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lirecupitum, petitumque Prìncìpìbus, & ad bunc
ufque diem nulli concetffum , ad te folum fua e-
tìam sponte mlttendum curavi. Et quamquam
ipfius virtutum profanila hominem hunc abun-
de tibi commendet , eumdem tamen totum in
sidem 6* benevolentìam tuam trado, atque ita
commendo y ut malori cura^fludio , ac follie ìtu-
dìne animi commendare non posfim . Tùum ejl
isitur , illum tua humanìtate ac follia benigni-
tate compierli, Vellem nunc inviéììjfime Prin-
ceps, & maxime caper em , e am mihì ab immor-
tali Deo sacuitateli dari, ut in hoc primo de fi-
derio tuo rerum nosrarum, in hocque primo
Match ai nofiri adventu , eximium libi alì-
quod munus, & tua maleflate dìgnum exhibe-
re pofsem &c.
Ritratti in Medaglia fece anche Frances
co Caroti per detto del Vasari , ma con
assai miglior disegno, e maesiria Giulio del-
la Torre , di cui parlammo nel libro quar-
to degli Scrittori , dove ancora alcune sue
opere di tal genere si son publicate . Nel
monumento quivi mentovato di Gerolamo,
e di Marc’ Antonio della Torre in S. Fer-
mo, sei quadri di metallo incastrati si veg-
gono , con grandissima quantità di figure
nobilmente istoriati . Se a quello Giulio ,
che di tal profèssione grandemente si dilet-
tò , debbano attribuirli, non saprei dire .
AI Campagna certamente 1non gli attribue-
rei, perchè se ben lodevoli non arrivano all’
eccellenza del costui disegno , nè della no-
biltà de’suoi getti, che apparisee nelle due
figure al naturale , quali son nel prospetto
del Consiglio . Anche in S; Giorgio buone
statuette ci son di metallo, ma che non ugua-
gliano la maniera del Campagna. Più Medà-
glie ho veduto ancora fattene! principio deh
decimosesto secole col nome dell’ autore in
tal guisa : soannes Maria Pòpnedellus Vìlafr an-
corimi Veronenfis secìt . '
Ma benché anche di quest’ arte ora qui si
manchi, io vorrei quali perdonar tutto alla
seioperatezza de’ tempi, se almeno si fòssè
ritenuto da’ nostri l’intaglio in rame, ed in
legno per la stampa . Quella bellissim’ arte
si può rendere così utile ad una Città qual’
è la nostra, che non si può dire quanto pre-
giudizio le abbia recato il renderli così rara,
e il mancarvi chi con lode 1’ eserciti . Mi-
niera d’oro, ove industrioso fosse il genio, sa-
rebbero fiate qui lenossre belle, e moltissime
vedute, e le nostre antichità, e sopra tutto le
nostre pitture . Nè miglior modo può tro-
varli mai di render famose in ogni parte le
proprie cose, e di farle celebrar dapertut-
to . AI non frequentarli qui 1’ intaglio im-
putar si dee , 1’ esser rimaso incognito al
mondo il valor de’ nofiri pittori. Cento ope-
re giudiziosamente seelte , e ridotte nobil-
Ver. lllufir. Parte III
S E S T o. 198
mente in un libro farebbero maravigliare le
scuole d’ ogni paese, e si renderebbero la
delizia di tutti i dilettanti. Sarebbe tanto
più opportuno l’applicare a ciò , quanto
che molte vanno svanendo da i muri o per
varj accidenti firuggendosi , come tante e
tant’ altre hanno già fatto . Piaccia però a
Dio, che la fantasia d’eseguir tale idea ,
l non entri mai nell’ animo di persone basse,
l e di basso spirito, nè di chi per poca cogni-
zione fosse poi per tradire il progetto ,
non facendo ricerca d’eccellenti disegnatori,
e non curando la singolarità degl’intagliato-
ri , e non prendendo direzione per la seelta,
per 1’ ordine , e per 1’ altre circostanze da
chi folle di perfetta intelligenza .
Ne’passati tempi si segnalarono de’nostri
in quest’ arte, e furon perciò dal Vasari lo-
dati , Battista dal Moro, che molte carte
scolpì di paesi , e Giacopo Caraglio, che
visse quali sempre fuori, e lavorò emulan-
do il rinomato Marc’ Antonio Bolognese.
