209 C A P O S E
ben’ intendendo, come niente in quello mo-
do tolgono a se slessi, nè a poderi, e tanto
più,che gli eredi naturali di così fatte cose
son veramente gl’inspirati dall’ isteslb genio.
Molto si distinsero tra gli altri per quantità
J’Iscrizioni, e di bassirilevi dati il Marche-
se Uxa7io Sagramelo, i Conti Torri, e il
Conte D«-.qe] £jsca- nè si lascerà nella pu-
blicazione di ideilo Museo di nominare, e
di render giudizio anche a que’ molti, che
una sola o due ne diede! o, 0 ne procuraro-
no. Ma non ne’ Veronesi solam^te; si de-
llo anche nell’animo d’alcuni sceltissmùi>a.
trizj Venetigran compiacimento di tale idea,
onde di srugolati monumenti Greci consen-
tirono di far nobil dono; si inguaiarono tra
quelli i prestantilsimi Senatori Pietro Gri-
mani, Angelo Emo, Filippo Nani, Fede-
rico Cornato, Alvilè Mozenigo, Marco
Cornato: anzi il Cardinal Francesco Barba-
rigo allora Vescovodi Brescia, e il Cava-
lier Giorgio Contarini allora Podestàdi Ve-
rona vollero aver parte anche nella spesa
della prima collocazione. Nè dee tacerli del
Conte Bernardo Lodoli, che di due rare
lapide Greche in Venezia fece regalo, ve-
nutegli da Corinto.
L’ erudito adunque che si porterà nel
cortile dell’ Accademia , vedrà comporta
d’ antichi marmi tutta la muraglia del
sinistro lato in lunghezza di piedi 170 , e
in altezza , che non riesea incomoda a
leggere con cornice sopra , che difende
da pioggia , e con gradino di pietra da
piede: ma non quella era l’intenzione, e
l’idea, 1’esecuzion della quale , che non
era di mediocre dispendio, da accidenti so-
pravenuti su distornata. Disegno era adun-
que di riquadrar prima d’altro il cortile,
/pianando le piccole case, che n’ occupa-
no una parte ; indi coprir d’ antiche reli-
quie tutti e tre i lati : e poiché nobil
porta si richiedea nel mezo , si pensava
di trasportarvi 1’ antica e nobile , che a
tempo de’ Romani fu del Palazzo della
ragione , e di cui abbiam parlato nel se-
condo Capo, già che rta ora in poco co- ■
spicuo luogo, e sotserrata in parte , e
quali ignota: nè parca poterli trovar cosa
a un Museo d’antiche Iscrizioni più adatta-
ta , che di porvi innanzi un antico e così
nobil prospetto, e che porta nella fronte Iscri-
zione. Le lapide poi doveano collocarli con
alquanto più di dignità; cioè con portichet-
to innanzi , che le coprisiè meglio, e po-
sasse su pilastrini più distanti che folle
possibile , e architravati , per lasciar più
patenti d’ intorno e più libere all’ occhio
le pietre. Tra un pilastrino e 1’ altro do-
vean piantarli nel mezo le colonnette mi-
sVr. llliifir. Parte HI.
gliarie, e ancora que’piedestalli che serir-
ti elsendo , o figurati da più parti , son
da collocare, come, dice Pindaro, era il
sepolcro di Pelope , cioè circuitile y e iso- ozyw.tw.
lato , lor riservando 1’ ambito , come di
più monumenti dicono le Iscrizioni, cioè «Jiturn ,
il poterli rigirar d’intorno. Di lapide per
tanto spazio dovea farli seelta incetta an-
che in lontane parti , mirando a mette-
re insieme , ed a conservare le più im-
portanti , e le più fruttuose ; tuttoché
abbia provato a suo gran corto chi si è
preso quello piacere, di quanto dispendio
rieseano spelso anche le donate , quando
son pezzi grandi, e di molto lontano deb-
ban condurli . La disposizion pure dovea
ertère alquanto più graziosa, ridotti anco-
ra in altra parte insieme alcuni minuzza-
mi ; e tra i pilastrini, e le colonnette do-
vea serrarli per dinanzi con nobile e bas-
so cancello di ferro . Nel prospetto , e
lòtto il gran vestibolo , pili istoriati , e
pezzi più gelosi dovean riporli. Verranno
forsè un giorno tempi migliori , e Anti-
quari più fortunati.
