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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Franchi de'Cavalieri, Pio: Il sarcofago di S. Elena prima dei restauri del secolo XVIII.
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0024

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raccolto doversi attribuire ai restauratori alcune figure per intiero
e le teste pressoché di tutte le altre. E pubblicai questa mia osserva-
zione in una noterella a pie di pagina (1), con la timidezza di chi
si avventura in un campo non suo. Di fatti quel che io sostenevo non
si trovò abbastanza fondato, attesa la manifesta imperizia e l'incuria
molta del disegnatore del Bosio (2). Ciò non ostante io perseverai
a credere che codesto disegnatore, per quanto inetto, per quanto
trascurato, non avrebbe mai ritratte imberbi e intectis capitibus
quelle figure che scorgiamo oggi con tanto di barbe e con elmi
vistosissimi, se gli si fossero offerte allo sguardo barbate e galeate.
Delle due l'una, mi dicevo: o il disegnatore del Bosio ebbe dinanzi
a sè teste diverse dalle attuali, o completò ex ingenio delle figure
mutile.

Ma trattandosi, ripeto, di materia estranea ai miei studi, avrei
confinato il piccolo problema fra i tanti che mi è lecito o doveroso
lasciare risolvere ad altri, se non mi fossero andati gli occhi ad
alcune parole del d'Agincourt e, quasi al tempo stesso, ad una
grande copia del monumento delineata dalla mano maestra di
G. B. Piranesi, le une e l'altra sfuggite, non so come, perfino a
quelli che dell'arca di s. Elena fecero oggetto speciale di studio (3).

Il d'Agincourt, Hist. II 31, in nota, discorrendo del sarcofago,
osserva che ai restauratori dell'ultimo quarto del secolo XVIII si
devono « les tetes et les jambes des hommes et des chevaux presque
toutes brisées » (4). Ed è perciò, io penso, che invece di pubbli-
mentre in Piranesi e nell'originale è precisamente il contrario, nè può aver luogo
il minimo dubbio. Sul fianco i disegni rappresentano, nello stesso modo preciso,
un solo soldato a cavallo, e questi senz'asta: dietro di lui, la testa di un altro
cavallo; da basso un solo prigioniero; laddove in Piranesi, d'accordo col monu-
mento, i cavalieri sono due, armati di lancie, e i prigionieri superstiti, tre.

(1) / funerali di Costantino p. 247 nota I.

(2) Vedi T. Rivoira L'architettura romana p. 280.

(3) Non a tutti invece sfuggì un disegno del sarcofago che si conserva nella
biblioteca Reale di Windsor e fa parte della collezione Dal Pozzo (v. Matz in
« Gott. gel. Nachricthen » 1872 p. 67; Helbig Fùhrer I (ed. 1912) p. 206. Di questo
disegno ancora inedito, che misura mm. 271 x 396 e si trova sotto il n. 8243 nel
I volume della Raccolta anzi detta, pubblico a tav. VII una fotografia procuratami
all'ultimo momento dalla squisita cortesia del collega Mons. E. Carusi.

(4) Un altro luogo, che gli studiosi dell'arca di s. Elena avrebbero fatto
bene a tenere in qualche conto, è R. Venuti ^4ccarafa e succinta descrizione to-
pografica delle antichità di Roma, 3a ed. di St. Piale, Roma 1824, p. 225: «Nel
moderno dispendioso restauro di questo gran masso di porfido si è creduto ri-

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