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102 IL VATICANO

e trovandosi nel tempio , alcuni giorni prima della sua morte , de' Gentili, che era-
no^andati a Gerusalemme per la festa di Pasqua , videro 1' entusiasmo del popolo
per Gesù e s' indirizzarono a Filippo , pregandolo che volesse far vedere loro il
Salvatore. Filippo essendosi unito ad Andrea , i due apostoli esposero l'istanza dei
Gentili a Gesù , il quale rispose che la sua ora non era ancora giunta ; che do-
veva morire e risuscitare , primachè il suo nome fosse annunziato alle nazioni stra-
niere. Nel discorso che il Salvatore indrizzò a' suoi discepoli dopo 1' ultima cena ,
prima di andare nel giardino degli Olivi , come prometteva di dar loro una co-
noscenza più perfetta di suo Padre , Filippo gridò : „ Signore , mostrateci vostro
„ Padre, e ciò ne basta „ . In tale occasione, Gesù annunziò di nuovo la sua di-
vinità dicendo altamente, come non era che uno col Padre suo. Dopo la discesa del-
lo Spirito Santo , gli apostoli essendosi dispersi per andare ad annunziare il loro
maestro a tutta la terra , Filippo andò a predicare nella Frigia. Egli dev' essere per-
venuto ad un' età assai avanzata , poiché san Policarpo , il quale non si convertì
a Gesù Cristo che verso l5 anno 80. dell' era nostra , ebbe la fortuna di con-
versare con esso. Si crede che san Filippo fosse seppellito a Jerapli in Frigia. La
chiesa greca celebra la santa festa , ai 14 di novembre , e la chiesa latina il pri-
mo di maggio con quella di san Giacomo.

Le pitture descritte erano in origine opere del gran Raffaele , e di Giovan-
ni da Udine. Sotto il ponte ficato di Paolo IV furono disgraziatamente tolte , per
fare , siccome in altro incontro accennai , degli stanzini. Gregorio XIII le rinno-
vò , rintracciando gli antichi contorni in questo modo espresso nella numerazione
delle parti , con 1' architettura delle colonne , nicchie , basamento fatte a fresco
da Giovanni e Cherubino Alberti, fratelli dal Borgo san Sepolcro. I puttini però
del fregio, non che le virtù furono dipinte da Taddeo Zùccheri, che fe' di sua mano
il picciolo san Giovanni, e i due apostoli san Pietro e san Paolo mirabilmente espres-
si , sembrando fra loro in istretto colloquio. Tiene ciascheduno di essi nelle pro-
prie mani il simbolico suo significato , cioè le chiavi pontificie ed un libro 1' uno ,
e la spada 1' altro , con i loro allusivi motti nel fregio delineati. Il rimanente del-
le pitture furono eseguite da Federico Zuccheri fratello di Taddeo , insieme con Li-
vio Agresti da Forlì , e Giambattista Marcucci ed altri -, e sotto Clemente XI le
figure degli apostoli vedendosi alquanto svanite furono ravvivate da Carlo Maratta.
Vi sono eziandio altre pitture , altri ornati fra gli apostoli con alcune iscrizioni, e
molte graziose figurine di virtù , che rendano questa stanza degna a vedersi. Pri-
ma di dipartirci, per evitare i viziosi giri e ritorni, fà d' uopo scorrere quel tanto, che
da questa parte s' incontra. La porta dunque esistente nell' angolo della terza fac-
ciata , è quella che dà P ingresso alla

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