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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 3.1900

DOI issue:
Fasc. 5-8
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Mauceri, Enrico: Andrea Sansovino e i suoi scolari in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.24145#0296

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ANDREA SANSO VI NO E I SUOI SCOI ARI IN ROMA

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diversa dai precedenti, a guisa cioè di un grande trittico, distinto da stipiti scanalati. Da
una parte, su di un'urna completamente liscia, si vede il cardinale Francesco Armellini, che
fu onorato di cariche importanti sotto Giulio II, Leone X, Adriano VI e Clemente VII,
vestito degli abiti cardinalizi, poggiato sul braccio sinistro e con un libro socchiuso ; e dal-
l'altra il di lui padre Benvenuto. In alto, ne' due sepolcri, in una nicchia circolare, è scolpita
la Madonna, ad altorilievo, lunga fin quasi al femore, col Bambino sul fianco sinistro. Nel
mezzo dell'intero mausoleo, in una grande nicchia, sono collocate le statue di Sari Francesco,
dall'aspetto severo, il quale, tenendo un libro sul petto, fa cenno al cielo con la mano destra,
e quella di San Lorenzo, che porta anch'esso un libro levato nella sinistra. In alto è il
Padre Eterno benedicente. Si osserva un contrasto vivissimo nello stile delle due Madonne;
la prima a sinistra è effigiata naturalisticamente, come una semplice popolana sul tipo quat-
trocentistico, col solito cappuccio; laddove la seconda presenta forme classiche, coi capelli
acconciati1 alla greca e col manto affibbiato sull'omero destro. Essa ha un'aria svelta e vigorosa;
il suo corpo è posto a sinistra, obliquamente, mentre la testa è volta a destra in modo
spontaneo e risoluto. Sembra addirittura una Diana.

In questo lavoro, non bello certamente, non solo per la sua forma architettonica, ma
anche per le figure scorrette e tozze, si osservano, adunque, due mani differenti che hanno
seguito due indirizzi opposti, cioè la maniera e la forma del Quattrocento, e quella nuova ispi-
rantesi all'arte classica.

Nella chiesa di Santa Maria dell'Anima noto il monumento del cardinale Guglielmo
Eliche 11 (1534), dalle colonne color verderame e dal timpano spezzato sull'architrave. Sul-
l'urna, adorna del blasone é di due aquile superbe, che guardano in su, è distesa la figura
del defunto, vestita degli abiti cardinalizi e col capo poggiato sul braccio destro. In alto è
un bassorilievo rappresentante il Padre Eterno col mondo, benedicente, in mezzo alle nubi,
dalla barba lunga a riccioli, divisa nel mezzo, eoi capo un po' piegato a destra e dalle vesti
svolazzanti verso sinistra, he pieghe della manica destra son formate a guisa di spirale; il
torace è largo e sproporzionato alla testa. Il viso è pieno d'una grande dignità, e se gli
occhi fossero chiusi, si potrebbe dire simile a quello del defunto.

Un'altra opera, che dimostra lo stesso stile, è il monumento Megalotti (1538), nella
chiesa di Santa Cecilia, privo di decorazioni, come quello già esaminato di Santa Maria in
Trastevere. Nella gran nicchia la statua del defunto è distesa su di un'urna un po' bassa,
di marmo verdognolo, vestita al solito pomposamente, con la testa poggiata sulla mano
destra e con un libro nella sinistra. La faccia, ben modellata, ha un' espressione serena
e dignitosa. In alto, un bassorilievo, rappresentante il Padre Eterno col mondo, bene-
dicente.

Ai lati, sopra due alti piedistalli, sulle cui faccio sono scolpiti gli stemmi gentilizi, sono
poste due statue, rappresentanti la Fede e la Giustizia, d'un lavoro rozzo e bruttissimo. Si
vede lo scalpellino ignorante e prosuntuoso nel tempo stesso, il quale, volendo dare una
forma classica alle sue figure, è riuscito semplicemente grottesco. Esse non solo mancano
di proporzione e di naturalezza, ma sono addirittura ridicole. Fra le tante stranezze basti
notare questo : che lo scultore ha voluto regalare alla Fede un diadema a cartocci, ornato
d'una testa di capro e d'un mascherone. Queste due statue contrastano con la figura del-
l'estinto, la quale indubbiamente ha qualche pregio, e forse, com'io credo, appartengono ad
un'altra mano.

Nel bassorilievo riscontro delle somiglianze con quello del monumento Encken, in
Santa Maria dell'Anima, e perciò penso che unico sia stato il maestro. Il corpo volto a
destra e non di fronte, come si soleva fare nel passato; il capo un po' chino sulla spalla
destra; il mantello svolazzante verso sinistra; la manica destra con pieghe a spirale; la barba
ricciuta e divisa nel mezzo; i capelli ugualmente ravviati, e il braccio benedicente disposto
obliquamente: sono^ questi i caratteri comuni alle due opere, compiute da uno scultore a
noi sconosciuto, ch'io chiamerò il maestro degli svolazzi.

L'Arie. Ili, 33.
 
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