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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Frizzoni, Gustavo: Nuovi Acquisti della R. Pinacoteca in Monaco in Baviera
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0120

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GUSTAVO FRI ZZO NI

e la Pinacoteca di Monaco. Le parti scelte per quest'ultima, e sono le più notevoli, non sono
che uno dei lati degli sportelli, destinati, secondo l'uso speciale germanico, a chiudere la parte
centrale dell'ancona. Vi sono effigiati due dei dottori di santa chiesa, e sono San Gregorio
e Sant'Agostino (fig. ja e 8a) seduti entro specie di nicchie riccamente ornate in istile gotico.

I loro compagni, i Santi Gerolamo ed Ambrogio, invece toccarono in sorte alla Gal-
leria di Augusta, dove si trovano posti ai lati di quattro quadri che formavano il centro
della pala e che rappresentano scene altamente drammatiche della vita del beato Nicolò da
Cusa, vescovo di Bressanone, morto nel 1464. Che l'autore di questo complesso di tavole
fosse un artista dotato di qualità non comuni, ciascuno può arguirlo già alla vista delle
riproduzioni. Si avverte innanzi tutto, quanto ci viene d'altronde rivelato da altre sue opere
da chiesa di pittura e d'intaglio, cioè ch'egli fu per l'indole sua chiamato a darsi non meno
all'esercizio dell'arte della scultura che a quella della pittura, raggiungendo in entrambe una
virtuosità mirabile. Quanto poi egli siasi giovato pure delle risorse che sa porgere l'arte
decorativa del tempo nelle sue più svariate manifestazioni si rivela nella infinità di motivi
osservabili nelle due curiose tavole dei sacri dottori, a cominciare dai fogliami dei baldac-
chini gotici venendo via via agli splendidi broccati, alla mitria e al triregno tempestati di
gemme, alle vesti cosparse di finissimi ricami a perle e a motivi di figure, ai leggii ripro-
dotti con effetti plastici straordinari, fino alle pietre marmorizzate dei piedistalli delle nicchie.
E insieme a tutto questo, c' è da rimanere colpiti della maestria nel dare l'effetto di
rilievo ad ogni cosa, sia che si tratti dei baldacchini a sporgenza triangolare e ai loro pi-
lastri ornati di ben intese statuette, sia che si prendano di mira le figure principali così
rigwosamente modellate e le simboliche che le accompagnano, piene di significato mistica-
mente ideale. Per questo rispetto veramente ci sembra che l'autore si qualifica nè più nè
meno che per un Carlo Crivelli dell'arte germanica, verificandosi in entrambi che le loro
rappresentazioni in genere si potrebbero egualmente irnaginare concretate nell'àmbito della
pittura come in quello della plastica.

Non è cosa da recare meraviglia pertanto che un maestro di un'impronta così ecce-
zionale abbia potuto essere dimenticato fino a tempi a noi recenti, e che solo nella seconda
metà del nostro secolo si sia cominciato a rivolgere la dovuta attenzione sopra di lui ?
Uno scrittore francese, il signor Augusto Marguillier, infatti intitola: Un maitre oublié du
XVime siede un articolo dedicato a Michele Pacher nella Gazette des Beaux Aris del 1894,
a pag. 327. Da esso si ricava il pittore essere nato fra il 1430 e il 40, morto fra il 1498
e il 1515. Dove e da chi egli abbia imparato a divenire quello ch'egli divenne non consta,
ma c'è da metter pegno che l'arte italiana non sia stata per lui un libro intieramente chiuso,
un'influenza della medesima potendosi scorgere in certe parti delle sue creazioni, per quanto
la natura tedesca prevalga in genere ne' suoi tipi. La sua città natale d'altronde, il capo-
luogo della Pusterìa, non dista che di poche miglia dal confine veneto e rende vie più
probabile la circostanza dei suoi contatti colle fiorenti estrinsecazioni dell'arte dell'Alta Italia,
A Bruneck pare vi siano tuttora da osservare in istato di conservazione alcune sue opere
non meno di pittura che di scultura. La prima sua opera segnata e datata sarebbe stata
del 1465, ma sgraziatamente è andata perduta. Nel 1471 fece il contratto, tuttora sussistente,
colla chiesa parrocchiale di Gries per l'esecuzione di un'opera composta di vari scomparti,
in pittura e in iscultura di legno. Og'gidì non ne rimangono se non alcune parti, fra altro
il soggetto dell'incoronazione della Madonna, intagliato.

Fortunatamente rimane intatto quello che viene considerato pel suo capolavoro, il grande
altare di Sanct Wolfgang nell'Alta Austria, a poca distanza da Ischi. E un'ancona colossale,
posta in mezzo al coro e innalzantesi colle sue guglie gotiche fino alle volte della chiesa.
Costituita da un complesso di tavole dipinte e di lavori d'intaglio, di stile ricco e fiorito,
vi si ammira principalmente la parte centrale, un grande quadro a intaglio, il cui soggetto
principale è di nuovo quello dell'incoronazione della Vergine, messa in mezzo da angioletti
devoti e da due Santi austeri, patroni del luogo. E una ripresa, da quanto s'intende, del-
 
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