L'AMBIENTE ARTISTICO URBINATE NELLA SECONDA METÀ DEL '400 29
glia, o che s'aprono ammirando, o clic si posan di vesti chiare come entro uno specchio di acqua
sui petti ad esprimere emozione. Ma la debolezza trasparente; la tunica bianca del Cristo aveva
dell'organismo, la povertà della forma, dovette delicate ombre azzurre; e risplendeva lontano
trovar agli occhi degli Urbinati un compenso nelle la veste di velluto scintillante d'oro dell'amba-
finezze della pittura ad olio, nella lucentezza dei sciatore orientale. E forse ugualmente piacquero,
colori, nella vivacità delle tinte smaglianti. Da nella Corte d'Urbino, la materiale diligente ri-
Fig. 3 — Giusto di Gand : Federico da Montefeltro
e Guidobaldo suo figlio.
Roma, Raccolta Barberini. — (Fot. Anderson).
quel lusso di tinte, dalla virtuosità manifestata nei produzione degli oggetti lucenti, delle mani
riflessi acquei sulle pareti di legno, nella riprodu- grasse e sudate, di carne spessa, senza nervi e
zione diligente di cristallerie e di metalli, fu abba- senz'ossa, e lo smagliante luccichio degli ossei
gliata la corte d'Urbino, che pur aveva davanti a sè colori. Si saranno detto i cortigiani, ammirati,
le opere adamantine di Piero, e che viveva nel più davanti alla Cena: Ma guardate quel vino nella
bel palazzo costrutto dal genio italiano. Sul candore bottiglia di cristallo; è vero, il vino! e quel pane
freddo della tovaglia luccicavano le ampolle di sbocconcellato sulla tavola! e quel bacile di me-
vetro, il. calice di oro e gemme, i drappi aurei; tallo lucente!
entro il bacile di metallo, a terra, filtravano riflessi Davanti al ritratto di Federigo da Montefeltro
glia, o che s'aprono ammirando, o clic si posan di vesti chiare come entro uno specchio di acqua
sui petti ad esprimere emozione. Ma la debolezza trasparente; la tunica bianca del Cristo aveva
dell'organismo, la povertà della forma, dovette delicate ombre azzurre; e risplendeva lontano
trovar agli occhi degli Urbinati un compenso nelle la veste di velluto scintillante d'oro dell'amba-
finezze della pittura ad olio, nella lucentezza dei sciatore orientale. E forse ugualmente piacquero,
colori, nella vivacità delle tinte smaglianti. Da nella Corte d'Urbino, la materiale diligente ri-
Fig. 3 — Giusto di Gand : Federico da Montefeltro
e Guidobaldo suo figlio.
Roma, Raccolta Barberini. — (Fot. Anderson).
quel lusso di tinte, dalla virtuosità manifestata nei produzione degli oggetti lucenti, delle mani
riflessi acquei sulle pareti di legno, nella riprodu- grasse e sudate, di carne spessa, senza nervi e
zione diligente di cristallerie e di metalli, fu abba- senz'ossa, e lo smagliante luccichio degli ossei
gliata la corte d'Urbino, che pur aveva davanti a sè colori. Si saranno detto i cortigiani, ammirati,
le opere adamantine di Piero, e che viveva nel più davanti alla Cena: Ma guardate quel vino nella
bel palazzo costrutto dal genio italiano. Sul candore bottiglia di cristallo; è vero, il vino! e quel pane
freddo della tovaglia luccicavano le ampolle di sbocconcellato sulla tavola! e quel bacile di me-
vetro, il. calice di oro e gemme, i drappi aurei; tallo lucente!
entro il bacile di metallo, a terra, filtravano riflessi Davanti al ritratto di Federigo da Montefeltro