Siccome in tutti i casi nei quali conviene legare una delle grosse
arterie di secondo ordine, così nel nuovo metodo di curare l'Aneu-
risma popliteo, uno degli accidenti il più da temersi di qualunque
altro si è P emorragia secondaria-, sia che ciò succeda per motivo
di rilasciamento troppo sollecito dell'allacciatura, o per lacerazione
prematura delle tonache proprie dell'arteria, indotta dalla legatura
troppo stretta. Codesto grave accidente è accaduto replicatamele
allo stesso Hùnter dopo l'allacciatura dell' arteria Femorale superfi-
ciale, ed a molti altri celebri, ed esercitati Chirurgi dopo di esso;
ed è cosa degna di riflessione , che questo disastro succede per lo più
fra il decimo, e decimoquarto giorno dopo l'operazione. La legatura,
di riserva, ho già detto, che il più delle volte non corrisponde all'in-
tento , e clic anzi, secondo ogni probabilità, è da annoverarsi fra le
cagioni produttrici di questo infortunio, al quale non sempre il Chirurgo
e gli astanti sono abbastanza in tempo di poter riparare, perchè il
malato non perda una considerevole quantità di sangue , e che la
valida commozione d' animo del medesimo non tragga seco delle al-
tre funeste conseguenze pel seguito della cura. Riflettendo su questo
punto importantissimo di tutta la cura dell' Aneurisma popliteo, e
considerando a un tempo stesso, che ben dirado, o mai succede la
emorragia secondaria in seguito della legatura dell' arteria Femorale
superficiale dopo l'amputazione della coscia, in cui si tira a se, e
sì lega a nudo l'anzidetta arteria; e che al contrario frequentissimo
dopo l'amputazione della coscia era questo disastro, quando avevano
in costume i Chirurgi di trapassare con ago curvo le carni , e di le-
gare l'arteria unitamente a molta sostanza muscolare, e cellulosa,
pare che da ciò si possa giustamente inferire, che l'emorragia secon-
daria di cui si parla in occasione d' Aneurisma, sia riferibile all'una,
o all' altra della due seguenti cagioni ; cioè all' inesattezza del Chi-
rurgo in spogliare V arteria Femorale superficiale dalla guaina cellu-
losa per tutto quel tratto sul quale egli si propone di applicare la
legatura, ovvero alla troppo gran forza che impiega nello stringere la
arteria circolarmente. II coalito delle due opposte pareti d'un'arteria,
come ho detto più volte , non si fa che per mezzo dell' infiamma-
zione adesiva, per eccitare la quale, e perchè essa produca il de-
siato .effetto, egli è necessario che l'arteria non sia isolata di troppo,
ed al di là dei confini dell' allacciatura ; che il grado di pressione sia
tale da mettere, e mantenere le due opposte pareti della medesima
a perfetto , e stretto conlatto ; che Y irritazione futa dalla pressione
sia ^bastante ad indurre nelle tonache proprie dell' arteria Y infiamma-
zione , senza che queste , per mancanza di vitalità, passino sollecita-
mente allo stato di mortificazione . Se codesto grado di pressione è
troppo picciolo, l'arteria non s'infiamma bastantemente, nè si oblite-
ra , ma rimane piuttosto logorata lentamente, ed indi ne crepa ; se
troppo grande è la pressione, e sopra tutto , so su d'un' arteria iso-
lata per maggior tratto di quanto si richiede per l'allacciatura, essa
si mortifica, s' esulcera , e si apre pria che le pareti della medesima
abbiano preso adesione fra di loro , tanto nel luogo dell' allacciatura,
che per certo tratto sopra , e sotto della legatura,
§/2S\
L'uno, e l'altro di questi inconvenienti si evita sciogliendo
colf apice del dito, ed isolando l'arteria Femorale superficiale dal
tessuto cellulare per quella porzione soltanto che corrisponde allo
spazio che deve occupare la legatura, il quale spazio è di quattro
linee poco più. E spogliando per quel tratto 1' arteria della sua gua-
ina cellulosa , si farà in maniera , che la legatura cada propriamente
a nudo sulle tonache proprie della medesima arteria ; sicché il Chi-
rurgo possa calcolare con precisione la forza di pressione che egli
deve impiegare perchè le due opposte pareti della stessa arteria siano
poste e mantenute a scambievole , e stretto contatto , senza pericolo
che vengano lacerate dai nastrali , ovvero spinte alla mortificazione .
