C A P O XV,
8p
T)elle altre regole dlan%i accennaie, e pvimierarnente
delle abbrewature,
FRa i modi di rilevare dai caratteri l’ età de’ codici posi.
in terzo luogo le abbreviature, ed i nessi. Intorno al-
le prime, notar ii dee, che ne’codici prima del mille (se
da quelli che tuttavia abbiamo si dee conghietturare degli
altri, scritti per lo più in carartere majuscolo)sono assai ra-
re le abbreviature, e d’ ordinario sol le seguenti : ìn vece-»
del w,e «,allorchè specialmente si duplicano,formavano so-
pra la voce scritta un picciolo tratto di penna, ma in gui-
sa, che non ascendesse, ma per dir così sòvrastass’e quasi
una p«cciola linea piana. Tal volta ancora si prendevano
gli scrittori la slessa libertà nel fine della parola, che ter-
minava con una di queste due lettere, e qualche rara fia-
ta allor eziandio the nè si duplicavano,nè terminava la pa-
rola con una delle suddette due lettere.
Tuor di queste due,altre lettere non veggo ( almeno di
ordinario) ne’ codici scritti in majuscolo supplite a que’
tempi con lemplici tratti di penna, toltone le parole Domi-
nus^e Deus soventementè abbreviate col fare Dnus,8c Ds,
e sovrapporvi una lineetta, o tratto di penna, che copre la
parola nel mezzo a questo modo: Dnus £)r.Dopo il mille,
e conseguentemente allor che andò in disulò ne’codici il ca-
rattere majuscolo,e comunemente adoperossi il minuscolo se
ne incomincia ad incontrare qualchedun’ altra, rna assai di-
screta, e ciò si avvera non solamente de’ Codici ptu nobili,ed
esatti del XI. ro® *n ftneili ancora del XII. secolo ■ poichè in
qualche codice di poco conto,ed eziandio in qualche scrittura
di Notajo poco diligente taluna se ne ritrova stravagante al-
quanto e bizzarra,e sovente, se pur non erro, affatto arbi-
traria. Per altro ne codici, come dissi, nobili ed elatti
pochissime abbreviature vi sono, ed esse f il che dianzi av-
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T)elle altre regole dlan%i accennaie, e pvimierarnente
delle abbrewature,
FRa i modi di rilevare dai caratteri l’ età de’ codici posi.
in terzo luogo le abbreviature, ed i nessi. Intorno al-
le prime, notar ii dee, che ne’codici prima del mille (se
da quelli che tuttavia abbiamo si dee conghietturare degli
altri, scritti per lo più in carartere majuscolo)sono assai ra-
re le abbreviature, e d’ ordinario sol le seguenti : ìn vece-»
del w,e «,allorchè specialmente si duplicano,formavano so-
pra la voce scritta un picciolo tratto di penna, ma in gui-
sa, che non ascendesse, ma per dir così sòvrastass’e quasi
una p«cciola linea piana. Tal volta ancora si prendevano
gli scrittori la slessa libertà nel fine della parola, che ter-
minava con una di queste due lettere, e qualche rara fia-
ta allor eziandio the nè si duplicavano,nè terminava la pa-
rola con una delle suddette due lettere.
Tuor di queste due,altre lettere non veggo ( almeno di
ordinario) ne’ codici scritti in majuscolo supplite a que’
tempi con lemplici tratti di penna, toltone le parole Domi-
nus^e Deus soventementè abbreviate col fare Dnus,8c Ds,
e sovrapporvi una lineetta, o tratto di penna, che copre la
parola nel mezzo a questo modo: Dnus £)r.Dopo il mille,
e conseguentemente allor che andò in disulò ne’codici il ca-
rattere majuscolo,e comunemente adoperossi il minuscolo se
ne incomincia ad incontrare qualchedun’ altra, rna assai di-
screta, e ciò si avvera non solamente de’ Codici ptu nobili,ed
esatti del XI. ro® *n ftneili ancora del XII. secolo ■ poichè in
qualche codice di poco conto,ed eziandio in qualche scrittura
di Notajo poco diligente taluna se ne ritrova stravagante al-
quanto e bizzarra,e sovente, se pur non erro, affatto arbi-
traria. Per altro ne codici, come dissi, nobili ed elatti
pochissime abbreviature vi sono, ed esse f il che dianzi av-