58 IL VATICANO
le, commetterle , ultimarle ; e somma laude al dipintore d' Urbino , ed a quanti
gli furon d' ajuto e di guida in si arduo intraprendimento.
CAMERA
D £ L
COSTANTINO
In altri luoghi ho tenuto discorso di Costantino, ma ora conviene di nuovo
parlarne, poiché la Sala che vado a descrivere è ad esso intitolata, vedendosi e il
battesimo di lui, e i beni donati alla chiesa, e 1' allocuzione all' esercito, e la batta-
glia sul Milvio -, torno dunque a far conoscere la sua origine , le sue gesta , la sua
morte. Costantino fu figlio di Costenzo Cloro e di Elena : nacque a Naissa città
della Dardania nel 274, ed allorché Diocleziano associò suo padre all'impero, tenne
il figlio presso di sé per il suo beli' aspetto , la dolcezza della sua indole e prin-
cipalmente per le sue doti militari. Dopo che Diocleziano e Massimiliano Ercole
ebbero fatto rinunzia dell' impero , Galeno geloso del giovane principe , lo espose
ad ogni genere di pericoli, per disfarsene. Costantino, essendosi avveduto del suo
disegno, riparò presso di suo padre. Avendolo perduto poco dopo del suo arrivo,
fu dichiarato imperatore in sua vece nel 306 , ma Galeno gli ricusò il titolo di au-
gusto , e non gli lasciò che quello di Cesare. Egli ereditò non di meno degli stati
eh' erano di suo padre , le Gallie, la Spagna , 1' Inghilterra. Le sue prime impre-
se le fece contro i Franchi, che allora devastavano le Gallie , e prese prigionieri
due dei loro re : passò il Reno , li sorprese e li taglio in pezzi. Sollecitato poscia
da' Romani a calare in Italia per liberarli dall' insoffribil Massenzio , collegato con-
tro di lui insieme con Massimino , marciava alla testa del suo esercito alla volta
di Roma, e già si trovava nelle vicinanze di questa capitale del mondo , quando
inferiore di forze al suo nemico , ben conobbe che senza sovrumano ajuto , non
lo avrebbe superato. Eusebio gravissimo storico ci assicura di aver inteso dalla boc-
ca dello stesso Costantino , che si raccomandò egli vivamente al Dio creatore del
tutto , quando nel marciar egli coli' esercito suo, un giorno ed in pieno meriggio mi-
rò in cielo sopra il sole una croce di luce ed appresso le seguenti parole : In hoc
signo vinces. Del qual fenomeno furono spettatori anche i soldati di sua comitiva.
Restò egli perplesso nel suo significato , quando nella seguente notte apparendogli
in sogno il Redendore gli disse , che valendosi di quella bandiera , egli vincerebbe.
Costantino fatti chiamare i sacerdoti cristiani, imparò da loro la venerazione dovuta
al segno della redenzione, passò dal culto idolatrico alla religion santa di Cristo, la
le, commetterle , ultimarle ; e somma laude al dipintore d' Urbino , ed a quanti
gli furon d' ajuto e di guida in si arduo intraprendimento.
CAMERA
D £ L
COSTANTINO
In altri luoghi ho tenuto discorso di Costantino, ma ora conviene di nuovo
parlarne, poiché la Sala che vado a descrivere è ad esso intitolata, vedendosi e il
battesimo di lui, e i beni donati alla chiesa, e 1' allocuzione all' esercito, e la batta-
glia sul Milvio -, torno dunque a far conoscere la sua origine , le sue gesta , la sua
morte. Costantino fu figlio di Costenzo Cloro e di Elena : nacque a Naissa città
della Dardania nel 274, ed allorché Diocleziano associò suo padre all'impero, tenne
il figlio presso di sé per il suo beli' aspetto , la dolcezza della sua indole e prin-
cipalmente per le sue doti militari. Dopo che Diocleziano e Massimiliano Ercole
ebbero fatto rinunzia dell' impero , Galeno geloso del giovane principe , lo espose
ad ogni genere di pericoli, per disfarsene. Costantino, essendosi avveduto del suo
disegno, riparò presso di suo padre. Avendolo perduto poco dopo del suo arrivo,
fu dichiarato imperatore in sua vece nel 306 , ma Galeno gli ricusò il titolo di au-
gusto , e non gli lasciò che quello di Cesare. Egli ereditò non di meno degli stati
eh' erano di suo padre , le Gallie, la Spagna , 1' Inghilterra. Le sue prime impre-
se le fece contro i Franchi, che allora devastavano le Gallie , e prese prigionieri
due dei loro re : passò il Reno , li sorprese e li taglio in pezzi. Sollecitato poscia
da' Romani a calare in Italia per liberarli dall' insoffribil Massenzio , collegato con-
tro di lui insieme con Massimino , marciava alla testa del suo esercito alla volta
di Roma, e già si trovava nelle vicinanze di questa capitale del mondo , quando
inferiore di forze al suo nemico , ben conobbe che senza sovrumano ajuto , non
lo avrebbe superato. Eusebio gravissimo storico ci assicura di aver inteso dalla boc-
ca dello stesso Costantino , che si raccomandò egli vivamente al Dio creatore del
tutto , quando nel marciar egli coli' esercito suo, un giorno ed in pieno meriggio mi-
rò in cielo sopra il sole una croce di luce ed appresso le seguenti parole : In hoc
signo vinces. Del qual fenomeno furono spettatori anche i soldati di sua comitiva.
Restò egli perplesso nel suo significato , quando nella seguente notte apparendogli
in sogno il Redendore gli disse , che valendosi di quella bandiera , egli vincerebbe.
Costantino fatti chiamare i sacerdoti cristiani, imparò da loro la venerazione dovuta
al segno della redenzione, passò dal culto idolatrico alla religion santa di Cristo, la