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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 2) — Venedig, 1816 [Cicognara, 18-2; 2486-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1185#0375
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CAPITOLO SESTO

375

al voi. 1 p. ig3 (l). Sembra però da quanto risulta, die ài tutti i prin-
cipi citati il pili liberale fosse Francesco I. che ogni classe d' artisti chia-
mò presso di se, siccome abbiamo veduto in diversi luoghi di questa
istoria; e pittori, e architetti, e scultori, e fonditori, e orefici, e inta-
gliatori in pietre dure, e ogni sorta di peregrini ingegni da lui vennero
onorati di singoiar protezione , secondando anche in tal modo il genio
della nazione naturalmente disposto a ogni genere d'ameni studj, e di
piacevolezze che potessero dar moto all'immaginazione, ed ajutare quel-
la tendenza indigena che trovasi in molti luoghi della Francia al lusso
elegante, se non alla solida magnificenza.

Passa il sig. Emeric David nelle sue ricerche sull' arte statuaria una
rivista di scultori francesi fra quali non pone i nomi d'incerta patria da
noi citati nella fine del IV. libro , ma in capo del suo elenco tra' più
famosi colloca quel mastro Giacomo d'Àngouleme, sebbene di lui non
parlino che il Bulengero, e il Vigènere citando un certo concorso cer-
tamente sognato a Roma tra lui e Michelangelo nel l55o per una sta-
tua di s. Pietro, in cui il francese ottenne la preferenza anche per voto
degli artisti italiani. Ma se questo famosissimo artista le moins connu
et un de ceux qui ineritoli le mieux de T ètre non è celebrato che per
questo semplice fatto di cui tacciono Vasari, e Condivi, e ogni altro com-
mentatore, e se non possonsi di lui citare opere ora visibili, rimarrà sem-
pre vuoto d'effetto il nobile desiderio d'illustrare la memoria di un an-
tagonista che si dice preferito al Bonarroti, quantunque luminare del se-
colo , e coperto da 66 anni di gloria , che altrettanti ne compiva preci-
samente in quell'anno. Ecco uno di quei casi nei quali è permesso di
dare un'aperta mentita a raccontatori d'inezie e di millanterie. E chi
avendo buon senno crederà che Michelangelo grave d'anni e carie o di
onori volesse concorrere con uno scarpellino o un modellatore stranie-
ro? E chi avrebbe osato proporre un concorso a quel tremendo uomo
che era riverito dai papi, e venerato dai re? Non si sa neppure che il
Bonarroti facesse concorsi da ragazzo, e s'imbratteranno le pagin e della

pel voto
ista dell'

ni *

(t) L'enipcrem* Maxim i li en II. cn lari ìb'JÒ.
jChargea Jean de Boulogne ( ne à Douvni )
d'envoyer de Florence aupres de sa perso-
ne un peintre et un sculpteur . Jean de
Boubgne lui envoya le peintre Spranger
d AnverSj et Jean Moni statuaire son élé-

ve. Rodolplic ayant succede 3'annèe stu-
rante ù Maximiìien, ne sut d'abord s'il
garderoìt aupres de luì ees deux artistes,
on s'illes renverruit. Il so decida sur l'avis
de son valet-de-chambre a retenir le pein-f
tre; ìl coneedier le statuaire.
 
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