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Cicognara, Leopoldo
Storia della scultura dal suo risorgimento in Italia sino al secolo di Napoleone per servire di continuazione alle opere di Winckelmann e di d'Agincourt (Band 2) — Venedig, 1816 [Cicognara, 18-2; 2486-2]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.1185#0427
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CAPINOLO SETTIMO ^

atto a promuovere i| dubbio, ma non incorse in questo errore neppure a car-
te xxi. della prefazione, in amendue i luoghi citandolo sempre Alexander
Cesari cognomento Gi'ecus.

Tutto ciò abbiamo indicato non già per smania di andar cercando gli
errori frequentissimi in materie simili per la negligenza degli scrittori che ci
Iranno preceduto, che lunga e improba fatica sarebbe questa; ma perchè
qui si trattava di uno de' primi artefici in questo genere di lavori, e per-
chè i più accreditati autori in materia glittografica sono appunto quelli che
hanno scritto questi multiplici errori atti a generar confusione nella storia
dell' arte.

Michelangelo con molta ragione disse che l'arte era giunta al suo colmo,
allorché vide la stupenda medaglia di Paolo III. coniata dal Grechetto col
rovescio di Alessandro prostrato dinnanzi al Pontefice di Gerosolima oiunes
keges servient ei ec. E dietro l'immagine del papa vi si legge AAEXANAP02
EnOIEI. Vedesi questa al numero v. della nostra Tavola LXXXV , sicco-
me altri due rovescj di medaglia appartenenti allo stesso papa a cui lunghi
servigi presto questo artefice, si vedono ai numeri xi e xv, lavori d'una belr
lezza somma , e che non possono rilevarsi se non dalle medaglie stesse. la
grandissima celebrità salì anche il bel conio fatto nel l55o per Giulio III.
I' anno santo con un rovescio di que' prigioni che al tempo degli anti-
chi erano ne' loro giubilei liberati , che fu bellissimo , con molti altri
conii, e ritratti per la zecca di Roma, la quale , come disse il Vasari,
ha tenuta esercitata moli anni. Le opere del Grechetto non hanno assolu-
tamente invidia dei più distinti lavori dell' antichità, se si riguardino senza
prevenzione. Ordinariamente ciò che a prima vista salta agli occhi nei conr
fronti delle antiche colle moderne medaglie è un certo crudo, un certo sten-
tato , un angolare, un secco, che nelle medaglie del Cesari non si vede, ove
tutta la morbidezza di esecuzione e la larghezza di stile lo eguagliano al me-
rito dei greci dai quali meritamente prese questa denominazione .

Rarissime e pregiatissime le sue gemme salirono in alto merito e potero-
no star vicine ai Pirgoteli, e ai Dioscoridi. Fra le più celebrate sue produ-
zioni oltre i ritratti dei Farnesi , del re di Francia Arrigo, e d'altri insigni
personaggi, vien mentovato dagli scrittori il celebre cammeo del Focione ,
che sorpassò ogni opera fatta dai moderni, e ci rimangono le asserzioni non
solo dei contemporanei, ma di varj altri possessori consecutivi, che ne co-
nobbero il valore; non potendosi da noi assicurare dove attualmente si trovi
il cammeo , dacché si dispersero le gemme preziose che in Venezia ave-
va raccolte il celebre Zanetti, ultimo proprietario a noi noto di questo ra-
ro monumento .
 
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