Incisa sin dal 1563 in Venezia da Paolo Fur-
iarli Veronese gran carta si trova dell’ Afri-
ca , e nel susseguente secole Orazio Farina-
to più opere di suo padre bravamente inta-
gliò ad acqua forte. Per eccitare a così bell’
arte , termineremo facendo avvertire , co-
me in Verona prima che in verun’altra par-
te si pose mano a farne uso ne’ libri . Che
l’intaglio , e lo stampar figure s’inventasse
a Firenze, pòco dopo che s’inventò in Ger-
mania lo stapipar caratteri per più Scrittori
Fiorentini è già noto. Era però ancora bam-
bina 1’ arte , e quali ambigua di se medesi-
mà, .quando applicatovi Andrea Mantegna
in Róma la: ridussè a compimento. Egli,
coni’ è fiato scritto anche dal Baldinucci
nella vita d' Alberto Durerò , su il primo a
dar„ suori Carte fìampate , che furono i suoì
Trionsi, con altre cofe, e ciò non prima del tem-
po d'innocenti Vili, il quale alla Pontificia
Sede fu esalsato nel 1484 . De’ libri della
Geografia dii Tolomeo con le tavole , che
palla per la psim’opera ch’abbi avuto stam-
pe, non è nota sinora edizion più vecchia
del 1482, non dovendoli badare a gli equi-
voci, che in ciò appariseono nella prefazione-
di Gerardo Mercatore . Posterior d’alquan-
to è il libro in foglio grande contenente le
Giornate della Geografia di Francesco Ber-
linghieri Fiorentino in terza rima, che pur’
ha le tavole Tolemaiche . Ma in Verona
fu nel 14 72 con quantità di figure d’ ar-
mi , di machine, d’ edifizj , e d’ uomini, e
d’ animali stampata 1’ opera di Roberto
Valturio De re militari. Quindi è che lo
Stampatore tal vanto si diede nel fine :
Joannes&c. hunc de re militari librum eleganti}-
simum literìi & sigurati! signìs sua in patsia prìt
mar
lirecupitum, petitumque Prìncìpìbus, & ad bunc
ufque diem nulli concetffum , ad te folum fua e-
tìam sponte mlttendum curavi. Et quamquam
ipfius virtutum profanila hominem hunc abun-
de tibi commendet , eumdem tamen totum in
sidem 6* benevolentìam tuam trado, atque ita
commendo y ut malori cura^fludio , ac follie ìtu-
dìne animi commendare non posfim . Tùum ejl
isitur , illum tua humanìtate ac follia benigni-
tate compierli, Vellem nunc inviéììjfime Prin-
ceps, & maxime caper em , e am mihì ab immor-
tali Deo sacuitateli dari, ut in hoc primo de fi-
derio tuo rerum nosrarum, in hocque primo
Match ai nofiri adventu , eximium libi alì-
quod munus, & tua maleflate dìgnum exhibe-
re pofsem &c.
Ritratti in Medaglia fece anche Frances
co Caroti per detto del Vasari , ma con
assai miglior disegno, e maesiria Giulio del-
la Torre , di cui parlammo nel libro quar-
to degli Scrittori , dove ancora alcune sue
opere di tal genere si son publicate . Nel
monumento quivi mentovato di Gerolamo,
e di Marc’ Antonio della Torre in S. Fer-
mo, sei quadri di metallo incastrati si veg-
gono , con grandissima quantità di figure
nobilmente istoriati . Se a quello Giulio ,
che di tal profèssione grandemente si dilet-
tò , debbano attribuirli, non saprei dire .
