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MISCELLANEA
vidiamo loro l'antico tempio che invitava alla preghiera, nel 1239 (Doc. dell'Op. di S. Jacop, cod. I, c. 206, e
e che non certo il loro tempo ci ricorda, ma quelli cod. 31, c. 11 e 12), nel 1246 (Doc. sudd., cod. I, c. 40;
d'oro del cristianesimo. Non fosse che per questi con- cod. 31, c. 73), e infine nel 1253 (V.Arch. diplomatico
trasti, il quadretto del signor Kòchling ha un certo fiorentino, pergamena prov. da Pistoia, 25 aprile 1253).
valore per la storia dell'arte. Un Jacopo di Meliore, forse figlio del precedente
G. Fog. fu pure operaio di S. Jacopo nel 1273 (Ardi, Com.
Pistoiese, cod. 24, c. 163-169). Altri esempi non man-
Di un dipinto di Meliore toscano nella Galle- cherebbero a chiunque volesse raccoglierli negli archivi
ria di Parma. — Untai Capitani, rettore di Vigheffio, toscani dell'uso comune di Meliore in quella regione;
Veduta della basilica di San Paolo (Collezione Fritz Kòchling)
nel 1840 vendette alla Galleria di Parma un dipinto e ricordiamo anche lo scrittore di nome Meliore che
attribuito a Meliore greco, perchè greco parve l'autore, discorse tra le tante cose di ceroplastica cioè di ceraiuoli
che si segnava in lettere gotiche Melior me pinxit o di falimagini. Dopo ciò sembra naturale di esprimere
A. D. MCCLXXI. Ma, senza dire che quel modo di l'ipotesi che in questa tavola della Galleria parmense
scriver la firma e la data non può esser mai proprio di ci troviamo innanzi ad un pittore toscano, contem-
un pittore greco, notiamo che il nome Meliore è co- poraneo di Cimabue, ad un'opera del dugento giunta
munissimo in Toscana. Nell'Archivio comunale di Pi- quasi integralmente a noi, e che merita di tenere il
stoia, Meliore Jacobi trovasi operaio di S. Jacopo suo posto nella storia della pittura. A. V.
Meliore toscano — R. Galleria di Parma
MISCELLANEA
vidiamo loro l'antico tempio che invitava alla preghiera, nel 1239 (Doc. dell'Op. di S. Jacop, cod. I, c. 206, e
e che non certo il loro tempo ci ricorda, ma quelli cod. 31, c. 11 e 12), nel 1246 (Doc. sudd., cod. I, c. 40;
d'oro del cristianesimo. Non fosse che per questi con- cod. 31, c. 73), e infine nel 1253 (V.Arch. diplomatico
trasti, il quadretto del signor Kòchling ha un certo fiorentino, pergamena prov. da Pistoia, 25 aprile 1253).
valore per la storia dell'arte. Un Jacopo di Meliore, forse figlio del precedente
G. Fog. fu pure operaio di S. Jacopo nel 1273 (Ardi, Com.
Pistoiese, cod. 24, c. 163-169). Altri esempi non man-
Di un dipinto di Meliore toscano nella Galle- cherebbero a chiunque volesse raccoglierli negli archivi
ria di Parma. — Untai Capitani, rettore di Vigheffio, toscani dell'uso comune di Meliore in quella regione;
Veduta della basilica di San Paolo (Collezione Fritz Kòchling)
nel 1840 vendette alla Galleria di Parma un dipinto e ricordiamo anche lo scrittore di nome Meliore che
attribuito a Meliore greco, perchè greco parve l'autore, discorse tra le tante cose di ceroplastica cioè di ceraiuoli
che si segnava in lettere gotiche Melior me pinxit o di falimagini. Dopo ciò sembra naturale di esprimere
A. D. MCCLXXI. Ma, senza dire che quel modo di l'ipotesi che in questa tavola della Galleria parmense
scriver la firma e la data non può esser mai proprio di ci troviamo innanzi ad un pittore toscano, contem-
un pittore greco, notiamo che il nome Meliore è co- poraneo di Cimabue, ad un'opera del dugento giunta
munissimo in Toscana. Nell'Archivio comunale di Pi- quasi integralmente a noi, e che merita di tenere il
stoia, Meliore Jacobi trovasi operaio di S. Jacopo suo posto nella storia della pittura. A. V.
Meliore toscano — R. Galleria di Parma