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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 2) — Venedig, 1816 [Cicognara, 18-2; 2486-2]

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https://doi.org/10.11588/diglit.1185#0298
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2g8 LIBRO QUINTO

Si ritenne quel Cristo essere di Benvenuto Cellini, poiché egli stesso di-
ce d'averne scolpito uno in cui posi grandissimo studio lavorando in det-
ta opera, con quella diligentia et affetione che meritava tanto simula,
ero, e tanto più volontieri quanto io sapeva d' essere il primo che in mar-
mo avesse lavorati Crocifissi. Questa- fu. dunque da me condotta a fine
con grandissima satisfazione di chiunque la vede, dov ella è appresso del
Duca di Fiorenza mio singolarissimo signore et benefattore . E posi il
corpo del Crocifisso sopra una croce di marmo nero carrarese , pietra,
mollo difficile da lavorare per essere durissima e facilissima a schian-
tare (t).

Qualunque siano i racconti di questo Cristo del Cellini, unico ch'egli scol-
pisse, come attesta egli stesso, è fuori d'ogni questione che non è altrimenti
in Firenze questa scultura: ma trovasi nell'Escuriale in lspagna, come pro-
vano le corrispondenze per tal oggetto tenetesi tra l'ambascia tote toscano
Baccio Orlandini residente alla corte del re Filippo II. e il gran duca Fran-
cesco I. nel 1576. che colle più minute circostanze dettagliano il trasporto,
il dono fatto, e l'aggradimento per questa bellissima opera del Cellini, in-
viata dalla corte di Toscana a quella di Spagna. E così pure affermarono e
descrissero gli autori spagnuoli che fra le preziosità dell'Escuriale posero
quest'opera insigne. Pregiabilissimo ed ammirato da tutti è il Crocefisso
dell' altare che sta nel transito dietro il seggio del priore e la facciata del
tempio, esso è di bel marmo bianco con la croce di marmo nero, eccel-
lente figura al naturale del felice scarpello di Benvenuto Cellini.....

il quale ec. ec. avvi scolpita nella croce la firma dell' autore colle se-
guenti parole Benvenutus Zelinus civis florentinus faciebat l562. (2).
Tutti questi documenti fedelmente riportati dal sig. canonico Moreni nel
suo utilissimo libro delle tre capette Medicee , quanto escludono la pos-
sibilità che il Cristo del maggior altare di s. Lorenzo sia del Cellini, al-
trettanto avvalorano la presunzione che esser possa di Baccio da M. Lu-

(1) Cellini Cap. IV. Trattato secondo sopra
la scultura.

(2) Conca, descrizione odeporica della Spa-
gna t. I. pag. 43. Ma lo stesso O. Antonio
Ponz nel suo viaggio di Spagna nel voi. II.
a pag. 66. pubblicato in Madrid 1788. rac-
conta con minuto dettaglio e circostanze
irrefragabili tutto ciò che v'ha di i-elativo
a questa scultura e a questo regalo fatto
dal gran duca di Toscana a Filippo secon-
do, osservando di più che si rese famoso il
dono anche per la combinazione che nell*

anno in cui fu scolpita quest'opera fu in7
trapresa egualmente la fabbrica dell'Escu-
riale . Anche Francese/) de los Sanctus
nella sua descrizione dell Escuriale stam-
pata in Madrid 1667. a car. 2ò. parlò di
questo stesso dono e della preziosità di
questa scultura , e Andrea Ximenes in
un' altra opera sullo stesso argomento
pubblicatane! 1764. conferma questi fatti
parlando del Crocefisso del Cellini in due
luoghi a carte 235. e 447.
 
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