Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

DOI Artikel:
Orsi, Paolo: Urne funebri cretesi dipinte su vasi allo stile di Micene
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0127

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
219

URNE FUNEBRI CRETESI

220

II- RITO FUNEBRE.

Pare che l'uso delle urne, di cui fin qui si discorse,
e che appariscono come una vera novità, così in mezzo
alla ceramica, come alle tombe fin qui conosciute della
civiltà di Micene, si riconnetta intieramente con l'ado-
zione di uno speciale rito funebre, perocché se esso
fosse stato la semplice deposizione di cadaveri incom-
busti, allora le urne sarebbero state del tutto insuffi-
cienti ad accoglierli, quando anche si volessero suppor-
re, cosa inverosimile del resto, rattrappiti. Potrà taluno
anche pensare che le sei urne descritte, la maggiore
delle quali tocca i cm. 96, non avessero servito che
per bambini, ma la cosa è poco probabile, per ciò che
vedonsi raccolte quattro di tali urne proprio in uno
stesso sepolcro. Nò d'altro canto, se il rito fosse stato
quello della incinerazione, per conservare i residui com-
busti del defunto erano necessari recipienti di così grandi
dimensioni, mentre sarebbe bastato un cinerario qual-
siasi (XdcQvat, (piàlrj). Aggiungasi che non abbiamo in-
dicazioni baste voli sulle circostanze che accompagna-
rono le scoperte delle urne. Di quelle di Anoja questo
solo ci consta, che esse contenevano delle ossa con-
sumate, il che solo basta a denotare che non trattavasi
della deposizione di un cadavere o di uno intero sche-
letro, nò quantomeno della completa combustione dello
stesso, che in tal caso sarebbe stata segnalata la pre-
senza di avanzi carbonizzati e di ceneri, e non di ossa.
Oggi stesso non vi ha perfetto accordo sul rito funebre
dell'età di Micene ('), per ciò, che sebbene vada as-
solutamente esclusa la combustione intera e completa
dei cadaveri, non è egualmente esatto che si osservasse,
sempre ed esclusivamente, la deposizione dei cadaveri
intatti ; lo stato stesso di devastazione della maggior
parte delle tombe rende difficile un esatto giudizio.

Tuttavia se noi riandiamo lé relazioni sulle sco-
perte, ne raccoglieremo elementi per meglio spiegare

(') Mentre lo Schliemann propende in tutti i suoi rap-
porti a vedere una combustione parziale ed iniziale dei cadaveri,
lo Schuchard, compilatore critico delle predette opere (Schlie-
manns Ausgrabungen in Troja, Tiryns, Mykenà, Orchomenos,
Ithaka, im Lichte der heutingen Wissenschaft dargestellt Li-
psia 1890, p. 183, 189, 331) ammette senz' altro la deposizione
pura e semplice ; cosi l'Helbig Homerisches Epos1 p. 52. —
Parmi invece più equa l'opinione adottata dal von Eohden (voce
Mykenai nei Denhnaeler del Baumaister p. 986) che ammette
una « theilweise Verbrennung im Grabe selbst stattgefunden,

la destinazione delle urne. A Micene nella seconda
tomba gli avanzi di tre scheletri sono deposti sopra
un letto di carboni e ceneri, e suggeriscono allo Schlie-
mann (o. c. p. 234) il pensiero, che il fuoco sia stato solo
iniziale, in quanto consumò solo le vesti e le carni ;
i tre scheletri della terza tomba (p. 244), i cinque
della quarta (p. 293-94), si presentano in condizioni
analoghe, non meno che due dei tre della quinta tomba
(p. 377); il terzo era rozzamente imbalsamato. Per
tutti questi casi il Gladstone (Préface ad op. laud.
p. 37) ha presentato una spiegazione poco plausibile,
ammettendo la combustione incompleta sul posto del
sepolcro, non per intenzionalità di rito, ma per difetto
di ventilazione nelle fosso profondo. Invece la inten-
zionalità di un tale rito parmi splendidamente atte-
stata dalla cura posta nel coprire gli avanzi del ca-
davere di maschere d'oro, e di tanti altri gioielli, non
tocchi dal fuoco. Se passiamo anche a meno ricche e
non principesche tombe, il caso, esaminato attenta-
mente, non è diverso. A Spata nella prima cella si
trovarono ossa ed un cranio intatto, ma in un angolo
ossa arse (Furtwaengler e L., o. c. p. 36) ; lo Schlie-
mann (2) dichiara inoltre che si ebbero cadaveri im-
perfettamente arsi, in un letto di ceneri e carboni.
Ad Haliki, secondo il rapporto del sig. Lolling (apud
Furtw. e Loesch., p. 37-38), si ebbero scheletri distesi,
ma accanto ad essi dei mucchietti di ossa umane, ac-
cumulati, secondo una plausibile interpretazione, per
far posto a nuovi venuti. Analoga osservazione fu fatta
in rin sepolcro intatto a Palamidi presso Nauplia (Lol-
ling nelle Mittheilungen 1880 p. 153 e segg.), ove,
accanto a scheletri distesi, uno era stato buttato in
disparte e sformato; in altro sepolcro della stessa necro-
poli (p. 161), si rilevarono delle fosse ossuarie, mentre
delle nicchie aperte nel ÓQÓuog contenevano, a quel che
pare, resti di cadaveri arsi. Nel grande sepolcro di
Menidi (3) il diligente esploratore constatò sparsi sul

« etwa zu dem Zwecke di Leiche von Verwesung zu schiitzen »
ciò che combinerebbe giustamente coi tentativi di conservazione
del cadavere col mezzo del raQ/veiv, riconosciuti in una tomba
di Micene (Helbig, o. c. p. 40).

(2) Description d'un tombeau découvert a Spata en At-
tigue nel suo Mycenes, p. 40-15 ; si suppose da taluni, che le
ossa combuste, che trovansi talora accanto alle incombuste, spet-
tino ad animali immolati ; ma finora la cosa non è confortata
da alcun giudizio di zoologi.

(3) Lolling Das Kuppelgrab dei Menidi. Atene 1880, p. 248.
 
Annotationen