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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Leonardi, Valentino: Paolo di Mariano Marmoraro, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0125

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PAOLO DI MARIANO MARMORARO

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Sisto Quarto. Uomo di forti spalle, dall'ampio torace, dagli occhi lunghi, dal naso curvo
e fine, dal mento arguto veste la corazza e la maglia e avanza su la staffa larga la
gamba muscolosa: il cavallo nitrisce, ha la bocca contratta dalla rabbia del morso, le nari
spalancate, le orecchie piccole, gli occhi lunghi, i garetti evidenti. Pure il paggio che ivi è
figurato presenta la forma stessa dell'orbita: è chiomato e la chioma tutta intorno il collo
recisa; reca sul capo il berretto coronato dalla mobile piuma, sostiene il morione del suo
signore. Il nobilissimo bassorilievo, opera certamente di uno scultore dell'Italia settentrionale,
era nel ciborio di Sisto Quarto, ma poi, donato da Paolo Terzo a Scipione Borghese, passò
nella villa di lui e adornò la Casina che è nel giardino degli aranci ; portato in Francia ai
tempi dell' Impero, ora si trova al Louvre nella sala di Michelangelo.

* H< M-

e tombe a Santa Maria in Trastevere appartengono ad altro Paolo di Roma,
a quel maestro fiorito verso gli ultimi anni del xiv secolo e i primi del xv,
che elevava a Santa Maria del Priorato il sepolcro di fra Bartolomeo Carafa,
un bel signore dal volto maschio, dalle labbra sottili, dalla barba acuta e
partita, dall'armatura grave e rozzamente tagliata. Poiché questo primo Paolo
Romano fu maestro di verità e di vivezza nei volti: nel bassorilievo a piedi del monu-
mento di Filippo di Valois in Santa Maria di Trastevere, i Santi portano intrecciate al
mento le barbe al modo vario ed elegante de'gentiluomini e de' borghesi al secolo xv ; gli
angioli, messaggeri dalle grandi ali recanti torce, hanno muliebri linee soavi, e i sacerdoti le
senili facce tonsurate, tutte rugose del pianto : e i giovini le molli gote polite, e le vergini
oranti gli occhi lunghi e languenti. Però l'artista era in molte parti infantile, non conosceva
proporzioni, faceva le dita delle mani tutte egualmente lunghe e sottili, le ossa del carpo
eccedenti, i piedi tozzi e sempre egualmente calzati, come volesse evitare l'opera paziente
del malleolo e delle falangi. Pure, unico in Roma, sentì la riflessione dell'arte toscana : sotto
la vòlta ogivale del sepolcro dell'Alencon, nella lunetta, la Vergine sale entro la mandorla
intarsiata di testine serafiche ; ma la Vergine, assisa in un atto goffo, sembra, per il volto
tondo e floscio, una grassa monaca, e gli angioli, malamente avviluppati nelle ali forcute,
rendono un corpo di una forma strana, che ricorda quello delle rondini marine. Nel tempo
medesimo l'artista viene dimenticando le antiche forme architettoniche, e talvolta spiana i
pinnacoli, quando addirittura non vi sostituisce le statuette de' santi. Tenta anche la poli-
cromia, e minia di gigli d'oro lo scudo azzurro di Francia, e di lune fiammanti la croce dei
Piccolomini. Ma nell'altro sepolcro, quello del cardinale Stefaneschi-Piccolomini, che si trova
nella stessa chiesa ed è del 1417, posteriore cioè di venti anni il maestro ha abbandonato
ogni forma gotica e dell'antica scuola di Giovanni Cosma e di Giacomo Vassalletto rammenta
il riso colorito delle tessere musive solo nei fili gemmati che corrono intorno il monumento
severo.

leggersi un'accurata descrizione in Courajod {La statue de Robert Malatesta. Extrait de la Gazettc des Beaux-
Art. Paris, Champion, 1883).

L'Arte. Ili, 12.
 
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