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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

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Fasc. 1-4
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Leonardi, Valentino: Paolo di Mariano Marmoraro, [1]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0135

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PAOLO DI MARIANO MARMO RARO

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Castellana ed altrove, così riparava i ponti su l'Aniene e sul Tevere, e, a San Pietro, muo-
veva opere nella piazza, su le scale della basilica, nella chiesa medesima, ne' palazzi Apo-
stolici. Faceva porre le statue degli Apostoli protettori di Roma a piè delle scale, e sovra
di esse cominciava quel pulpito della Benedizione, ricco di marmi rari, adorno di rilievi e
di statue, che egli mai vide compiuto.

Paolo di Mariano, tornato in Roma, seguì il costume degli artisti nell'epoca, e tenne
bottega con un- altro scultore, che fu quell'Isaia da Pisa, che, come vedemmo, avea con lui
lavorato a Napoli. Ma, sebbene il padre di Gian Cristoforo, a quanto almeno appare dagli
scrittori contemporanei, godesse di molta fama, più di frequente Paolo ci si mostra quale lo
scultore favorito dalla Curia pontifìcia. Nel 1460 egli è nominato sergente d'arme o mazziere
ed ha perciò un particolare posto nella corte pontificia ed al suo personale servizio un fami-
liare : Pio II lo protegge sovra gli altri e, come appare dai registri della contabilità ponti-
fìcia, gii affida la direzione di tutti i lavori che vennero condotti in quegli anni, cosicché tra
il '60 e il '64 gli vennero allocate infinite opere, tra le quali bisogna distinguere quelle ese-
guite intorno alle scale di San Pietro e al pulpito della Benedizione; quelle nel palazzo Apo-
stolico, quelle nella basilica Vaticana, quelle condotte in altre chiese per commissione del
pontefice o di privati.

'el 1460 cominciavano le opere intorno le scale di San Pietro; ed ecco
uomini a render piana la piazza resa dal lungo abbandono selvaggia,
e quali a cavare pietre presso il monte Santo Spirito, e quali a spez-
zare marmi al Campidoglio ed al Colosseo e condurli per carrette a
San Pietro ; e, qui, quest ia segarli, quelli a muover la sabbia, la calce
e collocare mattoni, ed altri a posare i marmi lungo le linee segnate,
ed altri a serrare i gradini con le fasce di ferro. Vanno ricordati
de' toscani, Pagno da Settignano e Marco da Fiorenza ; de' lombardi,
Domenico muratore e Pietro 1 marmorario; de'romani, Paolo, che dal 29 novembre 1460
attendeva alle scale, e per queste aveva, nel 1461, lavorato 204 braccia di marmi.2 Ma in
quello stesso anno gli veniva commesso lavoro di gran lunga maggiore, cioè le statue gigan-
tesche degli Apostoli protettori della città, che fino al 1847 rimasero innanzi alle scale della
basilica ed oggi sono nascoste nella sacristia vaticana nel primo andito ai lati di chi entra.
Riguardo a queste statue vi ha discussione. Nella prima parte del suo libro Lcs arts à La
Cour des Papes 3 il Muntz negò che, perchè di fattura troppo massiccia, esse si potessero
attribuire a Paolo Romano : invece lo Tschudi,4 si mostrò di diversa opinione. Qualche anno
più tardi lo Gnoli, nel suo articolo intorno l'opera di Mino da Fiesole,5 fermandosi breve-
mente su Paolo di Mariano, tornando all' opinione del Muntz, tentò di dimostrare come al
Maestro non potessero donarsi quelle opere. Nella Renaissance 6 il Muntz mutò il primo giu-
dizio, pur dimenticando di dircene il perchè; quanto allo Gnoli, abbiamo ragione di credere

1 Vedi Muntz, p. I, pag. 279. Per Domenico vedi questo proposito, colgo l'occasione di ringraziare

nell'Archivio di Stato eli Roma il registro delle Fa- pubblicamente il corani. De Paoli, il cav. Corvisieri

briche 1460-1464, f. 2 v. ; per Pietro il medesimo e gli altri impiegati dell'Archivio di Stato di Roma,

f. 52 v. Un altro — o lo stesso? — Pietro, Pietro che, tutti, mi furono cortesi di notizie e di aiuti.

Gozzuto, è pagato nel 1462 (F. 1460-64, f. 82 v.), e 2 F., f. 55. v.

tale Pietro Gozzuto è rammentato anche nel testa- 3 P. I. pag. 247.

mento di Paolo. Ad avvertenza generale notiamo che 4 H. v.JTsctmm*,lahrbuch der Kòniglichprussischen

i documenti di cui citiamo la fonte diretta, sono ine- Kunstsammlungen, IV, pag. 175.

diti e da noi ritrovati nei registri dell'Archivio di * Archivio storico dell' Arte, anno II, pag. 460.

Stato, talvolta in quei fogli cui il Muntz e il Rertolotti 6 Voi. I, pag. 576.

rimandavano per confronti, talvolta anche in altri. A
 
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