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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Helbig, W.: Osservazioni sopra i ritratti di Fulvia e di Ottavia
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0323

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OSSERVAZIONI SOPRA I RITRATTI

DI FULVIA E DI OTTAVIA

(Con due tavole)

La testa di marmo pubblicata per la prima volta
nelle tavole aggiunte I e II la proviene, secondo co-
municazioni degne di fede, dalle rovine di un'antica
villa situata sulle montagne di Albano a levante di
Colonna nella contrada denominata Collicola. Le scul-
ture recentemente trovate in quel posto sono registrate
nelle Notizie degli scavi 1890 p. 89. E sembra pro-
babile che il nostro marmo sia identico colla « testa
di donna (iconica) al naturale » ivi menzionata, giac-
ché non è fatto motto di altro ritratto femminile. E
vero che la grandezza della nostra testa è alquanto in-
feriore alla naturale. Tale differenza però è così insigni-
ficante che chi scrisse quel riassunto facilmente poteva
esser indotto in errore. Le fototipie che pubblichiamo
sono prese da un gesso eseguito, quando la testa era
già ristaurata. Vi sono moderne la parte anteriore del
naso e quelle prominenti delle labbra; parti, le cui
forme erano indicate da avanzi antichi, in maniera
che il ristauro può credersi sufficientemente assicurato.
Come tutte le sculture trovate nella contrada Colli-
cola, così anche questa è alquanto corrosa dall'acqua.
Ma tale circostanza non ha pregiudicato essenzialmente
alla bellezza artistica di essa ed ancor oggi spiccano con
sufficiente chiarezza il fino sentimento e la franchezza
colla quale l'artista ha modellato tutto le forme.

Siccome il carattere dell'esecuzione mostra una
stretta affinità — per citare soltanto monumenti pla-
stici generalmente conosciuti — coi ritratti ultima-

mente pubblicati di Pompeo (') e di Livia (2), così
la testa può attribuirsi con certezza all'ultimo secolo
a. Cr. Tale attribuzione trova conferma nella capi-
gliatura che offre un criterio cronologico ancor più pre-
ciso e che descriverò in maniera circostanziata, avendo
verificato che gli archeologi generalmente non ne hanno
un'idea chiara. La nostra testa mostra tre scriminature,
delle quali luna in direzione quasi verticale gira at-
torno all'occipite, mentre le altre duo parallele, partendo
da quella, in cima alla testa arrivano fino alla fronte. Da
quei capelli che si trovano tra le due scriminature paral-
lele è formata una treccia, la quale di mano in mano
si slarga, quanto più si ravvicina alla fronte, e dove
sporge sopra quest'ultima, è. ripiegata e più indietro
riunita alla treccia formata dai capelli dell'occipite.
Attorno quest'ultima treccia sono avvolte anche le estre-
mità posteriori di quei capelli che scendono ai lati
delle due scriminature parallele. È chiaro che tale
acconciatura molto bene si prestava per far valere ca-
pelli lunghi ma scarsi. Siccome non se ne trova traccia
nei paesi orientali del Mediterraneo, così possiamo sup-
porre con certezza, che essa abbia avuto origine nel Lazio.
Il fatto poi che l'incontriamo sulle monete nei ritratti

(i) ESmische Mittheilungen I (1886) T. II p. 37-41. Reinach
Mitkridate Eupator pi. IV. Revue archéologique XV (1890)
pi. Vili p. 339.

(») Ifomische Mittheilungen II (1887) T. I p. 3-13. Brunn
und Arndt Griechische und romische Portràts T. VI-VII.
 
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