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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 27.1921

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Conferenze di Archeologia Cristiana dell'anno 1921 (1)
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https://doi.org/10.11588/diglit.19835#0060

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rezione della loro basilica. Quanto al primo notò dapprima la relazione che essi
possono avere coi santi omonimi milanesi, dai quali però crede egli che fossero ve-
ramente distinti. Più fondato invece gli pare il sospetto di una confusione avvenuta
fra il gruppo di questi martiri, che ha a capo Basilide, con un altro gruppo di mar-
tiri sepolto nella medesima via e tra i quali è per primo nominato Basilide. Infatti
nel sacramentario, detto Gelasiano, nel primo gruppo è omesso il nome di Basilide.
Questi due gruppi di martiri erano stati deposti nell'Amelia, ma il numero del mi-
glio varia fra le diverse fonti. Per quello che ora c'interessa, cioè dei SS. Nabore
e Nazario, l'indicazione più esatta sembra essere il V miglio dato insieme dal co-
dice di Berna del martirologio Gerominiano e da Rabano Mauro, là dove ricorda
il trasporto dei due martiri in Germania. Per conseguenza la basilica sanctorum Na-
zari et Naboris ricordata in una iscrizione dell'a. 404, doveva essere anche al V
miglio, e fabbricata non pare sotto Innocenzo I (401-417) ma piuttosto sotto papa
Siricio, malgrado il silenzio del Liber Pontificalis.

Il prof. O. Marucchi parlò della recente scoperta di un cimitero giudaico sulla
via Nomentana sotto la villa Torlonia ; e disse che avendolo visitato accuratamente
ne poteva dare una descrizione. Mostrò per prima cosa la pianta di questo cimitero
pubblicata nell'ultimo fascicolo delle « Notizie degli Scavi » dal professore Paribeni
che ne rese conto in quel periodico e ne fece rilevare l'ampiezza e l'antico ingresso
con la scala ancora conservata. Disse che il cimitero è scavato in due piani e che
nelle gallerie si aprono i loculi e gli arcosoli come di consueto e che le iscrizioni
sono dipinte o graffite sulla calce che ricopre ì loculi.

Le iscrizioni sono quasi tutte greche e dipinte e due soltanto in marmo ed in
latino : nessuna in ebraico il che conferma che gli ebrei della dispersione avevano
quasi abbandonato l'uso della loro lingua nazionale.

Parlò dei simboli consueti del candelabro a sette braccia e di altri istrumenti
del culto giudaico apposti a queste iscrizioni ; e descrisse in special modo un cubì-
colo dove quei simboli sono raggruppati. Disse poi che dallo studio dei singoli mo-
numenti può dedursi che il nuovo cimitero della via Nomentana abbia servito nel
secolo terzo dell'era volgare. Osservò che dopo questa scoperta i principali cimiteri
giudaici in Roma sono quattro: 1. Il cimitero della via portuense pubblicato recen-
temente dal Miiller; 2. Il cimitero della via Appia, pubblicato dal Garrucci ; 3. Il
cimitero della via Labicana scoperto e pubblicato dal riferente; 4. questo ora rin-
venuto di cui ha dato una succinta notizia il Paribeni e che dopo ulteriori scavi
verrà più ampiamente illustrato.

Quanto alle iscrizioni ne die soltanto un cenno generico ; e disse che avendo
saputo che esse si venivano studiando dal giovane cultore di archeologia, signor
Belisario Manna, Io invitava a dare ai presenti un saggio del suo studio su questo
argomento.

Il signor Manna presentò le copie delle principali iscrizioni del nuovo cimi-
tero della via Nomentana e le venne accuratamente illustrando in ogni loro parte.
E così fece notare in due il ricordo della Sinagoga dei Siburensi o abitanti della
Suburra (sinagoga nota per altre iscrizioni) e prese questa occasione per accennare
alla organizzazione delle comunità giudaica in Roma e nelle altre città dell'impero.
Ed aggiunse che gli ebrei della sinagoga dei Siburensi si dovevano seppelliTe in
questo cimitero della Nomentana per ragione della vicinanza del loro quartiere alla

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