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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Brizio, Edoardo: Relazione sugli scavi eseguiti a Marzabotto presso Bologna: dal novembre 1888 a tutto maggio 1889
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0186

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327

RELAZIONE SUGLI SCAVI

328

In parecchi luoghi ove lo scavo si approfondì sotto
il piano delle camere, sotto il selciato dei cortili e
delle strade, tramezzo alle fondamenta dei muri, ven-
nero posti allo scoperto avanzi chiarissimi di fondi di
capanne. Ecco quelli riconosciuti e constatati in questi
ultimi scavi:

Uno nella penultima bottega sporgente sul fianco
meridionale dell' isola Xa, poco lungi dal ciglio della
terrazza.

Due nella casa di Lantanio, il primo nel mezzo
del cortile sull'asse dell'ingresso; il secondo quasi
dentro il tablino.

Lue nell'isola VIIIa: il primo nell'ambiente d'
della casa al di qua del tunnel (vedi tav. V) ; il secondo
proprio sotto il muro quasi contiguo al pozzo al di là
del tunnel (vedi la pianta) : anzi il muro era venuto
a cadere precisamente in mezzo della capanna, attra-
versandola per tutto lo spessore, fino a posare sopra
fondamento solido.

Uno sotto il selciato della piccola strada cardinale
compresa fra l'isola VIIa e 1' VIIIa, quasi a metà del
tratto scavato al di là del tunnel.

Sette ne conteneva l'isola VIP, di cui tre presso
la decumana al di qua del tunnel e quattro al di là.
I tre primi stendevansi l'uno sotto l'ambiente d
(tav. V) l'altro presso il ciglio del taglio del tunnel,
il terzo cinque metri al di là del pozzo. Dei quattro
rimanenti il primo venne riconosciuto sotto l'ultima
bottega prospiciente sulla cardinale compresa fra l'i-
sola VIIa e l'VIIIa; il secondo nell'attiguo cortile
presso il pozzo: il terzo nell'ambiente scavato solo a
metà, pure attiguo ad un pozzo: il quarto nel-
l'ambiente diviso a metà da un muro ed appartenente
alla porzione occidentale dell' isola.

Di questi tredici fondi di capanne venne chiaramente
constatata la presenza ; di altri, che forse esistevano an-
cora, le tracce poterono sfuggire alla ricerca, perchè non
dapertutto lo scavo raggiunse la medesima profondità.

Mi ricordo poi che in un saggio fatto l'anno 1883
sotto il selciato della grande strada cardinale CD, del
quale scavo fui testimone oculare, il compianto pro-
fessor Chierici avea riconosciuto altro fondo di ca-
panna ('). Simili fondi erano occorsi anche nelle loca-

(>) Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia patr. pel-
le Romagne 1885 p. 213.

lità esplorate l'anno 1865 dal Gozzadini, il quale ne
lasciò accurata descrizione accompagnata da dise-
gni (2). Egli accenna ad un ammasso di figura elit-
tica, lungo m. 6,16, largo m. 4,20, alto m. 1,50, ad
un infossamento che formava una conca profonda da
90 centim. e ad un lungo cumulo di ceneri e di car-
boni grosso dai 70 a 107 centim. infossato in parte
entro uno scavamento fatto nella ghiaia e più profondo
nel centro. Accenna infine ai frammenti di vasi ed alle
ossa di animali domestici, bue, capra, maiale, cane,
gatto, raccolte presso e framezzo le ceneri.

Sono tutte particolarità notate anche nei fondi di
capanne scoperti nei recenti scavi. Soltanto l'ampiezza
non era la stessa per tutti, ma variava da 3,50 a 4,50
ed anche a 5 metri. Similmente la profondità oscil-
lava da 50 a 90 centim. nel centro. Comune a tutti
però era la forma lenticolare, concoide, quale risultò
da parecchie sezioni appositamente eseguite : ed il con-
tenuto risultò di ceneri, carboni, molti frammenti di
vasi fittili, pezzi informi di bronzo, qualche fibula, e
di ossa di animali domestici, bue, pecora e maiale.
Merita di essere notato che tutti i cocci estratti da
quei fondi, per impasto, colore, cottura e lavorazione
al tornio, corrispondono con quelli raccolti entro le
camere, nei fossi e sopra i selciati delle vie. Non uno
apparteneva a quella classe di vasi propria del periodo
detto di Villanova, i quali distinguonsi per una super-
ficie nerastra coperta di disegni geometrici graffiti
oppure impressi. La stessa osservazione avea già fatto
il Gozzadini tanto per i cocci dei fondi di capanne
quanto per quelli delle tombe e dell'abitato di Misano.
« A Marzabotto, egli scriveva, lo figuline sono o affatto
comuni o dipinte e non vi ha quella classe intermedia
che dava un carattere specialissimo ai sepolcreti di
Villanova e di Bologna (3) ».

È questo un fatto di grande importanza per deter-
minare il carattere di quelle capanne esistenti nel sot-
tosuolo di Pian di Misano. Certo esse sono anteriori
ai selciati delle strade ed ai muri delle case della
colonia, ma poiché la loro ceramica corrisponde esat-
tamente a quella della colonia stossa, così è necessario
dedurre ch'esse rappresentino la dimora temporanea
degli Etruschi stessi fondatori della colonia durante

(*) Di un'antica necropoli a Marzabotto nel Bolognese,
pag. G, tav. II, n. 15.

(3) Di un'antica necropoli ecc., p. 29.
 
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