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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 2) — Venedig, 1816 [Cicognara, 18-2; 2486-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1185#0354
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35^ LIBRO QUINTO

della volta elei tempietto che non potevano meglio condursi su di qualùn-
que piana superficie: e la somma finitezza del lavoro non toglie che alcune
parti ( come a cagion d' esempio le mani ) non siano trattate con una morbi-
dezza soave. Tavola LXXVT.

Si vedeva in s.Marco nei chiostri un elegantissimo monumento eretto allo
scrittore Lancino Curzio, ora trasportato nelle gallerie dèli'imperiale acca-
demia di Belle Arti in Brera, che si avvicina moltissimo al più prezioso ge-
nere di esecuzione di questo scultore: e veramente non può negarsi che
l'invenzione non sia oltremodo gentile, nuova e poetica; se si eccettui il
modo con cni apparisce il corpo di Lancino attraverso quei viticci i quali
sembrano piuttosto che marmi rapresentare ferri. Le figurine, le forme de-
gli ornamenti, le proporzioni delle parti, le modinature sono inventate ed
eseguite in relazione al soggetto colla maggiore eleganza e convenienza che
dir si possa. Nel totale il monumento non eccede l'altezza di quattro brac-
cia milanesi. Vedasi la Tavola LXXIX.

Potrebbesi anche dar conto della sepoltura dei Biraghi a s. Francesco, e
dei bassi rilievi nella cappella dell'Albero nel duomo, e del tumulo del car-
dinale Marino Caracciolo accanto la sagrestia meridionale nella medesima
cattedrale ; ma ci limitaremo a parlare della principale opera sua ove impie-
gò necessariamente lunghi anni, e che può interessare la curiosità di mol-
ti -eruditi nei fasti delle arti non meno che nella storia del secolo. Questo è
il monumento da lui scolpito a Gastone di Foix per la chiesa di santa Mar-
ta nel monastero delle Agostiniane. La morte di questo condottiero d'eser-
citi segui nel i5i2 nella famosa battaglia di Ravenna, e il cadavere dell'ili
lustre guerriero trasferito a Milano fu collocato in duomo interinalmente
accanto all'aitar maggiore, dove gli fu eretto un trofeo coli* armi e l'insegne
conquistate in battaglia. Poco dopo, obbligati i francesi di abbandonare la
città, il cardinale di Sion ordinò che il di lui corpo fosse levato dalla catte-
drale e sepolto neh" indicato monastero. Il tempo però in cui si può credere
che fosse ordinata la costruzione di questo mausoleo sembra poter essere
nel i5l5, quando tre anni dopo i francesi rientrarono in Milano. Non era
allora forse scultore alcuno più prezioso ed elegante di Agostino Busti che
assunse l'incarico, e nel l52l stava anche occupato di questo lavoro , come
lo afferma il Cesariano nel libro de'suoi commenti a Vitruvio. V'ha ragio-
ne di credere che circa nel 1Ò22 si andassero mettendo in opera le parti del
monumento che di già erano scolpite: quando poi tutto rimase sospeso;
e per essere la città passata dal dominio francese a. quello di Francesco
Sforza, evidentemente si riconosce ilmotivo di questa sospensione, rima-
nendo l'opera imperfetta quale appunto il Vasari asserisce di averla veduta.
 
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