Gli Arabi Medici , come dimostrerò in altro luogo , erano diligentis-
simi neh' esecuzione di questo importante articolo di pratica relativo
alla legatura delle grosse arterie degli arti; poiché essi costantemente,
pria eV allacciare una di queste arterie , non solo la mettevano a nu-
do accuratamente per certo tratto , ma altresì, affinchè I' allacciatura
che essi praticavano non comprendesse altre parti che la nuda arte-
ria , sollevavano 1' arteria slessa per mezzo d'un uncino spuntato . I
due nastrini cerati che io propongo d'adoprare, collocati vicini l'uno
all' altro , ciascheduno dei quali ha due linee di larghezza, appoggia-
no sopra un conveniente tratto d' arteria snudata, per cui essi non,
possono che assai difficilmente produrre la recisione delta medesima
arteria . E poiché i nastrini vengono stretti sopra Y arteria non altri-
menti , che coli' intervento d' un cilindretto di tela posto secondo la
lunghezza dell' arteria , e che F anzidetto cilindro col suo diametro
trasversale porge alcun poco fuori dei lati della stessa arteria ; quindi
ne viene , che, serrato il nodo convenientemente , la maniera d'allac-
ciatura che ne risulta non è, come comunemente si fa, una strozza-
tura circolare , un increspamento delle tonache proprie dell' arteria,
ma , propriamente parlando \ una approssimazione delle due opposte
pareti della medesima arteria pel tratto di quattro linee , e come se
F arteria per tutto quello spazio fosse tenuta compressa, e stretta fra
Y apice di due dita ; la qual cosa, a mio parere , e tutto ciò di me-
glio che un Chirurgo possa fare per prevenire la rottura delle tona-
, che d'una grossa arteria, impedire la troppo sollecita mortificazione
delle medesime tonache, eccitare in esse il giusto grado d'infiamma-
zione adesiva, promuovere il coalito, e l'obliterazione della capacità
deli' arteria , e quindi allontanare il pericolo dell' emorragia seconda-
ria . Burchall (p) avendo legata P arteria Femorale superficiale cir-
colarmente , come si pratica , espose il malato ad avere pochi
giorni dopo una spaventosa emorragia secondaria. Passò egli tosto
una seconda legatura al di sopra della prima; inserì fra l'arteria ed
il nodo un cilindretto di cerotto , ed indi non comparve più una
stilla di sangue durante tutto il tempo della cura. Thompson Forster
(q), oltre la compressetta, o cilindretto di tela, vorrebbe, che sopra
questa si mettesse un segmento, per il lungo, d'un cilindretto di legno
della lunghezza di tre quarti di pollice, e d'un terzo di pollice in
larghezza^ ma la sperienza mi ha insegnato, che il solo cilindretto di
tela soddisfa perfettamente bene all' intento . Un fatto . costante si è,
che 1' allacciatura praticata in questo modo, ossia colf interposizione
del cilindretto di tela, tarda notabilmente di più ad abbandonare la
arteria , che la legatura eseguita nella maniera ordinaria . La sperien-
za mi ha dimostrato, che l'allacciatura fatta nella prima maniera non
si stacca dall'arteria Femorale che nel giorno diciotto, vigesimo, vi-
gesimo primo, rarissime volte , o giammai prima del decimoquarto
giorno dall' operazione ; mentre egli è noto che l'allacciatura praticata
alla medesima arteria nella consueta maniera , lascia presa il più delle
volte fra il settimo, e decimo giorno dall'operazione, epoca nella
quale generalmente i Chirurgi si tengono in guardia per la tema del-
l'emorragia secondaria. Se, come ho detto disopra, per evitare que-
sto gravissimo accidente, egl' è necessario che il processo ulcerativo
