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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Franchi de'Cavalieri, Pio: Il sarcofago di S. Elena prima dei restauri del secolo XVIII.
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0022

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tino (1), ovvero Elena e Costanzo I (2). Altri, sia perchè stimarono
il lavoro troppo eccellente rispetto all'arte di quella età, sia per con-
siderazioni di altra natura, lo ritennero eseguito in un periodo di
tempo anteriore, cioè fra il regno di Adriano e quello di Diocle-
ziano (3), e taluno, abbandonando ogni riserbo (4), non si peritò di
identificare l'arca magnifica con la tomba di un duce romano del II
secolo (5), o addirittura con quella di Marco Aurelio (6). Certo non
mancò chi richiamasse l'attenzione degli studiosi su gl'importanti
restauri eseguiti sotto il pontificato di Pio VI, quando, traslocato il
sarcofago al Vaticano, vi si adoperarono attorno, com'è fama, ben
venticinque fra scultori e scalpellini, per la durata di circa nove

(1) Per es. Bunsen etc. Beschreibung loc. cit. ; E. Pistoiesi II Vaticano de-
scritto V, Roma 1829, p. 226; J. J. Bernoulli Romische Ikpnographie II 3 p. 202;
Helbig Fiihrer loc. cit. In realtà i restauratori del tempo di Pio VI (poiché i
quattro busti sono certamente opera loro, come tosto vedremo) intesero di rappre-
sentare Costantino e non Costanzo. Ciò si deduce dall'opinione allora dominante
circa la destinazione originaria del sarcofago (vedi P. Massi Indicazione antiqua-
ria del pontificio museo Pio-Clementino, Roma 1792, p. 178 n. 32).

(2) Così C. Gradara / sarcofagi Vaticani di s. Elena e di s. Costanza in
« Nuovo Bull. » 20, 1914, p. 44 8. ; G. Tomassetti Campagna Romana III, Roma
1913, p. 391. A. Monaci, benché ritenga destinato il sarcofago a Costanzo I (ciò
che pensa anche T. Rivoira L'architettura musulmana, Milano 1914, p. 211;
cf. L'architettura romana, Milano 1921, p. 280, non si vale in alcuna maniera dei
busti (art. cit.) e a ragione.

(3) L. RiegI Die spàtromische Kunst-lndustrie, Wien 1891, pag. 91.

(4) Prudente riserbo, di cui avevano dato esempio alcuni dei nostri antichi:
v. Marangoni Delle cose gentilesche e profane trasportata ad uso e ad ornamento
delle chiese, Roma 1744, p. 298; Bottari Roma sotterranea III 187. Anche il
Bosio dicendo l'arca « antichissima e fatta servire da Costantino per tomba di
sua madre» (Roma soif. p. 317), mostra giudicarla anteriore al regno di quel-
l'Augusto; ma con quale circospezione!

(5) Così il RiegI in a Atti del II Congresso internazionale di archeologia cri-
stiana tenuto in Roma nell'aprile 1900 », Roma 1902, p. 413. Né ivi né in Spat-
ròm. Kunst-lndustrie p. 90 ss. il RiegI identifica uno dei cavalieri scolpiti nel
sarcofago con l'imperatore Adriano, come potrebbe fax supporre C. Gradara,
art. cit. p. 45. La quale a torto, ivi stesso, sembra annoverare Eugenia Strong
fra coloro che assegnano il sarcofago di s. Elena ad una età molto anteriore al
IV secolo (v. Strong Roman sculpture, London 1907, p. 272-273).

(6) Così Frothingam Discooery of the sarcophagus of M. Aurelias in « A-
merican Journal of Archaeology » 13, 1907, p. 59 ss.; A discovery concerming M.
Aurelius, identification of the Emperors sarcophagus in the Vatican in i Cen^-
tury » 81, 1910-1911, p. 1 s3. Mi auguro che le conclusioni del Frothingam non
abbiano, almeno in Italia, riscosse altre approvazioni, oltre quelja (assai som-
maria, del resto) di E. Galli in «La scuola cattolica» 1913 p. 274.

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