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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 2) — Venedig, 1816 [Cicognara, 18-2; 2486-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1185#0177
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CAPITOLO SETTIMO I77

maggiore di quella città. Trovasi negli stessi registri fatta menzione all'anno
i455 d' un Bartolommeo da Firenze, e nel 1490 di un Francesco Giorgio
da Urbino, venutovi forse con Bramante che tante opere condusse in questa
capitale. Ognuno ben sa come molti anni avanti la fine del secolo Leonardo
si èra già stabilito a Milano, e come scuola d' ogni modo di arti vi fondasse,
mentre non solo al disegno e alla pittura, ma attese anche alla plastica, e
grande colosso per equestre monumento egli stesso modellò di sua mano.
Per tal modo fattosi lungo tutta l'Italia un commercio di nozioni e di esem-
pj, non sarà meraviglia se si riconoscerà talvolta nei monumenti Lombardi
una specie di toscana derivazione.

Le memorie degli artisti milanesi non assicurano finora la loro celebrità
quanto all'esame delle loro opere: e veggonsi moltissimi lavori che meritereb-
bero di far conoscere i nomi de' loro autori per celebrarli. Sparsa per tutta la
terra quell' industriosa colonia di luganesi e di comaschi che vivevano del
mestiere di muratori e di scarpellini fino da'primi secoli, come si e visto
nel precedente volume, egli è ben chiaro che molti di questi conversando
con architetti e scultori di grido, per lo svegliato ingegno loro passassero
dalla classe di manuali, e materiali esecutori a quella di egregj scultori,
dello stesso modo che abbiamo veduto fare i lavoratori dei marmi di
Fiesole tra' quali sorsero tanti artisti distinti: ma questi ebbero storici pre-
murosi e biografi che serbarono con sollecita cura e patrio affetto le loro me-
morie; quelli attendono ancora la diligente ed aurea penna del sig. Giuseppe
Bossi che ordinando i bei fasti delle arti Lombarde presenti la biografia degli
artefici di quella parte d' Italia. A lui forse riescila di trovar qualche traccia
di quel Matteo Revetti il quale fioriva nel principio di questo secolo e che
lasciò di sua mano un monumento elegantissimo in Venezia oell'isoletta di
sant' Elena, collo scolpire il sepolcro al conte di Valtaro ed Arquato della
famiglia Borromea di Toscana; il quale artista vi pose il suo nome in campo
turchino a lettere d' oro, mattheus de revettis mediolanen. fecit 1422-

Questo monumentino era composto di piccole figure con ricchi fogliami
ed ornati, il tutto scolpito con molta grazia e finezza: ma abbandonato il
tempio e l'isola alle milizie in questi anni di distruzione, non ci fu possibile
di trovar più neppure una traccia di questi marmi altre volte soggetto di no-
stra ammirazione.

Il modo migliore per conoscere lo stato della scultura in Lombardia sa- Scultori

nella

. rebbe quello di produrre un' illustrazione fatta con giusto criterio della Cer- Cert0,a
tosa di Pavia. Questo tempio fatto erigere sul terminare del secolo XIV. da di p"ia
Gio. Galeazzo Visconti primo Duca di Milano non fu ornato nella facciata
degli stupendi lavori che vi si veggono se non dal l4?^ *n avant'> eP°ca il
cui fiorivano i principali scultori di quei paesi che vi condussero lavori oltre
Voi. II. ài
 
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