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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 21.1918

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Fasc. 2
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Pittaluga, Mary: Eugène Fromentin e le origini de la moderna critica d'arte, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17338#0093

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EU GÈNE FROMENTIN E LE ORIGINI DE LA MODERNA CRITICA D'ARTE 67

la poésie vivent de fìctions » : — e « finzione » vuol dire soggettivismo — il fatto arti-
stico non può non essere essenzialmente soggettivo — « le don d'inventer puissamment...
est le génie » 1

Dal saldo convincimento che l'arte trovi la propria perfezione soltanto in sé me-
desima, e che, quindi, non possa venir giudicata secondo esteriori norme di simiglianza,
deriva al giudizio del Maestro una conseguenza capitale: l'assurger de l'immaginazione
a dignità di fattore precipuo de l'opera artistica.

« Tirer de son imagination des moyens de rendre la nature et les effets, et les rendre
suivant son tempérament propre »,' raccomandava a se stesso ancor nel 1856. E molti
anni prima: « Je pense que c'est l'imagination seule, ou bicn, ce qui revient au mème,
cette délicatesse d'organes, qui fait voir là où les autres ne voicnt pas, et qui fait voir
d'une facon différente ».4 L'imaginazione è la facoltà-regina, cui sola è dato d'interpretare
e di riprodurre, secondo la visione individuale, ciò che si ha dinanzi. La natura appar-
tiene a l'immaginazione, la quale può sorpassarla, e può da essa uscire. L'immaginazione
crea per l'arte un mondo particolare, con sole particolare e particolari tenebre. Immenso
quindi è il suo regno, illimitati i suoi mezzi espressivi: linee colori forme luci essa com-
bina a suo arbitrio, scegliendo ciò che le piace, rifiutando ciò che le spiace, sintetizzando.

In una pagina singolarmente significativa il Delacroix avvicina la potenza sinteti-
co-idealizzatrice della fantasia a la potenza sintetico-idealizzatrice del ricordo: « Ammiro
il lavorìo inconscio de l'anima, che sopprime, nel sovvenirsi d'un momento lieto, quanto
ne diminuirebbe la letizia. E paragono questa sorte d'idealizzazione a quella de le belle
opere di fantasia. Ogni grande artista concentra la sua intelligenza su un soggetto,
scartando i particolari che gli sembrino inutili. La sua mano potente dispone e fissa —
egli s'aggira nel regno sicuro — v'offre soltanto la vista di quanto gli piace ».s

Con simili pensieri chi si sarebbe ancor preoccupato d'esattezza del disegno, di
simetria compositiva, di chiarezza espressiva e di altri requisiti del genere? Al Delacroix
e ai romantici parve essenziale un complesso d'esigenze opposte: il colore, cioè, e la luce
e il movimento e l'insieme complicato e singolare di linee, di forme, di masse, le quali
facesser d'un quadro, esclusivamente, « une fète pour l'ceil ».

Il Baudelaire, ne L'art romantique,6 riferisce una conversazione, ne la quale pare
che il Delacroix abbia voluto riassumere le proprie teorie artistiche.

Incomincia « La nature n'est qu'un dictionnaire... » — a che serve un dizionario?
a suggerir le parole, le etimologie, gli elementi, con cui comporre la frase — ma nessuno
vorrebbe considerarlo come una composizione nel senso poetico de la parola. Parimenti
i pittori che obbediscono a la fantasia, cercan nel dizionario gli elementi espressivi
del loro pensiero, e, dispostili secondo determinati criteri, danno loro una fisonomia
del tutto propria. Gli altri, invece, si limitano a copiar dal dizionario, e cadono in un
gran vizio, la banalità. Il Delacroix pensa specialmente ai paesisti, così facilmente
banali, poiché non comprendono che il paesaggio affascina, non per se stesso, ma per
i mille tratti particolari, inducenti la fantasia assai più in là di quanto effettivamente
non si veda. E, consapevole del carattere suggestivo de l'opera artistica, la quale,
con l'aiuto de la memoria e de l'associazione, ridesta, nel nostro spirito, quegli elementi
di sensibilità, che l'esperienza vi ha accumulato, il Maestro conclude: « Le spectateur est
ému parce-qu'il voit la nature par souvenir en mème temps qu'il voit votre tableau».7

1 Journal, 1858, voi. Ili, pag. 381. 7 V'ha in ciò la condanna de la concezione clas-

2 Journal, 1859, voi. Ili, pag. 415. sica del paesaggio: e L'artiste choisit dans la na-

3 Journal, voi. III, pag. 120. ture, telle qu'elle se présente à ses yenx, les pro-
+ Journal, 1824, voi. I, pag. 103. ductions les plus parfaites; il s'y attaché exclu-

5 Journal, 1854, voi. II, pag. 343. sivement, il les médite avec attention ». J. De-

6 Pag. 10 e segg. perthes, Théorie du Paysage, pag. 216.
 
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