fìinata al lotto delle argenterie. Le quattro
porte dell’ edilizio doveano esìèr Doriche ,
ed aver ciascheduna tre ingressi, un grande,
e due piccoli. Il dinanzi delle botteghe do- |
vea girare tutto uniforme, con pilaslrini ri- [
quadrati d’otto in otto piedi; potendoli serrar
con pietre colorate,dov altri occupasse spazio
maggiore, e non volesfe tanto lume. Alleotto
botteghe degli argentieri nella piazza di ;
mezo doveano vederli Sedici colonnette Do-
riche alquanto piti alte de i pilaslrini. Dal
centro li Sarebbero godute otto prospettive,
cioè delle quattro porte nobili degli slanzo-
ni negli angoli, e delle quattro porte gran-
di triplicate d’ingrelìò. Anzi il termine di
tre di quelle li potea pitturar vagamente ,
da una parte Sul muro, che ci s’incontra,
dall’altre su quello della Dogana, e del ri-
cetto per li Soldati, che in poca dislanza, e
nel rincontro eran da fabricarli. Le quattro
piazze non li voleano vacue , nè abbando-
nate , ma oltre a un pozzo nel mezo, Se I’
avelTero i mercanti creduto opportuno, con
due colonne, e Suo arco, o doveano aver
botteghini, facendoi quarti saccia di parte
e d’altra; o doveano aver portici, lotto
quali avesser luogo quelle panchette, e ta-
vole di varie miscee, che nella Fiera di le-
gno occupavano tutto il mezo della via piu
larga; e ve lo avellerò parimente i vendito-
ri di quadri, o di Carte: ma nel mezosen-
za impedire il pasfaggio doveanli /tendere
quelle ferrarezze, ed arnesi, che nella Fie-
ra di legno ingombravano buon tratto di
terreno dinanzi al Palazzo della Bra ; con
che anche ognuna delle piazze sarebbe Ha-
ta frequentatae fornita. In quella maniera
avrebbe ottenuta la sua intenzione il dise-
gno, la forza del quale in due colè princi-
palmente conlìste; cioè nella pronta comu-
nicazione, potendoli andar sempre da una
parte all’altra, o per linea retta, o con gi-
ro brevissimo; e nell’ elser l’interno tutto
faccia, non dovendo chi dentro l’una delle
porte ha pollo il piede, veder palmo di spa-
zio, che ila nel basfo occupato da muro, e
non aperto a contratti,mentre anchei tran-
liti nelle piazze hanno laterali di piccole bot-
teghe . Le strade doveano esser laslricate
in modo , che pronto foslè lo Scolo, nè aves-
sero mai fango; ordine pollo ancora , per-
chè folsero ripulite di tanto in tanto. Le te-
le , con cui si cuopre , Sopra le strade do-
veano Sollevarli a piramide, e volendoli
coprire anche le piazze, in quella di me-
zo a padiglione, e nelle quattro doveanli
/fendere orizontalmente . Ma essendosi da
que’ mercanti, che alsisterono all’ opera, cre-
duto ballante d’aver la pianta, Senza ri-
chieder’ altro, fecero por mano al lavoro, I
nell’esecuzion del quale si è prima peccato
nel riparto, e nella uguaglianza de’quarti,
benché disegno più facile, e più chiaro non
polla immaginarli ; dipoi in vece di porte
li sono fatte delle Spaccature, e li son tra-
lasciati i quattro slanzoni, e per l’udienza
del Vicario li è levata una delle Porte, ed
avanzato il muro Sino al pari delle botteghe;
ripiego, del quale non li potea penSar’ il mi-
gliore per guastar tutta 1’ armonia del dise-
gno, dislruggendone la corriSpondenza , e
raccorciando con gran disguslo del? occhio
la via di mezo. Aggiungeli ora la Sporcizia
delle strade, e la villania del tener le tele
bashssime, e a pezzi traScuratamente, con
che si farebbe brutta anche la Reggia di
Creso. Serva tutta quella dichiarazione uni-
camente per ben comprendere l’intera idea
d’un edilizio, che anche come ila, ha incon-
