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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0415

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72r,

LA TOPOGRAFIA

726

nel fare i fossi per l'impianto di un vigneto, a m. 1,25
di profondità dal suolo si erano trovati grandi pezzi
squadrati di tufo calcare intagliati, messi a profitto
dal proprietario per la costruzione di una casa rurale
prossima al sito in cui si erano estratti una parte
dei grandi pezzi citati; ma quelli più piccoli e gli
informi furono lasciati nel luogo come inservibili.
Recatici sul luogo, subito abbiamo veduto un pezzo
in parte sepolto nel terreno, che era un frammento
appartenente all'echino di un capitello dorico arcaico,
ben conservato, con la elegante curva ed i sottostanti
listelli; questo grande frammento lo abbiamo estratto
e trasportato al Museo di Siracusa, determinando prima
il sito del travamento, dappoiché un pezzo così grande
non dava luogo a supporre che fosse stato rimosso dal
posto ; la località di questo travamento risponde alla
parte più elevata della città. Egualmente si notò nella
pianta il sito ove fu trovato il primo frammento di
terracotta dipinto che distava m. 80 circa a sud
sud-est dal faro della Cantera, in un rialzo presso la
cresta orientale esposta al mare che lambisce le balzo
di quella specie di promontorio della collina, sul quale
i Megaresi impiantarono la loro città. Tale fram-
mento, per la sua piccolezza, poteva essere stato spo-
stato dagli agricoltori nello sgombro delle pietre per
proparare i terreni da coltivare ; ma non si può sup-
porre che fosse stato trasportato in quel sito da un
posto molto lontano senza alcun motivo.

Tali travamenti però attestano l'esistenza di no-
bili ed antichissimi edifizi in quella città, dei quali
ci occuperemo in appresso.

Nella città di Megara Hyblaea abbiamo ora ele-
menti tali da potere con sicurezza supporre l'esistenza
di un antichissimo tempio decorato da colonne, il cui
diametro proporzionato al grande pezzo del menzionato
capitello dorico trovato nella parte più elevata della
città, dovrebbe essere di un metro circa (vedi la let-
tera X della Top., tav. I).

È quasi certo che un tempio doveva esistere Del-
l' indicato sito, e se questo, come sembra, fu distrutto,
come si trovò una parte del capitello dorico, con mag-
giore probabilità si potrebbero trovare le gradinate o
per lo meno lo stereobata e lo impianto della cella,
oppure lo spianamento del suolo roccioso che servi-
rebbe aneli'esso a determinare la grandezza e la con-
figurazione approssimata del tempio.

Facendo conto della nota orientazione dei templi
ellenici col pronao all'oriente ed il postico all'occi-
dente, quando questi esistono nello interno di una
città, la posizione delle strade principali deve rispon-
dere alla stessa posizione del tempio, dappoiché non
è presumibile immaginare una strada che conduce
in isbieco ad un edifizio pubblico o religioso, tranne
nel caso di eccezioni locali ; queste eccezioni non esi-
stono, nè si possono supporre nell'altipiano della città,
la quale è poco ondulata, come già abbiam detto.

Il suolo della città è un piano poco inclinato nella
direzione verso il Faro e la costa orientale marittima,
e la zona di egual livello presa da quella del mare
si eleva di m. 10; poscia il terreno gradatamente s'in-
nalza sino a raggiungere un'altra zona che arriva alla
quota (vedi la nostra Topografia, tav. I) di m. 16, che
è il punto culminante della città ; questa zona segna
una curva che circoscrivo uno spazio sufficiente per
poter contenere un grande tempio con i suoi accessori.

Il sito preciso, ove si trovò il frammento del. ci-
tato capitello, vedesi segnato nella nostra zona. Nei
pressi di questo sito dovrebbe esistere, secondo noi,
una strada principale disposta nella direziono di oc-
cidente ad oriente ; e per l'appunto all'occidente di
questo sito risponde l'ingresso della città ora scoperto
e di cui subito diremo.

Questa strada proseguendo poi nella sua direzione
verso oriente dividerebbe, come in Selinunte, la città
in due regioni, meridionale e settentrionale, formando
una specie di cardo e decumano.

Queste nostre supposizioni o criteri, basati sopra
elementi di fatto, li raccomandiamo a coloro che avranno
fortuna di continuare dopo noi gli scavi di Megara
Hyblaea, con mezzi non tanto limitati e con quelle age-
volazioni corrispondenti alla importanza scientifica
di tutto ciò che si è scoperto e si scoprirà di una
città che esistette nella sua autonomia dall'Vili al V
secolo a. C. e poscia decadde per la disposizione di
Gelone, secondo la quale doveano i ricchi cittadini
abbandonare la città e lasciare sul posto gli agricol-
tori per lavorare la terra.

Nel paragrafo precedente abbiamo descritto la sco-
perta di una torre, il concatenamento di questa con
le muraglie, e l'allineamento di queste, una verso il
nord e l'altra verso il sud. La direzione della mu-
raglia in questa parto trovasi inclinata di pochi gradi
 
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