Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 1.1889

DOI Artikel:
Sogliano, Antonio: Di un dipinto murale rinvenuto in una tomba cumana
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.8558#0539

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
955

DI UN DIPINTO MURALE RINVENUTO IN UNA TOMBA CUMANA

956

e di armille in forma di serpe ;ii polsi; ed è munita
di scarpe o sandali. Avendo ripiegato il braccio sin.
in modo che sombri poggiato, ma nel fatto manca,
l'appoggio, tocca con le estremità delle dita della mano
sin. il braccinolo della sedia, mentre tiene con la dr.
elevata uno specchio ovale d'oro o di oricalco, con lungo
manico, nel quale dovrebbe mirarsi, ma in realtà non si
mira, essendo il suo sguardo piuttosto rivolto allo spet-
tatore. La sedia, su cui siede la donna, è dorata, ed ha
spalliera e bracciuoli in forma di bastone-Irniente in
nn pomo e poggiato con questa estremità su qualcosa,
che pare un grifo. .™* ] l '^r<pA-^L{'

11 tipo della figura ha un'impronta assai più rea-
listica che ideale ; e le fattezze, specie il collo toroso
e il petto assai poco sviluppato, le conferiscono un
carattere affatto virile. La esecuzione è mediocre, buona
anche nei tratti del volto.

Alla donna seduta si avvicina da sin. un'altra fi-
gura muliebre, di proporzioni più piccole. Veste simil-
mente lungo chitone bianco, con fascia verticale ra- ^ j
bescata sul davanti, e con altra fascia ornamentale
così' sul petto, intorno al collo, come nella estremità
inferiore. Adorna di collana a doppio ordine, strin-
gendo con la dr. un alabaslron avanti al petto, reggi;
sulla palma della sin., alquanto protesa, un alto /c/u- \

' ' ----

Ihos, sull'orlo della cui bocca poggiano due .melagrane :
il kalathos è ornato di meandri e di fasce alternate
rosse e nere. La esecuzione in questa figura secondaria
è meno accurata ; anche i tratti del volto, benché poco
conservati, sembrano meno decisi.

•Nel campo, dietro la figura sedente, altre due me-
lagrane.

La ligura seduta è alta m. 1,37, quella in piedi
m. 1,21. Oltre il bianco, i colori adoperati sono il

rosso, il giallo, il nero e una leggera tinta d'incar-
nato.

Il significato della rappresentanza è chiaro, la to-
letta della sposa ; vi scorgiamo dunque il pieno con-
tatto con la cultura e con l'arte greca. Certamente il
nostro dipinto non ha l'importanza di una rivelazione,
ma concorre ad arricchire quel materiale, sul quale
ci è dato di studiare la trasformazione italica del-
l'arte greca. E se le tombe di Gnathia, di Euvo, di
Testo e di Capua contribuirono largamente ad appre-
stare tal materiale, era da lamentare che il più an-
tico possedimento greco, che i Sanniti abbiano occu-
pato, non figurasse ancora nello studio di questa fase
dell'arte greca. Ora anche di Cuma può indicarsi una
tomba, che per la sua costruzione e pei dipinti, on-
d'era ornata, trova posto nella serie. E questo posto
viene tanto più opportunamente ad occuparlo, in quanto
che il miglior confronto col nostro dipinto ci è offerto
appunto da una pittura di una tomba capuana, pub-
blicata dal Minervini {lìdi. ardi. nap. n. s. II p. 181,
tav. iti): auche qui è una donna, elio si mira in uno
specchio ovale, con lungo manico, che ella tiene nella
dr. elevata; ha in capo del pari una covertura, che,
secondo il Minervini, si assomiglia assai meglio ad
una orientale « mitra » che ad un greco « cecrifalo »,
e nel suo vestimento ritornano motivi affatto simili.
Lo specchio e Yalabaslron del nostro dipinto trovano
poi un riscontro in un cippo di tufo anche Cumano,
cón epigrafe osca, nel quale si vede a bassorilievo un
flabello in forma di foglia e, in una specie di edicola,
un alabaslron sormontato da specchio circolare (No-
tizie degli scavi 1885 p. 322). Non mi pare di andar
troppo lontano dal vero, attribuendo il dipinto al
III sec. a. Cr.

3*. \V
 
Annotationen