dell' arteria nel luogo della pressione fatta dall'allacciatura succeda do-
po che il processo adesivo sia perfettamente compito, cgl' è evidente
che la prima maniera d' allacciatura, siccome quella che più tarda ad
abbandonare l'arteria, favorirà più che l'altra la perfetta adesione, e
1' obliterazione dell' arteria stessa, ed allontanerà quindi più efficace-
mente che 1' altra il pericolo della emorragia secondaria. Questo
mezzo di prevenire Y emorragia secondaria , giova qui di rimarcare,
non è punto nuovo. L'interposizione d' una compressetta fra P arte-
ria, e l'allacciatura pria di stringere il nodo , si praticava già dagl'An-
tichi Chirurgi , specialmente Italiani . Tutti hanno insegnato questo
precetto relativo alla legatura delle arterie, principalmente di grosso ca-
libro, nè so il perchè una sì giudiziosa, ed utile pratica sia stata ab-
bandonata . Lo stesso Eistero (r) ne parla diffusamente. Ne fa men-
zione anche il Bertrandi nel suo Trat. delle Operazioni. T. HI. p.
195. Né, a mio parere, s'intende perchè il Deschamps (s) riguardi
questa pratica come inutile, e dannosa, mentre egli trova opportuno,
ed utile l'interporre fra il nastrino e l'arteria da legarsi la piastrella
metallica del suo Presse-arlére.
(p) Medicai oLserv. and Inquir. Voi. III. pag- i°8-
(q) Medicai Facts and oLserv. voi. V. pag- 6.
(r) Instimi. Ghirurg. T. I. pag. 2G9.
(s) Loc. cit. pag. 35.
arterie di secondo ordine, così nel nuovo metodo di curare l'Aneu-
risma popliteo, uno degli accidenti il più da temersi di qualunque
altro si è P emorragia secondaria-, sia che ciò succeda per motivo
di rilasciamento troppo sollecito dell'allacciatura, o per lacerazione
prematura delle tonache proprie dell'arteria, indotta dalla legatura
troppo stretta. Codesto grave accidente è accaduto replicatamele
allo stesso Hùnter dopo l'allacciatura dell' arteria Femorale superfi-
ciale, ed a molti altri celebri, ed esercitati Chirurgi dopo di esso;
ed è cosa degna di riflessione , che questo disastro succede per lo più
fra il decimo, e decimoquarto giorno dopo l'operazione. La legatura,
di riserva, ho già detto, che il più delle volte non corrisponde all'in-
tento , e clic anzi, secondo ogni probabilità, è da annoverarsi fra le
cagioni produttrici di questo infortunio, al quale non sempre il Chirurgo
e gli astanti sono abbastanza in tempo di poter riparare, perchè il
malato non perda una considerevole quantità di sangue , e che la
valida commozione d' animo del medesimo non tragga seco delle al-
tre funeste conseguenze pel seguito della cura. Riflettendo su questo
punto importantissimo di tutta la cura dell' Aneurisma popliteo, e
considerando a un tempo stesso, che ben dirado, o mai succede la
emorragia secondaria in seguito della legatura dell' arteria Femorale
superficiale dopo l'amputazione della coscia, in cui si tira a se, e
sì lega a nudo l'anzidetta arteria; e che al contrario frequentissimo
dopo l'amputazione della coscia era questo disastro, quando avevano
in costume i Chirurgi di trapassare con ago curvo le carni , e di le-
gare l'arteria unitamente a molta sostanza muscolare, e cellulosa,
pare che da ciò si possa giustamente inferire, che l'emorragia secon-
daria di cui si parla in occasione d' Aneurisma, sia riferibile all'una,
o all' altra della due seguenti cagioni ; cioè all' inesattezza del Chi-
rurgo in spogliare V arteria Femorale superficiale dalla guaina cellu-
losa per tutto quel tratto sul quale egli si propone di applicare la
