servirsi di mezzi non adottati, giacché gli scultori d'allora copiandosi l'un
l'altro, come se avessero avuti modi di convenzione per esprimere i loro
soggetti, non osavano d'imitare le opere degli antichi maestri, o per super-
stizione, o per tema,o per ignoranza. Egli primo franse tutte queste barrie-
re e confrontando cogli antichi modelli le belle opere della natura, trovò tra
quéste e quelli una strada per cui si avviò da se solo con nuovo ardimento,
Voi. II. 28
delle arti
dall' uno
all'altro
stato