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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 2) — Venedig, 1816 [Cicognara, 18-2; 2486-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1185#0353
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353

CAPITOLO QUINTO

ARTISTI LOMBARDI E NAPOLETANI.

Oul finire dell' epoca scorsa i duri marmi delle cave di Lombardia comin-
ciarono a cedere, e conformarsi a tal genere di lavori finissimi più che non
erasi fino a quel momento ottenuto dal marmo statuario sì docile allo scar-
pello, e si condussero opere di tal minutezza che da umani mezzi non si
era mai visto tentarsi dopo il risorgere delle arti. Autore di simili lavori fu.
il non abbastanza celebrato, benché d'ogni lode degnissimo, Agostino Bu-
sti detto dagli scrittori ora Bambaja , ora Bambara, ed anche Zarabaja del
quale in Milano si videro parecchie sculture intagliate in quel marmo che
servì per la fabbrica del duomo e perciò si chiamò marmo di fabbrica, il
quale al dire di chi trattò lo scarpello è uno de'meno arrendevoli alla.dol-
cezza delle forme, e alla finezza dell'esecuzione.

Non poche opere egli scolpì} se si riguarda il tempo infinito che dovet-
tero costargli i minutissimi dettaglj dei quali egli le ornò. Che ove per
la natura del soggetto non eragli dato l'introdurre delicati arabeschi, fo-
gliami e complicatissimi accessorj che scolpiva generalmente ne' suoi monu-
menti, non m'incava poi d'introdurre nei lembi dei vestimenti, nella mi-
nutezza delle pieghe, nella finezza dei capelli e delle barbe, negli ornamen-
ti dell'architettura di che sfoggiate colla destrezza di un'esecuzione che non
ebbe mai pari in Italia: e che Giorgio Vasari riconobbe e ammirò grande-
mente quando fu a visitare i monumenti delle arti Lombarde.

Un saggio di questo secondo più largo genere di esecuzione abbiamo
nella palla di marmo che vedesi nella cappella della Presentazione del duo-
mo di Milano. Il punto della prospettiva centrale poco giovevole al basso
rilievo, per lasciar troppo facilmente scuoprirel'ingannevole artifizio a dan-
no della realtà della scultura, ci presenta una scala a ridosso della quale è
scolpita una bainbinella con sinistro effetto. Ma ciò non toglie quel genere'
di bellezze che distinguono il Bambaja, mentre queste voglionsi esamina-
re partitamente. Anche l'eccedente lunghezza delle figure e certi singolari
avviluppamenti di pieghe potrebbero rimproverarsi: male estremità sono
condotte con esquisita diligenza, le teste con verità, e il marmo trattalo
con una pulizia che incanta. Le regole prospettiche sono osservate mirabil-
mente, e pose anzi in queste una pompa per gli scorci di certi cassettoni
Voi. II. Sg
 
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