Capitolo secondo 255
Gio. eia Fiesole, Masaccio, Ghirlandaio e cento altri avevano ripiena la To-
scana di opere in ogni genere insigni, e nell' ammaestrare così l'Italia tutta,
erano segnate per loro mano orme sicure e felici per giungere a quel segno
cui era permesso toccare ad umano intendimento . Allo stato felice difatti
in cui trovò Michelangelo le arti sidebbe la sorprendente facilità per cui
potè tanto elevarsi da far stupire tutto il mondo . Le meccaniche delle arti
erano già portate a un grado di perfezione cui poco ancora restava ad ag-
giugnere. Gli antichi monumenti andavansi ogni giorno più scuoprendo e
venerando con avidità singolare ; gli esempli moderni agitavano già il suo
cuore , e facevano bollire nella sua mente quel ferventissimo desiderio di
emularli, e di innalzarsi sopra quanto si era fino allora prodotto da'suoi
predecessori . Guardava estatico le porte del battistero ch'egli stesso giudi-
cava degne di esser poste all'ingresso del cielo: ammirava le opere del Bru-
nelleschi, dell'Alberti, di Bramante, e sentivasi egli pure la forza di elevare
altrettanti monumenti con non minore ardimento. Si volgeva attorno di se ,
e il valore di un emulo potentissimo come Leonardo, era un nuovo sprone
per radoppiare i suoi sforzi ,• di che fecero fede i tanto celebrati cartoni del-
la guerra di Pisa che eseguirono a gara, il Vinci trattando un soggetto pei
gruppi di cavalli bellissimo, ed il Bollanoti.esprimendo quel tanto encomia-
to correre e rivestirsi di molti ignudi che s'erano prima tuffati nell'Arno.
Se Michelangelo fosse nato un secolo prima, avrebb'egli colla stessa faci-
lità sorpreso il Magnifico scolpendo quella sua maschera nell'età di i6 anni
come ci descrive il Vasari? Avrebb'egli osato su quel masso enorme di mar-
ino straziato da Simone da Fiesole di ricavarvi negli anni ancor giovanili la
statua colossale di Davide? Se Masaccio non avesse circa trent'anni avanti
condotta la pittura a quel grado che vedesi al Carmine in Firenze nella cap-
pella Braneacci ( opera che formò sempre lo stupore dell'arte) avrebbe po-
tuto Michelangelo maneggiare con tanto divino magistero il pennello nei fre-
schi della Sistina? E se non avesse fino dall'infanzia avuto sott'occhio il
colossale edifizio voltato dal Brunellesco nella patria Basilica , avrebb' egli
con tanta sicurezza slanciato sui piloni della vaticana lo strepitoso miracolo
dell' arte? Per quanto elevato fosse il punto a cui giunse Michelangelo coli'
immenso suo ingegno, non sarà meraviglia se fiancheggiato da tanti ajuti
potè abbandonarsi all'impulso del genio, poiché non trovò già le arti in
istato d'infanzia , ma coltivate, adulte , e sublimi in ogni lor produzione.
Sconoscenti pressocchc tutti gli scrittori che si sono invasati nella gloria ingiustizia
di quest uomo veramente unico e straordinario, hanno parlato delle arti che \°""1
± ' r scrittori.
il precedettero con una improprietà, e un' ingratitudine imperdonabili; che
se per opera di lui fu .maggiormente elevato tostato di queste, non potrà mai
però giustamente dirsi che egli fugasse le ombre dell antica abbietta
Gio. eia Fiesole, Masaccio, Ghirlandaio e cento altri avevano ripiena la To-
scana di opere in ogni genere insigni, e nell' ammaestrare così l'Italia tutta,
erano segnate per loro mano orme sicure e felici per giungere a quel segno
cui era permesso toccare ad umano intendimento . Allo stato felice difatti
in cui trovò Michelangelo le arti sidebbe la sorprendente facilità per cui
potè tanto elevarsi da far stupire tutto il mondo . Le meccaniche delle arti
erano già portate a un grado di perfezione cui poco ancora restava ad ag-
giugnere. Gli antichi monumenti andavansi ogni giorno più scuoprendo e
venerando con avidità singolare ; gli esempli moderni agitavano già il suo
cuore , e facevano bollire nella sua mente quel ferventissimo desiderio di
emularli, e di innalzarsi sopra quanto si era fino allora prodotto da'suoi
predecessori . Guardava estatico le porte del battistero ch'egli stesso giudi-
cava degne di esser poste all'ingresso del cielo: ammirava le opere del Bru-
nelleschi, dell'Alberti, di Bramante, e sentivasi egli pure la forza di elevare
altrettanti monumenti con non minore ardimento. Si volgeva attorno di se ,
e il valore di un emulo potentissimo come Leonardo, era un nuovo sprone
per radoppiare i suoi sforzi ,• di che fecero fede i tanto celebrati cartoni del-
la guerra di Pisa che eseguirono a gara, il Vinci trattando un soggetto pei
gruppi di cavalli bellissimo, ed il Bollanoti.esprimendo quel tanto encomia-
to correre e rivestirsi di molti ignudi che s'erano prima tuffati nell'Arno.
Se Michelangelo fosse nato un secolo prima, avrebb'egli colla stessa faci-
lità sorpreso il Magnifico scolpendo quella sua maschera nell'età di i6 anni
come ci descrive il Vasari? Avrebb'egli osato su quel masso enorme di mar-
ino straziato da Simone da Fiesole di ricavarvi negli anni ancor giovanili la
statua colossale di Davide? Se Masaccio non avesse circa trent'anni avanti
condotta la pittura a quel grado che vedesi al Carmine in Firenze nella cap-
pella Braneacci ( opera che formò sempre lo stupore dell'arte) avrebbe po-
tuto Michelangelo maneggiare con tanto divino magistero il pennello nei fre-
schi della Sistina? E se non avesse fino dall'infanzia avuto sott'occhio il
colossale edifizio voltato dal Brunellesco nella patria Basilica , avrebb' egli
con tanta sicurezza slanciato sui piloni della vaticana lo strepitoso miracolo
dell' arte? Per quanto elevato fosse il punto a cui giunse Michelangelo coli'
immenso suo ingegno, non sarà meraviglia se fiancheggiato da tanti ajuti
potè abbandonarsi all'impulso del genio, poiché non trovò già le arti in
istato d'infanzia , ma coltivate, adulte , e sublimi in ogni lor produzione.
Sconoscenti pressocchc tutti gli scrittori che si sono invasati nella gloria ingiustizia
di quest uomo veramente unico e straordinario, hanno parlato delle arti che \°""1
± ' r scrittori.
il precedettero con una improprietà, e un' ingratitudine imperdonabili; che
se per opera di lui fu .maggiormente elevato tostato di queste, non potrà mai
però giustamente dirsi che egli fugasse le ombre dell antica abbietta