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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Schweitzer, Eugenio: La scuola pittorica cremonese (ricordo dell' esposizione d'arte sacra in cremona)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0090

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54

EUGENIO SCHWEITZER

Venezia abbiano conservata intatta la firma di Francesco Tacconi colla data del 1490.
Un simpatico quadro di Francesco è la Madonna in trono della Galleria nazionale di Londra,
che proviene da Venezia e porta la data del 1489. Io stimo identica a questa Madonna
bellinesca quella nella chiesa degli Scalzi, che un tempo era attribuita al Bellini e poi a
Pietro da Messina. A quanto pare, Francesco venne presto a Venezia e vi si trasformò com-
pletamente sotto l'influenza della scuola dei Vivarini.

Galeazzo Rtvelli della Barba.

Questi è un pittore rozzo, che nel 1520 dipinse nella cappella battesimale di Cremona
un Battesimo di Nostro Signore, che non esiste più. Un suo trittico con Santi, clov' è la
sua firma completa, e la data del 1524, si trova nell'Accademia di Bergamo, nella Sezione
Lochis.

Di suo figlio Giuseppe, che fa anche poeta, il Museo Correr di Venezia possiede una
Cleopatra del 1544 colla firma intera.

Antonio Cicognara.

Di lui si vedevano all'Esposizione miniature in un antifonario, scritto ed annotato da
Giovati Pietro Gadio. Sulla prima carta, nel ricchissimo fregio di riquadro, è scritto a carat-
teri minuti: « Antoni]' Cico | gnarj opus 1483». Nell'iniziale N è un uomo seduto con un
turbante in capo (vetrina G, 25).

Di questo rarissimo artista cremonese non conosco che un dipinto presso l'avvocato
Cologna a Milano, la Madonna col Bambino al petto, Santa Caterina d'Alessandria ed
un'altra Santa con un libro. Il quadro colla scritta: « 14 Antonii Cicognari 90 » è già stato
descritto dallo Zaist (I, 47), ed in esso il pittore ci apparisce come stretto seguace di
Cosimo Tura.

Nella vetrina G, 35, era esposto un magnifico codice membranaceo, miniato da un
artista lombardo sconosciuto, e contenente i « Privilegi concessi da Bianca Maria Visconti
ai Gerolamini nel 1464 (Cod. perg. del sec. xv, in astuccio di cuoio bollito, stampato e
cesellato, proveniente dalla chiesa di San Sigismondo di Cremona). Vi è raffigurato lo Sposa-
lizio di Bianca Maria con Francesco Sforza « nell'atto del toccamano alla presenza del
cardinale Nardino, arcivescovo di Milano ». La conservazione ne è perfetta. I due sposi
sono raffigurati di profilo ; Francesco, attempato, tiene fra le dita l'anello, ed il cardinale è
in atto di accostarlo a Bianca Maria, che vestita di un abito di broccato rosso e oro gli si
accosta seguita da un uomo incoronato.

Sotto è la scritta: « Franciscus Sforza dux Mediolani ». Nello sfondo stanno suonatori
di tromba. Questo sposalizio fu celebrato ai 25 di ottobre del 1441, appunto nella chiesa di
San Sigismondo di Cremona.

Coll'accesso del Romanino nella cerchia dei pittori cremonesi il loro modo di dipin-
gere si trasforma completamente. Una certa modernità che sinora mancava in tutti i loro
quadri, salta all'occhio ; il costume cavalleresco con armatura e beretto piumato è più esatta-
mente osservato. Essi si rendono conto, che al modo di dipingere ingenuo ed intimo, usato
sin'allora, bisognava sostituirne un altro, che manifestava l'intensità del sentimento anche
esteriormente.

Questo passag'gio dall'una all'altra maniera devesi principalmente a due artisti cremonesi :
Altobello Melone e Gianfrancesco Bembo, che secondo la tradizione accompagnavano il
Boccaccino a Firenze ed a Roma.
 
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