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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Terza): Contiene La Notizia Delle Cose In Questa Citta' Piu' Osservabili — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1732

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Capo quinto: Mura, e Bastioni
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https://doi.org/10.11588/diglit.62319#0072
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i35 MURA, E
none, e di sì fatti sotterranei, che ampj,
nobili, e asciutti sono così freq uenti, e varj nel-
la vecchia parte di quello recinto, si potrebbe
in oggi più toslo far’uso per asiicurarvi dalle
bombe gli uomini, e le monizioni. Chi sa
non avesièro in que’tempi tale intendimento
ancora? poiché siccome fu in Italia, cheli
ridalle finalmente in arte il maneggio dell’
artiglieria, flato per lungo tempo tardo, in-
certo, e pericolosò; così esièrvisi già usati
i mortari, benché poi dismesiì , ed elsersi
con erti gettati in aria salli, e grandisiimi
globi di ferro, che cadendo sfondavano tet-
ti, e volte, da più Scrittori si può raccoglie-
re. Si ha dal Baldinucci, come il Buonta-
lenti,che fioriva nel 15 56 inventò altresì pal-
la di cannone, che scoppiava, e mettea fuoco.
La porta del Vescovo a mezo la cortina,
benché sia l’inferior delle noflre, è però mol-
to nobile, ornata, e ben pensata . Da erta
alla porta di S. Giorgio i bastioni son tutti
rotondi, ma così grandi, così massicci , e
così ben muniti, che ben meritano d’essere
osièrvati. Prendasene /aggio dal primo di S.
Toscana. Ha dieci cannoniere in giro , ca-
vate nel muro grosiìlsimo, che fa parapetto,
con due feritoie oblique a lato di ciaschedu-
na per moschetti, e con tromba, che aliai
s’allarga nel di fuori, per poter ferire a pia-
cere. Su i fianchi ha le casematte con am-
pio ingresiò, grandi ed alte, co’Ior fori so-
pra predo il muro: le cannoniere vengono a
radere il fosfo. Ove si comincia a salire, la
fosfa è incavata a scalpello . Sul colle resta
il muro Scaligero con le sue torri, ma fuor
di erto nell’alto si sporge il bartione di San
Zen’ in monte, indi l’altro di S. Felice.
Il Cartello, eh’ éfondato in parte sui mas-
ie, seguendo la necessìtà della situazione,
consifle dalla parte di fuori in un grandisii-

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mo tanaglione , formato da mura terribi-
li , ed alle quali difficilmente si vedranno le
comparabili. Ha porte di sortita , e modi
varj di difesa , e casematte di grandisiima
opera una siotto l’altra, nella più profonda
delle quali ragunandosi quantità d’acqua che
vi cola, vi è fiata per bizarria mesià una
barchetta per girarvi dentro, donde si può
intendere quanto sia spaziosa.Tra le mura,
e i terrapieni è in più luoghi un vacuo con
tre volte una sopra l’altra. Ampia e corno»
da firada dà comodo di tirar l’artiglieria su
le punte della tenaglia. Dentro si vede par-
te del recinto antico anteriore , lavorato
fin nel 1400, con feritoie, e ingegni di va»
rie maniere, e cannoniere aperte, elargire
di fuori, benché dica il Macchiavelli, che
avanti la venuta di Carlo Vili non si sapesi
sero fare in tal modo. La porta interiore
ha due torrette a canto fiaccate, ch’era
uso antico; e verso la Città è coperto il
Cartello da un’ opera a corno , tutta di
pietra qual 1’ ha data il luogo fiesiò. Que»
fi’ opera fu fatta dopo la venuta del San-
micheli. Bell’ edicola è nel mezo col S.
Marco, ed arme de’ Rettori, e ricetto per
la sentinella. Venendo dalla Città al Ca-
rtello si monta su la piazza di quello terra-
pieno per bella porta laterale, ornata di co-
lonne Doriche con fàsce roze.
Proseguendoil recintoli trova in poca di-
sianza il bartion della Bacola , così detto,
perch’ era quivi una porta, che appar nel
di fuori ancora, sofienuto dinanzi ad essà
con volte il terreno. Dal Bartione al Cartel-
lo di S. Pietro fiendesi una traversa di gras-
so mura, che mostra nella cima, come fia-
cca difesa di qua e di là. Ma portiamoci al
bastion delle Beccare, così detto per le gran
bocche, che son nel suolo della sua piazza-,

B

Di
 
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