AI Campagna certamente 1non gli attribue-
rei, perchè se ben lodevoli non arrivano all’
eccellenza del costui disegno , nè della no-
biltà de’suoi getti, che apparisee nelle due
figure al naturale , quali son nel prospetto
del Consiglio . Anche in S; Giorgio buone
statuette ci son di metallo, ma che non ugua-
gliano la maniera del Campagna. Più Medà-
glie ho veduto ancora fattene! principio deh
decimosesto secole col nome dell’ autore in
tal guisa : soannes Maria Pòpnedellus Vìlafr an-
corimi Veronenfis secìt . '
Ma benché anche di quest’ arte ora qui si
manchi, io vorrei quali perdonar tutto alla
seioperatezza de’ tempi, se almeno si fòssè
ritenuto da’ nostri l’intaglio in rame, ed in
legno per la stampa . Quella bellissim’ arte
si può rendere così utile ad una Città qual’
è la nostra, che non si può dire quanto pre-
giudizio le abbia recato il renderli così rara,
e il mancarvi chi con lode 1’ eserciti . Mi-
niera d’oro, ove industrioso fosse il genio, sa-
rebbero fiate qui lenossre belle, e moltissime
vedute, e le nostre antichità, e sopra tutto le
nostre pitture . Nè miglior modo può tro-
varli mai di render famose in ogni parte le
proprie cose, e di farle celebrar dapertut-
to . AI non frequentarli qui 1’ intaglio im-
putar si dee , 1’ esser rimaso incognito al
mondo il valor de’ nofiri pittori. Cento ope-
re giudiziosamente seelte , e ridotte nobil-
Ver. lllufir. Parte III
S E S T o. 198
mente in un libro farebbero maravigliare le
scuole d’ ogni paese, e si renderebbero la
delizia di tutti i dilettanti. Sarebbe tanto
più opportuno l’applicare a ciò , quanto
che molte vanno svanendo da i muri o per
varj accidenti firuggendosi , come tante e
tant’ altre hanno già fatto . Piaccia però a
Dio, che la fantasia d’eseguir tale idea ,
l non entri mai nell’ animo di persone basse,
l e di basso spirito, nè di chi per poca cogni-
zione fosse poi per tradire il progetto ,
non facendo ricerca d’eccellenti disegnatori,
e non curando la singolarità degl’intagliato-
ri , e non prendendo direzione per la seelta,
per 1’ ordine , e per 1’ altre circostanze da
chi folle di perfetta intelligenza .
Ne’passati tempi si segnalarono de’nostri
in quest’ arte, e furon perciò dal Vasari lo-
dati , Battista dal Moro, che molte carte
scolpì di paesi , e Giacopo Caraglio, che
visse quali sempre fuori, e lavorò emulan-
do il rinomato Marc’ Antonio Bolognese.
Incisa sin dal 1563 in Venezia da Paolo Fur-
iarli Veronese gran carta si trova dell’ Afri-
ca , e nel susseguente secole Orazio Farina-
to più opere di suo padre bravamente inta-
gliò ad acqua forte. Per eccitare a così bell’
arte , termineremo facendo avvertire , co-
me in Verona prima che in verun’altra par-
te si pose mano a farne uso ne’ libri . Che
l’intaglio , e lo stampar figure s’inventasse
a Firenze, pòco dopo che s’inventò in Ger-
mania lo stapipar caratteri per più Scrittori
Fiorentini è già noto. Era però ancora bam-
bina 1’ arte , e quali ambigua di se medesi-
mà, .quando applicatovi Andrea Mantegna
in Róma la: ridussè a compimento. Egli,
coni’ è fiato scritto anche dal Baldinucci
nella vita d' Alberto Durerò , su il primo a
dar„ suori Carte fìampate , che furono i suoì
Trionsi, con altre cofe, e ciò non prima del tem-
po d'innocenti Vili, il quale alla Pontificia
Sede fu esalsato nel 1484 . De’ libri della
Geografia dii Tolomeo con le tavole , che
palla per la psim’opera ch’abbi avuto stam-
pe, non è nota sinora edizion più vecchia
del 1482, non dovendoli badare a gli equi-
voci, che in ciò appariseono nella prefazione-
di Gerardo Mercatore . Posterior d’alquan-
to è il libro in foglio grande contenente le
Giornate della Geografia di Francesco Ber-
linghieri Fiorentino in terza rima, che pur’
ha le tavole Tolemaiche . Ma in Verona
fu nel 14 72 con quantità di figure d’ ar-
mi , di machine, d’ edifizj , e d’ uomini, e
d’ animali stampata 1’ opera di Roberto
Valturio De re militari. Quindi è che lo
Stampatore tal vanto si diede nel fine :
Joannes&c. hunc de re militari librum eleganti}-
simum literìi & sigurati! signìs sua in patsia prìt
mar