Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

DOI Heft:
Fasc. 1-4
DOI Artikel:
Toschi, G. B.: Lelio Orsi da novellara pittore es architetto (1511 - 1587)
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0045

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
Frégio di Lelio Orsi. Canonica della chiesa di Querzola (provincia di Reggio Emilia)

e quindi colle g'ambe molto piegate, come in un' altra Madonna di Lelio presso Novellara,
tiene adagiato sulle ginocchia il Bambino ignudo colle gambe, le braccia, il capo allentati,
cadenti come per stanchezza o per sonno: la Madre ne sorregge la testa colla sinistra e
si china tutta su di lui a guardarlo trepidando, viso contro viso, reggendosi sulla destra
appoggiata a terra: è il pensiero della cosiddetta Zingarella del Correggio, a Napoli. Siede
presso di lei Santa Elisabetta, energica vecchia, che porg'e una focaccia. Di dietro alle
due donne San Giuseppe (un vecchio pieno di vigore) si china anche lui giù giù a mirare
il piccolo sofferente, attenendosi colla sinistra, per non cadere, ad un ramo della grossa
palma, di cui si vede appena un po' di tronco, ma s'allargano attorno e piegano a terra i
rami, sotto ai quali, oltre alle persone della Santa Famiglia, si pigia una torma d'angio-
letti che sogguardano anch'essi, acquattati come pulcini sotto le ali della chioccia; si vede
che, sopraggiunta la sera, quello era il ricovero per la notte. Presso Santa Elisabetta, ma
diviso dagli altri, sta coricato a terra, col capo appoggiato all'avambraccio, il .San Giovan-
nino, già dormente, colla crocetta di canna posata presso di lui sul terreno. Poco distante
dorme, pure allo scoperto, un angioletto appoggiato ad un oggetto di forme incerte, che
potrebbe essere la sella d'un giumento. Il Correggio, nella Zingarella ora citata, aveva rap-
presentato un angioletto che tira in basso un ramo di palma ; nella Fuga in Egitto della
Tribuna, a Firenze, è San Giuseppe che, abbassato colla destra il ramo di palma, colla si-
nistra ne porge il frutto al Bambino; nella celebre Madonna della .Scodella, di Parma, lo
stesso motivo venne rappresentato in altro modo, e da questo motivo prese la mossa il pen-
siero ■ dell'Orsi, che trasformò in bizzarro e strano un concetto gentile, come voleva la sua
indole, quale si paleserà nel seguito di questo scritto. E l'ultima eco dell'antica leggenda,
esposta ed illustrata da Adolfo Venturi nel suo recente e splendido volume sulla Madonna.

Nella raccolta generale dei disegni negli Uffìzi, anteriore al dono Santarelli, n' è pure
attribuita all' Orsi una decina, di cui solo una parte esposta al pubblico. Fra quelli non
esposti, il disegno portante il n. 2001, a penna, e di maniera analoga a quelli ora descritti,
è lo studio che ha servito, senza nessun dubbio, pel Cristo morto, di Modena. Il cadavere
fu disegnato dal vero, e siccome esso giaceva su d'un tavolato, l'Orsi non fece che trasformar
questo in una roccia pianeggiante che all' intorno scende verticalmente ; da un lato accennò
al pedale d'un albero, e, per ottener meglio l'aspetto della sommità del Calvario, di dietro
accennò pure ad alcune figurette che spuntano come ascendendo pel versante opposto a chi
guarda. Presso al cadavere schizzò poi, di maniera, due sante donne che, buttatesi a terra,
ne esaminano da vicino il capo, come per spiare se vi rimanesse un alito di vita. Era, in-
somma, un'altra strana composizione, suggeritagli dallo studio del cadavere, che nel qua-
dretto di Modena fu resa più ragionevole colla sostituzione delle due figure simboliche alle
sante donne. Nel quadro fu dato un maggiore abbandono alla testa del Cristo, che porta
le tracce dei patimenti sofferti con rassegnazione, mentre nel disegno appare solo l'espres-
sione del dolore fisico. Nella stessa cartella, col n. 2004, si trova il disegno del busto d'una

L'Arte. Ili, 2.
 
Annotationen