Ma parlando sidamente di ciò , che co-
me si è potuto, si è fatto , osfervi il fòra-
rtiero , quanti grandirtìmi pezzi siansi qua
trasportati, eh’è ben’altra faccenda che il
far raccolta di titolotti sepolcrali presi da i
sotterranei monumenti di Roma . Osservi
poi, come le lapide, per quanto è slato porti-
bile, son disporte per darti, generandone in
tal modo Museo. La prima serie è delle Gre-
che , quali comprese le non collocate anco-
ra , perchè acqurtiate dopo , s’ apprertàno
al numero di 60 . Non se ne veggon tante,
che unicamente nella raccolta d’ Oxford ,
ma quelle per 1’ aria correli va del paese son
già logore, e guarte . Si ha tra le nortre la
lunghissima in otto colonne di scrittura, che 216.
occupa nel Gruserò quattro facciate, e che
se ben di maiuscolo minuto , si legge inte*
ramente tutta . Fra i molti bassirilevi ab-
biam rappresentato qui in un finale quello
d’ Euclea figliuola d’Agatone , e moglie d’ A-
rissodemo , come sopra vi rta scritto : non è
qui luogo di mortrare , quante cose da elso
si ritraggano per gli antichi costumi. Delle
Latine prima è la classè delle votive , cioè
dedicate a qualche Deità : sopra 50 sono
anch’ esfe, benché alcune per l’isterta ra-
gione non si veggano con 1’ altre : alquante
ve n’ ha di molto singolari publicate a piè
dell’ Istoria . Vengono apprettò le Impera-
torie , tra le quali quella d’ Augusto di così
ampia mole è venuta da Zara : con quelle
si polsono computare dodici colonnette mi-
gliane , quale spezie d’ iscrizioni è aliai ra-
ra: una n’è tra esse di marmo Africano, che
O si può
T T I M O.
ben’ intendendo, come niente in quello mo-
do tolgono a se slessi, nè a poderi, e tanto
più,che gli eredi naturali di così fatte cose
son veramente gl’inspirati dall’ isteslb genio.
Molto si distinsero tra gli altri per quantità
J’Iscrizioni, e di bassirilevi dati il Marche-
se Uxa7io Sagramelo, i Conti Torri, e il
Conte D«-.qe] £jsca- nè si lascerà nella pu-
blicazione di ideilo Museo di nominare, e
di render giudizio anche a que’ molti, che
una sola o due ne diede! o, 0 ne procuraro-
no. Ma non ne’ Veronesi solam^te; si de-
llo anche nell’animo d’alcuni sceltissmùi>a.
trizj Venetigran compiacimento di tale idea,
onde di srugolati monumenti Greci consen-
tirono di far nobil dono; si inguaiarono tra
quelli i prestantilsimi Senatori Pietro Gri-
mani, Angelo Emo, Filippo Nani, Fede-
rico Cornato, Alvilè Mozenigo, Marco
Cornato: anzi il Cardinal Francesco Barba-
rigo allora Vescovodi Brescia, e il Cava-
lier Giorgio Contarini allora Podestàdi Ve-
rona vollero aver parte anche nella spesa
della prima collocazione. Nè dee tacerli del
Conte Bernardo Lodoli, che di due rare
lapide Greche in Venezia fece regalo, ve-
nutegli da Corinto.