legatura, ovvero alla troppo gran forza che impiega nello stringere la
arteria circolarmente. II coalito delle due opposte pareti d'un'arteria,
come ho detto più volte , non si fa che per mezzo dell' infiamma-
zione adesiva, per eccitare la quale, e perchè essa produca il de-
siato .effetto, egli è necessario che l'arteria non sia isolata di troppo,
ed al di là dei confini dell' allacciatura ; che il grado di pressione sia
tale da mettere, e mantenere le due opposte pareti della medesima
a perfetto , e stretto conlatto ; che Y irritazione futa dalla pressione
sia ^bastante ad indurre nelle tonache proprie dell' arteria Y infiamma-
zione , senza che queste , per mancanza di vitalità, passino sollecita-
mente allo stato di mortificazione . Se codesto grado di pressione è
troppo picciolo, l'arteria non s'infiamma bastantemente, nè si oblite-
ra , ma rimane piuttosto logorata lentamente, ed indi ne crepa ; se
troppo grande è la pressione, e sopra tutto , so su d'un' arteria iso-
lata per maggior tratto di quanto si richiede per l'allacciatura, essa
si mortifica, s' esulcera , e si apre pria che le pareti della medesima
abbiano preso adesione fra di loro , tanto nel luogo dell' allacciatura,
che per certo tratto sopra , e sotto della legatura,
§/2S\
L'uno, e l'altro di questi inconvenienti si evita sciogliendo
colf apice del dito, ed isolando l'arteria Femorale superficiale dal
tessuto cellulare per quella porzione soltanto che corrisponde allo
spazio che deve occupare la legatura, il quale spazio è di quattro
linee poco più. E spogliando per quel tratto 1' arteria della sua gua-
ina cellulosa , si farà in maniera , che la legatura cada propriamente
a nudo sulle tonache proprie della medesima arteria ; sicché il Chi-
rurgo possa calcolare con precisione la forza di pressione che egli
deve impiegare perchè le due opposte pareti della stessa arteria siano
poste e mantenute a scambievole , e stretto contatto , senza pericolo
che vengano lacerate dai nastrali , ovvero spinte alla mortificazione .
Gli Arabi Medici , come dimostrerò in altro luogo , erano diligentis-
simi neh' esecuzione di questo importante articolo di pratica relativo
alla legatura delle grosse arterie degli arti; poiché essi costantemente,
pria eV allacciare una di queste arterie , non solo la mettevano a nu-
do accuratamente per certo tratto , ma altresì, affinchè I' allacciatura
che essi praticavano non comprendesse altre parti che la nuda arte-
ria , sollevavano 1' arteria slessa per mezzo d'un uncino spuntato . I
due nastrini cerati che io propongo d'adoprare, collocati vicini l'uno
all' altro , ciascheduno dei quali ha due linee di larghezza, appoggia-
no sopra un conveniente tratto d' arteria snudata, per cui essi non,
possono che assai difficilmente produrre la recisione delta medesima
arteria . E poiché i nastrini vengono stretti sopra Y arteria non altri-
menti , che coli' intervento d' un cilindretto di tela posto secondo la
lunghezza dell' arteria , e che F anzidetto cilindro col suo diametro
trasversale porge alcun poco fuori dei lati della stessa arteria ; quindi
ne viene , che, serrato il nodo convenientemente , la maniera d'allac-
ciatura che ne risulta non è, come comunemente si fa, una strozza-
tura circolare , un increspamento delle tonache proprie dell' arteria,
ma , propriamente parlando \ una approssimazione delle due opposte
pareti della medesima arteria pel tratto di quattro linee , e come se
