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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

DOI issue:
Fasc. 1-4
DOI article:
Schweitzer, Eugenio: La scuola pittorica cremonese (ricordo dell' esposizione d'arte sacra in cremona)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0091

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LA SCUOLA PITTORICA CREMONESE

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Altobello Ferrari, detto Melone o Melloni.

Di lui non v'è all'Esposizione che la Madonna, il n. g, che proviene da Sant'Abbondio
ed è assegnata a Galeazzo Campi. Antonio Ferrari, padre di Altobello, mediocre pittore di
Piadena, e suo fratello Baldovino, buon intarsiatore, erano tutti e due occupati a lavorare
nel Duomo di Cremona. Del resto, si fa menzione di altri due fratelli di Altobello, Giovanni
Battista, ch'era pittore, e Bernardino miniatore.

Negli affreschi del Duomo, sui quali Altobello si firma: « Altobellus de Melonibus » o
« Altobellus », e che portano la data del 15 17, l'arte sua si manifesta come posta fra quella
del Boccaccino e quella del Romanino.

Benché il Romanino non fosse chiamato che nel 1517 a stimare i due affreschi di Alto-
bello colla Fuga e colla Strage degli Innocenti, sulla parete sinistra del Duomo, e benché
non cominciasse le sue pitture che nel 1519 o 1520, pure si può nelle pitture di Altobello
vedere qualche derivazione da lui, quantunque le teste rotonde nell'affresco della Fuga ed
i molti ritratti nella Strage accennino ancora all'arte del Boccaccino.

Un disegno di Altobello da Melone per la Fuga si trova nel Gabinetto delle stampe
di Berlino e proviene dalla Collezione Peyer di Milano, per quanto l'abbia cercato, non mi
è sfato dato di rinvenirlo.

Ancor più manifesta è l'influenza del Romanino negli affreschi della parete destra, dove
sono raffigurati: la Cena degli Apostoli, la Lavanda dei piedi, Gesù nell'orto, l'Imprigio-
namento di Gesù e la sua presentazione a Caifa. Però anche qui si possono ancora trovare
reminiscenze boccaccinesche, come, per esempio, il drappeggio grandioso dell'apostolo che
sta alla destra di Gesù.

Il Vasari ci parla anche di affreschi di questo pittore nella cappella della sagristia di
Sant'Agostino, con rappresentazioni della vita di questo Santo; purtroppo questi affreschi
sono ora coperti da una costruzione in legno moderna. Assolutamente dipendente dal Roraa^
nino è il quadro con Gesù e gli Apostoli sulla via di Emaus, che fu già in San Bartolomeo
di Cremona, poi nella Collezione Castelbarco di Milano e che ora è nella Galleria nazionale
di Londra. Credo che sia piuttosto opera di uno scolaro del Romanino quel Gesù al limbo
nella Sagristia del Duomo, che gli viene attribuito.

Si racconta di lui che fosse anche eccellente pittore di ritratti ed anche incisore, ed a
questo proposito si cita un'incisione con quattro amorini danzanti, fatta alla mantegnesca e
firmata in questo modo: «Altobello V. F. ».

Altobello Melone si compiace molto di tinte vivacissime, che purtroppo spesso stridono
fra di loro.

Gian Francesco Bembo.

Egli fu figlio del pittore Lorenzo Bembo, che nel 1462 lavorava a Cremona ed era
fratello del vecchio Bonifacio Bembo. Si racconta che Gianfrancesco andasse a Firenze ed a
Roma in compagnia del Boccaccino, ed il racconto apparisce vero se osserviamo la sua pala
d'altare in San Pietro, nella quale si mostra con quanto entusiasmo egli si sia posto ad
imitare Raffaello e Fra Bartolomeo. Nell'uno dei due affreschi nel Duomo di Cremona, che
sono autenticati da un documento del 29 dicembre 1515, e propriamente in quello dell'Ado-
razione dei Re Magi, egli si firma « Benbus incipiens ». Nella Presentazione al tempio, che
è molto più importante, tanto la profetessa inginocchiata quanto gli uomini, che hanno
tutti le caratteristiche di ritratti, mostrano più l'influenza ricevuta dall'arte del Boccaccino
che da quella del Romanino.
 
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