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IDOLFO VENTURI
l'alterno sincrono movimento delle teste, nell'alto zale, di grottesche a colori splendenti. Maria si
della croce, come ai suoi piedi, non per ricerca di affaccia dietro le grate della sua finestra, con le
peruginesche simmetrie ma per necessità d'equi- braccia in croce, con gli occhi timidamente abbas-
librio, e perchè il movimento delle due figure si sati, paurosi di sollevarsi: sul fondo di una pa-
adatti meglio allo schema e quasi metta in evi- rete a mattonelle, tra i festoni delle tende solle-
deriza il tracciato del cerchio ideale. Insomma, vate sul suo capo, s'include il disco con la colomba,
nel quadro di Città di Castello, dove tutte le ine- E l'angelo sporge, dall'altra finestra, la mano
Timoteo della Vite: Vetrata. Urbino, Palazzo Ducale.
sperienze giovanili ancora intralciano a Raffaello benedicente, recandole il messaggio divino. Da
la via, il carattere del suo genio prende forma nel- uno squarcio della muraglia, in alto, un arbusto
l'interpretazione trasformatrice della composizione china con grazia il suo ramo coperto di fronde. I
timoteesca. due rettangoli sottostanti contengono anelloni
Ma l'attrattiva dell'arte di Timoteo della Vite d'alloro con lo stemma montefeltrese, sorretti
più che nei quadri dev'essere cercata nelle vetrate da due cherubini dalle teste rotonde. Brilla intenso
e-nel vasellame, dove la sua grazia naturale si l'azzurro del manto di Maria e il rosso amaranto
apre la via e le tinte trovano maggiore splendore. della sua veste, il verde della tunica dell'angelo
Sulla vetrata (fig. 15), oggi nel palazzo dei duchi di e il giallo oro del risvolto del manto e il giallo delle
Urbino, dovettero posarsi con piacere gli occhi di chiome inanellate a spira; divampa l'arancione
Raffaello, poi che la Fortititdo del Cambio (fig. 16) dorato nei fondi degli stemmi; le tinte smaglianti
conserva il largo ovale, i capelli allentati e semidi- danno al vetro una ricca iridescenza,
sciolti, la grazia giovanile e pudica dell'Annunciata. Preziosi, tra le opere di Timoteo, i piatti del
L'angelo e la Vergine si vedono come entro una Museo Correr, dove la bellezza delle tinte di az-
finestrella aperta, adorna, negli stipiti c sul davan- zurro combinate sull'ossido bianco s'accompagna
IDOLFO VENTURI
l'alterno sincrono movimento delle teste, nell'alto zale, di grottesche a colori splendenti. Maria si
della croce, come ai suoi piedi, non per ricerca di affaccia dietro le grate della sua finestra, con le
peruginesche simmetrie ma per necessità d'equi- braccia in croce, con gli occhi timidamente abbas-
librio, e perchè il movimento delle due figure si sati, paurosi di sollevarsi: sul fondo di una pa-
adatti meglio allo schema e quasi metta in evi- rete a mattonelle, tra i festoni delle tende solle-
deriza il tracciato del cerchio ideale. Insomma, vate sul suo capo, s'include il disco con la colomba,
nel quadro di Città di Castello, dove tutte le ine- E l'angelo sporge, dall'altra finestra, la mano
Timoteo della Vite: Vetrata. Urbino, Palazzo Ducale.
sperienze giovanili ancora intralciano a Raffaello benedicente, recandole il messaggio divino. Da
la via, il carattere del suo genio prende forma nel- uno squarcio della muraglia, in alto, un arbusto
l'interpretazione trasformatrice della composizione china con grazia il suo ramo coperto di fronde. I
timoteesca. due rettangoli sottostanti contengono anelloni
Ma l'attrattiva dell'arte di Timoteo della Vite d'alloro con lo stemma montefeltrese, sorretti
più che nei quadri dev'essere cercata nelle vetrate da due cherubini dalle teste rotonde. Brilla intenso
e-nel vasellame, dove la sua grazia naturale si l'azzurro del manto di Maria e il rosso amaranto
apre la via e le tinte trovano maggiore splendore. della sua veste, il verde della tunica dell'angelo
Sulla vetrata (fig. 15), oggi nel palazzo dei duchi di e il giallo oro del risvolto del manto e il giallo delle
Urbino, dovettero posarsi con piacere gli occhi di chiome inanellate a spira; divampa l'arancione
Raffaello, poi che la Fortititdo del Cambio (fig. 16) dorato nei fondi degli stemmi; le tinte smaglianti
conserva il largo ovale, i capelli allentati e semidi- danno al vetro una ricca iridescenza,
sciolti, la grazia giovanile e pudica dell'Annunciata. Preziosi, tra le opere di Timoteo, i piatti del
L'angelo e la Vergine si vedono come entro una Museo Correr, dove la bellezza delle tinte di az-
finestrella aperta, adorna, negli stipiti c sul davan- zurro combinate sull'ossido bianco s'accompagna