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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0449

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793

LA NECROPOLI

794

la giustificazione nelle monete, tanto intimamente col-
legate alla plastica ('). In fine come tipo principe di
questa categoria vuoisi considerare quello splendore
di statua, che è al centro del frontone ovest d'Olimpia,
di poco anteriore alla metà del V secolo, col cui torso,
tranne che per l'azione del braccio d., il nostro ha
più di un punto di contatto anatomico e stilistico.
Accanto adunque al tipo veramente arcaico e comune,
chiomato, che perdura sino al finire del VI secolo (2)
viene sviluppandosi il tipo a corta chioma, che fini-
sce per soppiantare interamente l'altro (3).

Alle osservazioni stilistiche ne aggiungo un'altra
sulla materia della nostra scoltura ; ho detto che esso
è di pario, marmo proprio a tutte le scolture arcai-
che dell'Attica, non solo, ma anche delle isole (4),
mentre il pentelico fu introdotto nella statuaria solo
con Fidia e ben presto vi ebbe quasi esclusivo la
prevalenza. In ordine al tempo abbiamo dati suffi-
cienti a conchiudere che il torso di Megara fu model-
lato nel periodo di transizione dall'arte arcaica alla
rigida, o più probabilmente in piena arte rigida (ul-
timo quarto del secolo VI o primo del V) cioè nel-
l'ultimo momento della vita di Megara.

Ma quale era il posto cui tale statua fu desti-
nata, e quale il suo officio ? Bammento, e giova bene
notarlo, che l'Apollo di Calamis, continuazione di
quelli arcaici, coli'aggiunta però dell'arco, è detto da

(1) I tetradrammi leontinesi di stile rigido del primo quarto
del 5" secolo a. C. (Head, [Ustoria nummorum, p. 130) hanno
la testa Apollinea, arcaica nei tratti, ma a chioma corta tranne
una sottile treccia inanellata che scende accosto le orecchie,
ma non tocca la base del collo. Altri tetradrammi di Catania,
del periodo di transizione, che si svolge intorno alla metà del
V secolo (Head, op. e, p. 115, fìg. 73; Salinas, Monete di
Sicilia, tav. XIX, 1-14), hanno Apollini con reminiscenze di
arcaismo e chioma corta; cf. ancora monete di Metaponto, di
stile rigido, in Eoschor, Lexikon, p. 457, colla revista del
Furtwaengler di altri tipi monetali analoghi.

(2) Uno degli ultimi della serie arcaica è il torso di Paros
fatto conoscere dal Loewy {Unedirtes aus Paros, p. 161, flg.14-15)
del finire appunto del VI secolo.

(3) Dei nuovi cito l'Apollo Choiseul-Gouffier, e quello del-
l'Onfalos (Overbeck, Atlas der griech. Kunstrnythoìogie, tav. XX
20-21), rigidi ancora nella posa, ma con corta chioma e carni
femminilmente morbide. E poi la statua in bronzo del principe
Sciarra, di efebo vincitore, foggiata però sul tipo apollineo,
spettante ad autore peloponnesiano dell'arcaismo maturo, del
tempo delle guerre mediche (Studniczka, Archaische Bronze-
statue des Fursten Sciarra nel Bull. Istit. 1887, p. 106,
tav. IV-V).

(*) riinio, //. N. XXXVI, 14.

Pausania (I. 34) àkeì-ixctxog, epiteto che può non es-
sere senza significazione riguardo al nostro torso. Seb-
bene scoperto nel bel mezzo della necropoli supporrà ta-
luno che esso derivi da un tempio della città, dove,
fatto riguardo al modo in cui Apollo è per esso rap-
presentato, sarebbe stato venerato siccome dio della
bella e gagliarda gioventù, se non come ^AtzóIImv
nazQmog od dQxrjYtTri?, patrono delle colonie. Io penso
però che codesto simulacro originariamente si trovasse
proprio esposto nella necropoli, e che sia stato rin-
venuto a breve distanza dal sepolcro cui si riferiva.
Il soprasuolo della necropoli si deve considerare come
assolutamente intatto dall'epoca romana non solo, ma
dal V secolo a. G. ; se provenisse dall'interno della
città non si comprenderebbe, che, mutilo siccome esso
è, sia stato portato ad un centinaio di metri dalle
mura, per ivi abbandonarlo, anziché buttarlo dalle
mura stesse, come fu fatto colla testa in tufo (vedi
sotto). Giova meglio credere, che esso si riferisse alla
decorazione plastica di un sepolcro, la quale fu ma-
nomessa; in tal caso il simulacro apollineo avrebbe
avuta duplice significazione.

Apollo è apportatore di mali, ma è anche dio di
salute e di protezione ; è ovfaog, ma altresì àleì-i'xaxog
ed smxovQiog ; e sebbene tali epiteti riguardino d'or-
dinario i malanni fisici e corporei, parmi non di meno
che in taluni casi abbiano ad abbracciare un concetto
più vasto, di protezione cioè e di difesa, al quale
non può tornare estranea la tutela dei sepolcri. Tanto
più che Apollo è ancora il dio della purificazione e
della espiazione, il (JwitjQ ed il xafruQOiog ; e se i
resti mortali, per quanto sacri, nella serena conce-
zione greca erano pur sempre qualche cosa di im-
puro ('), come elementi di contaminazione, non vedo
perchè la presenza di un simulacro apollineo di sopra
un sepolcro non denotasse protezione e purificazione
ad un tempo. In fine potrà taluno ricondursi ad Apollo,
come ideale ed espressione della forza e della bel-
lezza giovanile, quale appunto si estrinseca nell'arte
arcaica, ove il concetto divino e quello efebico talora
si incontrano e si confondono.

(') Che il contatto coi morti fosse considerato siccome
impuro, è provato, fra l'altre, da una iscrizione di Lindo (Lebas-
Foucart, Inscriptions de la Grece I, p. 171) che impone una
espiazione di 40 giorni prima di entrare nel tempio a chi fosse
stato a contatto di cadaveri.
 
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