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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

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Orsi, Paolo; Cavallari, F. S.: Megara Hyblaea: storia, topografia, necropoli e anathemata
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https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0518

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MEGARA HYBLAEA

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ramente esplicato sulle coste asiatiche per l'influenza
della Assiria e della Fenicia (Cipro, colossi seduti).

Di Megara il Museo di Siracusa possedeva già
una serie completa di figure muliebri sedute, diademate
e modiate, ed altre sono di Siracusa; di Rodi ne ha
prodotte l'Heuzey (o. e, XIV, 1), così della Fenicia
(Id., Catalogne, p. 87) e parecchie se ne conoscono di
Paestum e Myrina (1). Fatta ragione della varia età
di queste necropoli, conviene riconoscere la immutabi-
lità secolare di alcuni tipi ieratici. La maggior parte
di esse giace però inedita nei Musei.

Anche qui si propone la stessa questione: sono
esse figure di divinità o di offerenti? Le statue di
Mileto sono tutte ritratti, più o meno conformi al
vero, di uomini e donne che lasciarono un ricordo
della loro pietà nel tempio di Apollo Didimeo (2). Ma
essendo la maggior parte delle piccolo terrecotte mo-
diate, molto induce a crederle simulacri di Persefone,
o di una divinità ctonia, protettrice dei sepolcri.

N. 101-109 (tav. Vili, 5, 6; IX, 3, 4, 9, 10). —
Otto testine muliebri piene, spettanti ai tipi e gruppi
dianzi descritti ; sono modiate, diademate ed una sola
pileata.

F) N. 110. — Figura muliebre acefala, notevole per
il particolare suo costume, cioè un chitone serrato
alla vita e lunghissimo, a cui è sovraposta una lunga
tunica, sparata davanti dal collo ai piedi ; il braccio
d. tronco è teso in mossa animata ; alt. cm. 9

G) N. 111. — Torso muliebre acefalo visto di pieno
prospetto colle braccia tose lateralmente, ed il petto
attraversato da un telamone ; da dietro le spalle spor-
gono due appendici appiattite, le quali non per altro
potrebbero spiegarsi, se non per gli innesti delle ali,

(') Gerhardt, Anlike Bildwerke, tav. 97, 12, 98, 1-3, in-
terpretate per Demeter e Cora; le ultime di queste mostrano
la continuazione dello stesso tipo fin dentro il quarto secolo.
Per Myrina, BMetin de corresp. hellénique, VII, p. 82. Altre
veggansi nella Archaeol. Ztg., 1867, p. 123 e presso Panofka,
Terracotten des Afuseums zu Berlin, tav. II. Vedi per tutte
le osservazioni precedenti. Il Reinach (op. e, p. 550, 551) ne
cita ahre di Camiros, Samos, Tanagra e Massalia.

(2) Cfr. le iscrizioni raccolte dal Robert, The archaic in-
scriptions and the greek alphabet, p. 163. Per es. la statua se-
duta di Chares di Teichiusa, acefala, avvolta nel suo ampio
panneggiamento orientalo (Friederichs-Wolters, Gypsabtjilsse der
K. Jlfuseen zu Berlin, n. 6), non si crederebbe maschile, se non
lo assicurasse l'iscrizione.

nel quale caso tratterebbesi di una Nike. La model-
latura del torso è superficialissima (tav. Vili, 8).

N. 112-114. — Tre torsi muliebri acefali, nudi,
appiattiti, a sagoma rigidamente trapezia, senza studio
di modellatura, colle braccia aperte, ma senza traccie
di ali; modellatura a mano libera scadentissima con
poppe cuneiformi.

77) N. 115. — Figura colle gambe aperte 0 per
moto violento, 0 perchè andava impostata su di un
corpo equino; il torso coperto di breve corsaletto è
visto in pieno prospetto, la testa invece protetta da
berrettino pileato con una specie di ciuffo pendente
è in tutto profilo; l'intera figura è modellata a mano
libera tranne il capo tirato a stampo e poi impostato
sul torso. I capelli formano una serpentina che incor-
nicia le tempie. Alt. cm. 9 \ (tav. VIII, 9). Il sog-
getto è molto incerto, ma sembra richiamare i tipi di
Amazoni 0 di barbari fuggenti e scoccanti l'arco, propri
della vascularia arcaica e dei piccoli bronzi (').

/) N. 116. — Torso di figura virile con testa pi-
leata che guarda obliquamente a s. Modellatura libera
mediocrissima ; la sola testa porta impresso lo stampo
non riuscito di una maschera (tav. Vili, 7). Forse è un
Dioscuro (2).

L) N. 117. — Figura virile barbuta in mezzo pro-
spetto, vestita di breve chitone e sedente sul retro-
corpo di un animale, che pare cavallo a corpo d'otre;
la mano s. solleva alla testa, sorreggendola, la d.

(1) Vasi. Bulletti.no deWIstituto, 1887', tav. IX. Bronzi di
Suessola. Ibidem, 1887, p. 244. Sull'incertezza del sesso, dubbio
anche nella terracotta megarese, si noti che il Dùmmeler spiega
le figure per Sciti fp. 187), il von Duhn invece (p. 244) per
Amazoni ; cfr. ibidem le indicazioni per altre quattro figure
consimili di Amazoni. Supponendo il nostro torso impostato
su di un cavallo, spiegherei bene l'apertura delle gambe e la
contorsione del torace, sebbene debba convenire che l'azione
delle braccia non è quella di chi tira d'arco, ma di chi fissa
le redini. In questo senso sarebbe ad avvicinarsi alla figura di
Scita hippotoxota di una coppa orvietana (Jahrbuch, 1888,
tav. IV), il quale colla d. fissa quasi le redini al fianco, impu-
gnando colla s. l'arco. Quanto alla forma del berretto frigio
pendente cfr. la statua di Amazone arciera (Petersen, Bullet-
tino htit. Rom., 1889, p. 87). Una Amazone a cavallo era pure
fra gli anathemaia dell'Acropoli, ed ò ancora inedita (Catalogo
provvisorio n. 21); essa fu trovata con tante altre statue, pro-
totipi delle piccole terrecotte megaresi.

(2) Kekulè, Terracotten aus Sicilien, p. 40, fig. 82. Esem-
plare di una testa pressoché identica a questa, proveniente da
Tindaris, ciò che rende più che mai verosimile la proposta
interpretazione. Figure votive consimili di guerrieri si hanno
sebbene più rozze a Cipro (Doell. Sammlung Cesnola, tav. XV, 5).
 
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