Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

DOI Artikel:
Lanciani, Rodolfo Amedeo: L' itinerario di Einsiedeln e l'Ordine di Benedetto Canonico
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0281

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
497

e l'ordine di benedetto canonico

498

sia erroneamente designata sulla destra, invece che
sulla s i n i s t r a. E l'errore potè derivare da ciò che l'a-
nonimo, desumendo da una carta topografica le indica-
zioni dei luoghi, le quali in quel punto erano più che
altrove numerose, trovò le parole s. Maria antiqua
materialmente scritte sulla destra della linea tracciata,
mentre si riferivano alla chiesa che nella carta era
posta certamente al suo luogo sulla sinistra ». Prima
di attribuire cotesti errori, per quanto perdonabili, ad
un documento grave ed accurato, come l'itinerario,
conviene escludere la possibilità di una erronea inter-
pretazione per parte nostra : tanto più che la supposta
trasposizione della chiesa, dalla sinistra alla destra
della sacra via, sarebbe fatto unico e singolarissimo
in questo testo che non isbaglia mai ('). La chiesa
di s. Maria antica, come dissi poc'anzi, non ha mai
cambiato di posto : fu edificata, è rimasta, e sta an-
cora sulla destra della via dove la pone l'itinerario,
e non può essere confusa topograficamente con quella
di s. M. nova, con la quale nulla ha di comune. Que-
sto punto di controversia non manca d'importanza,
perchè tutti gli autori che ne hanno parlato si schie-
rano in favore della sentenza opposta. Cf. Jordan 2, 333
« Jede Mòglichkeit aber, unter die mitte des qten
Jahrhunderts herabzugehen, scbeint mir ausgeschlossen
zu sein durch den Namen s. Maria antiqua, welcher
nach der Eestauration Leos IV (847-855) dem neuen
s. Maria nova weichen musste ». (cf. p. 374). Così
pure il de Kossi nell'appendice alla dissertazione sul-
l'Atrio di vesta, p. 64: il Duchesne ecc.

Le origini della chiesa sono alquanto oscure : ma
la leggenda relativa allo esterminio del dragone per
opera del pontefice Silvestro (2), il nome di s. Silvestro
in lacu attribuitole fin da epoca remota, dimostra che
tali origini rimontano ai tempi costantiniani. Si vede
perciò quanto a cuore stesse all'autorità ecclesiastica
il rompere la tradizione tante volte secolare, che le-
gava moralmente e materialmente il culto di Vesta al
pontificato massimo, ed il tempietto della dea alla
residenza del sovrano : cosicché era stato giudicato ne
cessano costruirne un secondo, a modo di cappella
privata, dopo il trasferimento della « sedes romani im-

(!) Sull'altro preteso equivoco, relativo all'arco di Tito,
parlerò a proposito del Testamentum.

(2) Cf. Bursian in Sitzungsberichte di Monaco 1880, 19.

perii » alla « domus augustana » (3). La leggenda del
dragone ha dunque un senso storico preciso, ed allude
alla lotta per la cessazione del culto di Vesta (4). Il
luogo scelto per l'oratorio della Vergine fu quasi a
contatto dell'atrio delle vestali, poiché egli è certo
che la chiesa registrata nel documento eisiedlense è
quella stessa le cui traccie tornarono in luce nell'anno
1702 (cf. Galletti, vat. cron. misceli, t. 33; Can-
cellieri, Possessi p. 370 n. 4; de Rossi, Bull, crist.
1868, p. 16 e p. 91 ; Lanciani, Bull. Inst. 1872, p. 25)
e nuovamente nell'anno 1885, adorna di pitture della
metà del secolo Vili. Non è chiesa propriamente detta,
ma porzione del vasto edificio laterizio da me ricono-
sciuto per la « aedes divi Augusti, (cf. Notizie degli
scavi, 1883, tav. XXII) adattata alla peggio al culto
cristiano. Dico alla peggio, perchè se il resto del-
l'oratorio corrisponde nella negligenza della decora-
zione alla parte vista nel 1885, non è certo edificio
da fare onore a chi l'ha ridotto a quel modo. Il suo
ingresso corrisponde sulla nova via, non sulla sacra,
ed il sito preciso può riconoscersene nella tavola XVI
delle Notizie degli scavi dell'anno 1882. Il vano è
largo palmi 80 e '/3 (m. 17,90) lungo circa il doppio,
ed oggi è occupato dal giardino annesso al presbiterio
di s. Maria liberatrice.

Ecco dunque un altro importante esempio di tra-
sformazione di edificii classici per uso di culto. L'aula
dedicata alla Vergine non è propriamente la « aedes
divi Augusti » così ben delineata dal Ligorio al f. 13 r.
del codice bodleiano, ma una sua dipendenza. Il taglio
violento nella parete che divideva il tempio dell'ora-
torio scoperto nel 1885, e descritto dal de Rossi nel
Bull. 1885, p. 143, è opera del secolo incirca unde-
cimo, conforme dimostra lo stile dei rozzi affreschi
sugli sguinci del vano.

Che questa sia veramente la chiesa di s. M. an-
tica, assolutamente diversa dalla nova, si può dimo-
dimostrare a questo modo. Narra il lib. pont. nella
vita di Giovanni VII, figliuolo di Platone : « basili-
cam sanctae Dei genetricis qui antiqua vocatur, pictura
decoravit, illicque ambonem noviter fecit, et super
eadem ecclesiam episcopium, quantum ad se,

(3) Cf. la mia memoria sul tempio di Apolline palatino
nel Bull. corri. 1883 fase. 4.

(4) Si consulti la nota del comm. de Eossi nel Bull. 1881,
p. 142 e sg.
 
Annotationen