F arteria per tutto quello spazio fosse tenuta compressa, e stretta fra
Y apice di due dita ; la qual cosa, a mio parere , e tutto ciò di me-
glio che un Chirurgo possa fare per prevenire la rottura delle tona-
, che d'una grossa arteria, impedire la troppo sollecita mortificazione
delle medesime tonache, eccitare in esse il giusto grado d'infiamma-
zione adesiva, promuovere il coalito, e l'obliterazione della capacità
deli' arteria , e quindi allontanare il pericolo dell' emorragia seconda-
ria . Burchall (p) avendo legata P arteria Femorale superficiale cir-
colarmente , come si pratica , espose il malato ad avere pochi
giorni dopo una spaventosa emorragia secondaria. Passò egli tosto
una seconda legatura al di sopra della prima; inserì fra l'arteria ed
il nodo un cilindretto di cerotto , ed indi non comparve più una
stilla di sangue durante tutto il tempo della cura. Thompson Forster
(q), oltre la compressetta, o cilindretto di tela, vorrebbe, che sopra
questa si mettesse un segmento, per il lungo, d'un cilindretto di legno
della lunghezza di tre quarti di pollice, e d'un terzo di pollice in
larghezza^ ma la sperienza mi ha insegnato, che il solo cilindretto di
tela soddisfa perfettamente bene all' intento . Un fatto . costante si è,
che 1' allacciatura praticata in questo modo, ossia colf interposizione
del cilindretto di tela, tarda notabilmente di più ad abbandonare la
arteria , che la legatura eseguita nella maniera ordinaria . La sperien-
za mi ha dimostrato, che l'allacciatura fatta nella prima maniera non
si stacca dall'arteria Femorale che nel giorno diciotto, vigesimo, vi-
gesimo primo, rarissime volte , o giammai prima del decimoquarto
giorno dall' operazione ; mentre egli è noto che l'allacciatura praticata
alla medesima arteria nella consueta maniera , lascia presa il più delle
volte fra il settimo, e decimo giorno dall'operazione, epoca nella
quale generalmente i Chirurgi si tengono in guardia per la tema del-
l'emorragia secondaria. Se, come ho detto disopra, per evitare que-
sto gravissimo accidente, egl' è necessario che il processo ulcerativo
dell' arteria nel luogo della pressione fatta dall'allacciatura succeda do-
po che il processo adesivo sia perfettamente compito, cgl' è evidente
che la prima maniera d' allacciatura, siccome quella che più tarda ad
abbandonare l'arteria, favorirà più che l'altra la perfetta adesione, e
1' obliterazione dell' arteria stessa, ed allontanerà quindi più efficace-
mente che 1' altra il pericolo della emorragia secondaria. Questo
mezzo di prevenire Y emorragia secondaria , giova qui di rimarcare,
non è punto nuovo. L'interposizione d' una compressetta fra P arte-
ria, e l'allacciatura pria di stringere il nodo , si praticava già dagl'An-
tichi Chirurgi , specialmente Italiani . Tutti hanno insegnato questo
precetto relativo alla legatura delle arterie, principalmente di grosso ca-
libro, nè so il perchè una sì giudiziosa, ed utile pratica sia stata ab-
bandonata . Lo stesso Eistero (r) ne parla diffusamente. Ne fa men-
zione anche il Bertrandi nel suo Trat. delle Operazioni. T. HI. p.
195. Né, a mio parere, s'intende perchè il Deschamps (s) riguardi
questa pratica come inutile, e dannosa, mentre egli trova opportuno,
ed utile l'interporre fra il nastrino e l'arteria da legarsi la piastrella
metallica del suo Presse-arlére.
(p) Medicai oLserv. and Inquir. Voi. III. pag- i°8-
(q) Medicai Facts and oLserv. voi. V. pag- 6.
(r) Instimi. Ghirurg. T. I. pag. 2G9.
(s) Loc. cit. pag. 35.