4o8 LIBRO QUINTO
medaglia di Cosimo I. duca II. di Firenze che ha nel rovescio il Capri-
corno, segnata, nella nostra Tavola LXXXV. al numero vili., col segno
D. JP- Abbiamo però colle stesse lettere anche altre medaglie di D0.
menico Poggi coniatore di Sisto V. del quale riconosciamo quella di Ca-
milla Peretta sorella di questo pontefice, nel rovescio di cui si vede la
facciata di s. Lucia, e il millesimo l5<)o. Questi è quel Domenico det-
to dal Vasari Poggini che nel catafalco di Michelangelo fece la statua
della poesia, uomo non solo nella scultura e nel fare impronte di mo-
nete e medaglie bellissime, ma ancora nel fare di bronzo e nella poe-
sia parimente molto esercitato. ( Vàs. vita di Michelangelo); ed altrove,
nella vita di Valerio vicentino, Domenico Poggini che ha fatto e fa co-
rni per la zecca con le medaglie del duca Cosimo, e lavora di mar-
mo statue imitando in quello che pub i più rari ed eccellenti uomini
che abbiano fatto mai cose rare in queste professioni.
Ma ritornando a Gio. dalle Corniole non si saprebbe da noi addit-
tare un intaglio più considerabile e distinto del ritratto del Savonarola
che si conserva nella galleria.Medicea , e che pub ritenersi come una
delle più belle corniole del mondo non tanto per il colore, la trasparenza ,
la mole, quanto per il merito dell'artefice. Qualche altro basso rilievo che
vedesi a guisa di rovescio di medaglia, e che forse è riti-atto da.incisioni
in pietra dura o in cristallo, porta la marca So. F. F. che potrebbe voler
significare Gio. fiorentino fece. Noi conserviamo un piombo e un bron-
zo di circa 18. linee di diametro che rappresenta un baccanale elegantis-
simo con questa sola iscrizione; ed un lavoro consimile preparato a gui-
sa di niello , in modo che rassembra di più antica data, quasi che da
questo fossero tratti'i sovracitati, si conserva presso il sig. Alvise Àlbriz-
zi raccoglitore di stampe rarissime, e amatore di questi studj in Venezia.
Ma la ricerca e la ricognizione delle più famose incisioni di questa età di-
verrebbe così laboriosa perla difficoltà di rinvenire i monumenti dispersi,
nascosti, e recati in lontani paesi, o custoditi in gelosi scrigni, che il trat-
tare di tal materia sarebbe opera di lentissimo e lungo lavoro, il quale
in questo momento non ci siamo proposto.
Paolo Po-gi Tra Fiorentini noi crediamo che specialmente meriti un encomio distin-
Fimonuno. t0 quej q;0_ pa0]o Poggi, o Poggini che alla corte di Filippo II. fu
emulo di Pompeo il figlio di Leon Leoni Aretino, artisti tutti che in ma-
teria d' intaglj in pietre dure, e di conii in acciajo fecero in Ispagna ope-
re prodigiose . Questo Gio. Paolo però non possiamo asserire se fosse
padre o zio, o maggior fratello di Domenico Poggini di cui abbiamo più
sopra parlato. E certo che nessuno ritrasse meglio di lui, eia serie delle
medaglia di Cosimo I. duca II. di Firenze che ha nel rovescio il Capri-
corno, segnata, nella nostra Tavola LXXXV. al numero vili., col segno
D. JP- Abbiamo però colle stesse lettere anche altre medaglie di D0.
menico Poggi coniatore di Sisto V. del quale riconosciamo quella di Ca-
milla Peretta sorella di questo pontefice, nel rovescio di cui si vede la
facciata di s. Lucia, e il millesimo l5<)o. Questi è quel Domenico det-
to dal Vasari Poggini che nel catafalco di Michelangelo fece la statua
della poesia, uomo non solo nella scultura e nel fare impronte di mo-
nete e medaglie bellissime, ma ancora nel fare di bronzo e nella poe-
sia parimente molto esercitato. ( Vàs. vita di Michelangelo); ed altrove,
nella vita di Valerio vicentino, Domenico Poggini che ha fatto e fa co-
rni per la zecca con le medaglie del duca Cosimo, e lavora di mar-
mo statue imitando in quello che pub i più rari ed eccellenti uomini
che abbiano fatto mai cose rare in queste professioni.
Ma ritornando a Gio. dalle Corniole non si saprebbe da noi addit-
tare un intaglio più considerabile e distinto del ritratto del Savonarola
che si conserva nella galleria.Medicea , e che pub ritenersi come una
delle più belle corniole del mondo non tanto per il colore, la trasparenza ,
la mole, quanto per il merito dell'artefice. Qualche altro basso rilievo che
vedesi a guisa di rovescio di medaglia, e che forse è riti-atto da.incisioni
in pietra dura o in cristallo, porta la marca So. F. F. che potrebbe voler
significare Gio. fiorentino fece. Noi conserviamo un piombo e un bron-
zo di circa 18. linee di diametro che rappresenta un baccanale elegantis-
simo con questa sola iscrizione; ed un lavoro consimile preparato a gui-
sa di niello , in modo che rassembra di più antica data, quasi che da
questo fossero tratti'i sovracitati, si conserva presso il sig. Alvise Àlbriz-
zi raccoglitore di stampe rarissime, e amatore di questi studj in Venezia.
Ma la ricerca e la ricognizione delle più famose incisioni di questa età di-
verrebbe così laboriosa perla difficoltà di rinvenire i monumenti dispersi,
nascosti, e recati in lontani paesi, o custoditi in gelosi scrigni, che il trat-
tare di tal materia sarebbe opera di lentissimo e lungo lavoro, il quale
in questo momento non ci siamo proposto.
Paolo Po-gi Tra Fiorentini noi crediamo che specialmente meriti un encomio distin-
Fimonuno. t0 quej q;0_ pa0]o Poggi, o Poggini che alla corte di Filippo II. fu
emulo di Pompeo il figlio di Leon Leoni Aretino, artisti tutti che in ma-
teria d' intaglj in pietre dure, e di conii in acciajo fecero in Ispagna ope-
re prodigiose . Questo Gio. Paolo però non possiamo asserire se fosse
padre o zio, o maggior fratello di Domenico Poggini di cui abbiamo più
sopra parlato. E certo che nessuno ritrasse meglio di lui, eia serie delle