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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 2) — Venedig, 1816 [Cicognara, 18-2; 2486-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1185#0374
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3z4

CAPITOLO SESTO

SCULTURA FUORI D'ITALIA.

X? u in questa età che successe la maggior diffusione delle arti nel resto
d' Europa portatevi dagli italiani che vennero chiamati a eingere di splenr
dorè i troni dei più augusti monarchi del mondo; poiché da queste derivò
sempre una parte immensa di quel decoro per il quale non solo essi rice-
vono gli omaggi dei popoli, ma i secoli stessi si rendono più famosi pei
mecenati, che pei conquistatori.

Il valore fissò la celebrità di grandissimi capitani, ma finche per la forza
e il coraggio soltanto dominarono sui popoli vinti con mano di ferro, la
posterità segnò il loro nome a funesti caratteri; che qualora con più sana
politica associarono alla gloria dell' armi 1' amore delle arti e la protezion
degli studj, fu scritto il loro nome a lettere d'oro sul tempio degl'immor-
tali; e i secoli d'Alessandro, di Pericle, d'Augusto, dei Medici, degli
Estensi sono più famosi e più celebrati pel merito degli studj protetti, che
delle battaglie guadagnate. Le memorie che lascia il terrore oltre l'esser
tristissime sono dileguate possibilmente dalla consecutiva prosperità, che
non ha alcun interesse per conservarle, ma al contrario quelle che imprime
l'amore, sempre indelebili, aumentano la letizia dei giorni fausti, e sono di
sommo conforto nei momenti dell'avversa fortuna.

Enrico Vili., Francesco I., Carlo V. si circondarono d' artisti italiani, li
accolsero, li premiarono, e diffusero nei loro stati i tesori delle arti. Ma più
facilmente si accordò protezione ai pittori che agli scultori: della qual pre-
minenza none difficile capire il motivo, qualora si rifletta che allora molti
stati fondaronsi sopra un'istituzione precaria, ed altri si eressero sopra ba-
si di oppressione; ed ove non s'inalzano statue e monumenti agli uomini
grandi e distinti è vano il credere che prosperare mai possa grandemente
l'arte dello scarpello. Quando le statue si eriggono ai soli re pel voto
dei popoli riconoscenti, basta che il mondo produca soltanto un artista dell'
ordine primo , per non defraudare di auguste memorie le età successive.
Che se in luogo di un solo Canova il nostro secolo vantasse un numero con-
siderevole d'artisti di quella sfera, troverebbero essi, nei difficili tempi che
hanno prodotto questo rarissimo ingegno, argomento e materia pei loro la-
vori? E celebre ciò che ricorda Decamps nelle vite dei pittori Fiaminghi
 
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