DESCRITTO ED ILLUSTRATO 61
per animarlo a battersi , per animarlo a vincere ^ ed ivi finge il pittore seguisse
1' apparizione del salutifero segno della Croce : il motto ò scritto in greco : in que-
sto segno vincerai. L' allocuzione fatta prima di muoversi contro Massenzio è ra-
presentata secondo il costume delle antiche medaglie e sculture j è molto conve-
niente alla circostanza. Nel primo piano è il ritratto di Gradasso famoso nano , di
cui il Berni ci additò la patria e il cognome in quel verso
Viva Gadasso Berrettai da Norcia ,
oltre alle sue qualità , che leggonsi in quel Capitolo. Nel campo v' ha introdotto
degl' antichi edilizi , e vedesi il mausoleo d' Adriano , non che quello di Augusto
divisi dal Tevere. L' insigne pennello di Giulio Romano la colori. Qui tutto è quie-
te : il sembiante dell' imperante spira fiducia e valore , e nelle folte schiere tralu-
ce quella serenità , propria a condurre a felici successi. Magnifica, non che difici-
le risulta la composizione, poiché non v' è sorpresa di cosa , frastuono di armi, mi-
litare accanimento, come risulta dalla
BATTAGLIA
D I
COSTANTINO
Che Raffaele non potè compire. Avea già fatto preparare la maggiore delle pa-
reti , che è quella di cui parlo, per dipingerla a olio, e ne avea fatti i cartoni. So-
praggiunto dalla morte non vi rimasero del suo , che le due figure al lato del
gran quadro, lungo palmi 50 alto 22 , esprimenti la Giustizia e la Mansuetudine ;
lasciò per altro i cartoni per le altre pareti. La gran pittura, siccome dissi , rap-
presenta la battaglia data da Costantino di là del ponte Milvio al tiranno Massen-
zio , figlio di Massimino imperatore, che restò vinto e sommerso nel fiume. Euse-
bio e Cedreno ricordano, che ciò fu veramente al passo del Tevere , e sopra un
ponte di barche, che si ruppe , per cui vedesi il tiranno quasi sommerso. Fu ese-
guita a fresco da Giulio Romano sopra i cartoni del suo maestro , e la fe' d; ordi-
ne di Clemente VII, Tavola LVI. Giulio accintosi all' opera gittò a terra tutto il
preparativo fatto per dipingere la muraglia a olio , e la eseguì a fresco, com7 ora
si vede , ad eccezione delle due sul lodate virtù. Il gran fatto è ivi rappresentato
in grandezza naturale , e vi sono due numerosissime armate di fanti e di cavalli :
la mischia , la superiorità del vincitore, la sconfitta, 1' annegamento del tirranno :
per animarlo a battersi , per animarlo a vincere ^ ed ivi finge il pittore seguisse
1' apparizione del salutifero segno della Croce : il motto ò scritto in greco : in que-
sto segno vincerai. L' allocuzione fatta prima di muoversi contro Massenzio è ra-
presentata secondo il costume delle antiche medaglie e sculture j è molto conve-
niente alla circostanza. Nel primo piano è il ritratto di Gradasso famoso nano , di
cui il Berni ci additò la patria e il cognome in quel verso
Viva Gadasso Berrettai da Norcia ,
oltre alle sue qualità , che leggonsi in quel Capitolo. Nel campo v' ha introdotto
degl' antichi edilizi , e vedesi il mausoleo d' Adriano , non che quello di Augusto
divisi dal Tevere. L' insigne pennello di Giulio Romano la colori. Qui tutto è quie-
te : il sembiante dell' imperante spira fiducia e valore , e nelle folte schiere tralu-
ce quella serenità , propria a condurre a felici successi. Magnifica, non che difici-
le risulta la composizione, poiché non v' è sorpresa di cosa , frastuono di armi, mi-
litare accanimento, come risulta dalla
BATTAGLIA
D I
COSTANTINO
Che Raffaele non potè compire. Avea già fatto preparare la maggiore delle pa-
reti , che è quella di cui parlo, per dipingerla a olio, e ne avea fatti i cartoni. So-
praggiunto dalla morte non vi rimasero del suo , che le due figure al lato del
gran quadro, lungo palmi 50 alto 22 , esprimenti la Giustizia e la Mansuetudine ;
lasciò per altro i cartoni per le altre pareti. La gran pittura, siccome dissi , rap-
presenta la battaglia data da Costantino di là del ponte Milvio al tiranno Massen-
zio , figlio di Massimino imperatore, che restò vinto e sommerso nel fiume. Euse-
bio e Cedreno ricordano, che ciò fu veramente al passo del Tevere , e sopra un
ponte di barche, che si ruppe , per cui vedesi il tiranno quasi sommerso. Fu ese-
guita a fresco da Giulio Romano sopra i cartoni del suo maestro , e la fe' d; ordi-
ne di Clemente VII, Tavola LVI. Giulio accintosi all' opera gittò a terra tutto il
preparativo fatto per dipingere la muraglia a olio , e la eseguì a fresco, com7 ora
si vede , ad eccezione delle due sul lodate virtù. Il gran fatto è ivi rappresentato
in grandezza naturale , e vi sono due numerosissime armate di fanti e di cavalli :
la mischia , la superiorità del vincitore, la sconfitta, 1' annegamento del tirranno :