trata sì buona sorte, e tanto gradimento;
e serva insieme d’eccitamento a migliorar
qualche particolarità , e d’ avvertimento ad
alcun’altra Città, chesentesi, ne vada ora
meditando l’imitazione. Al foraliiero non
rincrescerà però comunque sia, d’ aver ve-
duto un edilizio accordato insieme di 270
botteghe, e chiuso tutto benché Senza mu-
raglia alcuna isòlata, e nuda. Il ballo rile-
vo in pietra, ch’è Sopra il ricetto del Vica-
rioè opera di Giuseppe Schiavi,
Non è ora l’ultima cosa, della qual ri-
chiegga in Verona chi viaggia , il nuovo
Teatro.L’ Accademia Filarmonica,la qua-
le nel principio, del passuto Secolo erse il gran
Salone, e il veslibolo, di cui si è parlato po-
co innanzi, avea intenzione di edificare an-
che un gran Teatro, ma all’uso antico,
come fi fàceano ancora in quel tempo;cioè
con gran Semicerchio di gradi, e logge So-
pra, tutto di legno, ma ornatisfimo, come
appar dal modello, che si conserva . Pochi
anni sono venne in deliberazione di eseguir
' sinalmente ciò che dagli avi fu meditato ,
ma con fabrica accomodata a i tempi, e se-
condo il presente uso, Chiamossi però da
Bologna il Sig. Francesco Bibbiena, coldi-
segno del quale si è fabricato un Teatro,
che vien creduto, pochi aver che il pareggi-
no per quanto Spetta alla perfezione della
/trattura; come ninno certamente l’ugua-
glia nellà nobiltà degli annessi , che ha di-
nanzi. Giulia è la proporzione, ed alla Cit-
tà adattata, benché P altezza, e gli orna-
menti lo faccian parereasfài più grande, che
non è, Oslèrvisi prima d’altro la nobil fron-
te della Scena con quelle due aperture la-
terali, e la separazion di essà dall’uditorio,
essenziale per la bellezza, e per la giulla con-
formazione d’un vero Teatro , non doven-
do niun degli uditori etìer’ofieso dallo stre-
pito
porte dell’ edilizio doveano esìèr Doriche ,
ed aver ciascheduna tre ingressi, un grande,
e due piccoli. Il dinanzi delle botteghe do- |
vea girare tutto uniforme, con pilaslrini ri- [
quadrati d’otto in otto piedi; potendoli serrar
con pietre colorate,dov altri occupasse spazio
maggiore, e non volesfe tanto lume. Alleotto
botteghe degli argentieri nella piazza di ;
mezo doveano vederli Sedici colonnette Do-
riche alquanto piti alte de i pilaslrini. Dal
centro li Sarebbero godute otto prospettive,
cioè delle quattro porte nobili degli slanzo-
ni negli angoli, e delle quattro porte gran-
di triplicate d’ingrelìò. Anzi il termine di
tre di quelle li potea pitturar vagamente ,
da una parte Sul muro, che ci s’incontra,
dall’altre su quello della Dogana, e del ri-
cetto per li Soldati, che in poca dislanza, e
nel rincontro eran da fabricarli. Le quattro
piazze non li voleano vacue , nè abbando-
nate , ma oltre a un pozzo nel mezo, Se I’
avelTero i mercanti creduto opportuno, con
due colonne, e Suo arco, o doveano aver
botteghini, facendoi quarti saccia di parte
e d’altra; o doveano aver portici, lotto
quali avesser luogo quelle panchette, e ta-
vole di varie miscee, che nella Fiera di le-
gno occupavano tutto il mezo della via piu
larga; e ve lo avellerò parimente i vendito-
ri di quadri, o di Carte: ma nel mezosen-
za impedire il pasfaggio doveanli /tendere
quelle ferrarezze, ed arnesi, che nella Fie-
ra di legno ingombravano buon tratto di
terreno dinanzi al Palazzo della Bra ; con
che anche ognuna delle piazze sarebbe Ha-
ta frequentatae fornita. In quella maniera
avrebbe ottenuta la sua intenzione il dise-
gno, la forza del quale in due colè princi-
palmente conlìste; cioè nella pronta comu-