L’ erudito adunque che si porterà nel
cortile dell’ Accademia , vedrà comporta
d’ antichi marmi tutta la muraglia del
sinistro lato in lunghezza di piedi 170 , e
in altezza , che non riesea incomoda a
leggere con cornice sopra , che difende
da pioggia , e con gradino di pietra da
piede: ma non quella era l’intenzione, e
l’idea, 1’esecuzion della quale , che non
era di mediocre dispendio, da accidenti so-
pravenuti su distornata. Disegno era adun-
que di riquadrar prima d’altro il cortile,
/pianando le piccole case, che n’ occupa-
no una parte ; indi coprir d’ antiche reli-
quie tutti e tre i lati : e poiché nobil
porta si richiedea nel mezo , si pensava
di trasportarvi 1’ antica e nobile , che a
tempo de’ Romani fu del Palazzo della
ragione , e di cui abbiam parlato nel se-
condo Capo, già che rta ora in poco co- ■
spicuo luogo, e sotserrata in parte , e
quali ignota: nè parca poterli trovar cosa
a un Museo d’antiche Iscrizioni più adatta-
ta , che di porvi innanzi un antico e così
nobil prospetto, e che porta nella fronte Iscri-
zione. Le lapide poi doveano collocarli con
alquanto più di dignità; cioè con portichet-
to innanzi , che le coprisiè meglio, e po-
sasse su pilastrini più distanti che folle
possibile , e architravati , per lasciar più
patenti d’ intorno e più libere all’ occhio
le pietre. Tra un pilastrino e 1’ altro do-
vean piantarli nel mezo le colonnette mi-
sVr. llliifir. Parte HI.
gliarie, e ancora que’piedestalli che serir-
ti elsendo , o figurati da più parti , son
da collocare, come, dice Pindaro, era il
sepolcro di Pelope , cioè circuitile y e iso- ozyw.tw.
lato , lor riservando 1’ ambito , come di
più monumenti dicono le Iscrizioni, cioè «Jiturn ,
il poterli rigirar d’intorno. Di lapide per
tanto spazio dovea farli seelta incetta an-
che in lontane parti , mirando a mette-
re insieme , ed a conservare le più im-
portanti , e le più fruttuose ; tuttoché
abbia provato a suo gran corto chi si è
preso quello piacere, di quanto dispendio
rieseano spelso anche le donate , quando
son pezzi grandi, e di molto lontano deb-
ban condurli . La disposizion pure dovea
ertère alquanto più graziosa, ridotti anco-
ra in altra parte insieme alcuni minuzza-
mi ; e tra i pilastrini, e le colonnette do-
vea serrarli per dinanzi con nobile e bas-
so cancello di ferro . Nel prospetto , e
lòtto il gran vestibolo , pili istoriati , e
pezzi più gelosi dovean riporli. Verranno
forsè un giorno tempi migliori , e Anti-
quari più fortunati.
Ma parlando sidamente di ciò , che co-
me si è potuto, si è fatto , osfervi il fòra-
rtiero , quanti grandirtìmi pezzi siansi qua
trasportati, eh’è ben’altra faccenda che il
far raccolta di titolotti sepolcrali presi da i
sotterranei monumenti di Roma . Osservi
poi, come le lapide, per quanto è slato porti-
bile, son disporte per darti, generandone in
tal modo Museo. La prima serie è delle Gre-
che , quali comprese le non collocate anco-
ra , perchè acqurtiate dopo , s’ apprertàno
al numero di 60 . Non se ne veggon tante,
che unicamente nella raccolta d’ Oxford ,
ma quelle per 1’ aria correli va del paese son
già logore, e guarte . Si ha tra le nortre la
lunghissima in otto colonne di scrittura, che 216.
occupa nel Gruserò quattro facciate, e che
se ben di maiuscolo minuto , si legge inte*
ramente tutta . Fra i molti bassirilevi ab-
biam rappresentato qui in un finale quello
d’ Euclea figliuola d’Agatone , e moglie d’ A-
rissodemo , come sopra vi rta scritto : non è
qui luogo di mortrare , quante cose da elso
si ritraggano per gli antichi costumi. Delle
Latine prima è la classè delle votive , cioè
dedicate a qualche Deità : sopra 50 sono
anch’ esfe, benché alcune per l’isterta ra-
gione non si veggano con 1’ altre : alquante
ve n’ ha di molto singolari publicate a piè
dell’ Istoria . Vengono apprettò le Impera-
torie , tra le quali quella d’ Augusto di così
ampia mole è venuta da Zara : con quelle
si polsono computare dodici colonnette mi-
gliane , quale spezie d’ iscrizioni è aliai ra-
ra: una n’è tra esse di marmo Africano, che
O si può
T T I M O.