L'ATMOSFERA ARTISTICA UMBRA ALL'ARRIVO DI RAFFAELLO A PERUGIA 99
sita con cui sono resi la trasparenza del disco di
cristallo e le piccole luci entro la fune ritorta; lo
studio di lumeggiar con riflessi filiformi i con-
torni crudamente intagliati, mostrano come Fio-
renzo non avesse nulla compreso del modellato
peruginesco, ma ben più il tormento delle lustre
firme di Liberale e delle forme spinose di Niccolò
Fig. 11 — Fiorenzo di Lorenzo: San Sebastiano
nella Galleria civica di Perugia. — (Fot. Anderson).
Alunno. Ha guardato il San Sebastiano di Pietro
Perugino a Cerreto, ma per che farne? Sempli-
cemente per dare qualche eleganza di propor-
zioni al nudo. Fiorenzo di Lorenzo, anche avanti
negli anni, anche quando dipinge il Tabernacolo
di Perugia (fig. 12), approssimandosi nei tipi al
Pinturicchio, rimane sempre l'erede della vecchia
scuola umbra. Si ritagliano audacemente sul fondo
le due arcigne figure degli Apostoli Pietro e Paolo,
e le pieghe delle loro vesti sembrati formate nel
marmo translucido; i capelli degli angeli sono
grossi cordoni lumeggiati come le funi che strin-
gono le braccia di Sebastiano; l'alone pesante,
più che gli aloni del Perugino, ricorda quelli del-
l'Alunno formati dalle ali spinose dei grossi se-
rafini. E come a Giovanni Santi, l'influsso perugi-
nesco, influsso che si limita a imitazione di tipi,
di scorci, di gesti artificiosi, è rovinoso al rude
Fiorenzo, che, studiandosi di raggentilire gli an-
tichi tipi ossuti e spianati, giunge a stirar le
forme in modo grottesco nei Santi del polittico
Ffg: 12 — Fiorenzo di Lorenzo, Tabernacolo
nella Galleria civica di Perugia. — (Fot. Anderson).
di Santa Maria. Nuova a Perugia (fig. 13) e nella
Madonna sospesa al suo sgabello di nuvole; e a
dare una goffa espressione dolciastra al perugi-
nesco dondolante Giovanni, il cui volto si torce
e si schiaccia nello scorcio. Quel chierico com-
punto e sospiroso segna la concessione maggiore
fatta dah pittore umbro al Priore di Perugia. La
volontà di far proprie le forme del Maestro ce-
lebrato c'era nell'erede del pietismo alunnesco,
che si mise di tutto impegno a inzuccherar i suoi
Santi segaligni e accigliati; ma la dura scorza
naturale non si ruppe mai, sicché il coetaneo di
Pier della Pieve apparve retrogrado, muovendosi
con impaccio sulla nuova via che tutti i pittori
di Perugia percorrevano con fede divota.
' In questo stato di decadenza Raffaello trovò
la pittura a Perugia; trovò gli strascichi stanchi
sita con cui sono resi la trasparenza del disco di
cristallo e le piccole luci entro la fune ritorta; lo
studio di lumeggiar con riflessi filiformi i con-
torni crudamente intagliati, mostrano come Fio-
renzo non avesse nulla compreso del modellato
peruginesco, ma ben più il tormento delle lustre
firme di Liberale e delle forme spinose di Niccolò
Fig. 11 — Fiorenzo di Lorenzo: San Sebastiano
nella Galleria civica di Perugia. — (Fot. Anderson).
Alunno. Ha guardato il San Sebastiano di Pietro
Perugino a Cerreto, ma per che farne? Sempli-
cemente per dare qualche eleganza di propor-
zioni al nudo. Fiorenzo di Lorenzo, anche avanti
negli anni, anche quando dipinge il Tabernacolo
di Perugia (fig. 12), approssimandosi nei tipi al
Pinturicchio, rimane sempre l'erede della vecchia
scuola umbra. Si ritagliano audacemente sul fondo
le due arcigne figure degli Apostoli Pietro e Paolo,
e le pieghe delle loro vesti sembrati formate nel
marmo translucido; i capelli degli angeli sono
grossi cordoni lumeggiati come le funi che strin-
gono le braccia di Sebastiano; l'alone pesante,
più che gli aloni del Perugino, ricorda quelli del-
l'Alunno formati dalle ali spinose dei grossi se-
rafini. E come a Giovanni Santi, l'influsso perugi-
nesco, influsso che si limita a imitazione di tipi,
di scorci, di gesti artificiosi, è rovinoso al rude
Fiorenzo, che, studiandosi di raggentilire gli an-
tichi tipi ossuti e spianati, giunge a stirar le
forme in modo grottesco nei Santi del polittico
Ffg: 12 — Fiorenzo di Lorenzo, Tabernacolo
nella Galleria civica di Perugia. — (Fot. Anderson).
di Santa Maria. Nuova a Perugia (fig. 13) e nella
Madonna sospesa al suo sgabello di nuvole; e a
dare una goffa espressione dolciastra al perugi-
nesco dondolante Giovanni, il cui volto si torce
e si schiaccia nello scorcio. Quel chierico com-
punto e sospiroso segna la concessione maggiore
fatta dah pittore umbro al Priore di Perugia. La
volontà di far proprie le forme del Maestro ce-
lebrato c'era nell'erede del pietismo alunnesco,
che si mise di tutto impegno a inzuccherar i suoi
Santi segaligni e accigliati; ma la dura scorza
naturale non si ruppe mai, sicché il coetaneo di
Pier della Pieve apparve retrogrado, muovendosi
con impaccio sulla nuova via che tutti i pittori
di Perugia percorrevano con fede divota.
' In questo stato di decadenza Raffaello trovò
la pittura a Perugia; trovò gli strascichi stanchi