nicazione, potendoli andar sempre da una
parte all’altra, o per linea retta, o con gi-
ro brevissimo; e nell’ elser l’interno tutto
faccia, non dovendo chi dentro l’una delle
porte ha pollo il piede, veder palmo di spa-
zio, che ila nel basfo occupato da muro, e
non aperto a contratti,mentre anchei tran-
liti nelle piazze hanno laterali di piccole bot-
teghe . Le strade doveano esser laslricate
in modo , che pronto foslè lo Scolo, nè aves-
sero mai fango; ordine pollo ancora , per-
chè folsero ripulite di tanto in tanto. Le te-
le , con cui si cuopre , Sopra le strade do-
veano Sollevarli a piramide, e volendoli
coprire anche le piazze, in quella di me-
zo a padiglione, e nelle quattro doveanli
/fendere orizontalmente . Ma essendosi da
que’ mercanti, che alsisterono all’ opera, cre-
duto ballante d’aver la pianta, Senza ri-
chieder’ altro, fecero por mano al lavoro, I
nell’esecuzion del quale si è prima peccato
nel riparto, e nella uguaglianza de’quarti,
benché disegno più facile, e più chiaro non
polla immaginarli ; dipoi in vece di porte
li sono fatte delle Spaccature, e li son tra-
lasciati i quattro slanzoni, e per l’udienza
del Vicario li è levata una delle Porte, ed
avanzato il muro Sino al pari delle botteghe;
ripiego, del quale non li potea penSar’ il mi-
gliore per guastar tutta 1’ armonia del dise-
gno, dislruggendone la corriSpondenza , e
raccorciando con gran disguslo del? occhio
la via di mezo. Aggiungeli ora la Sporcizia
delle strade, e la villania del tener le tele
bashssime, e a pezzi traScuratamente, con
che si farebbe brutta anche la Reggia di
Creso. Serva tutta quella dichiarazione uni-
camente per ben comprendere l’intera idea
d’un edilizio, che anche come ila, ha incon-
trata sì buona sorte, e tanto gradimento;
e serva insieme d’eccitamento a migliorar
qualche particolarità , e d’ avvertimento ad
alcun’altra Città, chesentesi, ne vada ora
meditando l’imitazione. Al foraliiero non
rincrescerà però comunque sia, d’ aver ve-
duto un edilizio accordato insieme di 270
botteghe, e chiuso tutto benché Senza mu-
raglia alcuna isòlata, e nuda. Il ballo rile-
vo in pietra, ch’è Sopra il ricetto del Vica-
rioè opera di Giuseppe Schiavi,
Non è ora l’ultima cosa, della qual ri-
chiegga in Verona chi viaggia , il nuovo
Teatro.L’ Accademia Filarmonica,la qua-
le nel principio, del passuto Secolo erse il gran
Salone, e il veslibolo, di cui si è parlato po-
co innanzi, avea intenzione di edificare an-
che un gran Teatro, ma all’uso antico,
come fi fàceano ancora in quel tempo;cioè
con gran Semicerchio di gradi, e logge So-
pra, tutto di legno, ma ornatisfimo, come
appar dal modello, che si conserva . Pochi
anni sono venne in deliberazione di eseguir
' sinalmente ciò che dagli avi fu meditato ,
ma con fabrica accomodata a i tempi, e se-
condo il presente uso, Chiamossi però da
Bologna il Sig. Francesco Bibbiena, coldi-
segno del quale si è fabricato un Teatro,
che vien creduto, pochi aver che il pareggi-
no per quanto Spetta alla perfezione della
/trattura; come ninno certamente l’ugua-
glia nellà nobiltà degli annessi , che ha di-
nanzi. Giulia è la proporzione, ed alla Cit-
tà adattata, benché P altezza, e gli orna-
menti lo faccian parereasfài più grande, che
non è, Oslèrvisi prima d’altro la nobil fron-
te della Scena con quelle due aperture la-
terali, e la separazion di essà dall’uditorio,
essenziale per la bellezza, e per la giulla con-
formazione d’un vero Teatro , non doven-
do niun degli uditori etìer’ofieso dallo stre-
pito