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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 21.1918

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Fasc. 2
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Foratti, Aldo: Gli "Ignudi" della volta Sistina
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https://doi.org/10.11588/diglit.17338#0151

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GLI « IGNUDI « DELLA VOLTA SISTINA

si trovano parecchi di essi; ma chi ne discerne
l'azione esplicita, volontaria, non dubita della spon-
taneità di quei gesti, che non costituiscono nè una
pena nè uno sforzo, ma che si annodano o si sno-
dano, audaci nello spazio, con gli accordi e gli
stacchi di un inno polimetro.

Nel nudo ultimamente nominato, il braccio
destro si ripiega alla schiena (ricorda a caso la
mossa dello Schiavo legato nel Louvre), il corpo
si protende, e la gamba destra, stirata sotto la
coscia, è ferma al sedile con la pnnta del piede,
mentre l'altra preme nel cavo del nastro, con la
titubanza propria dell'acrobata che cerca l'equi-
librio sopra una superficie stretta e mobile. La
testa arruffata ha il bollore sensuale, che pare
represso da un comando o da un barbaglio; l'oc-
chio attonito, le labbra grosse e semiaperte, il
tocco fermo e l'aspra modellatura delle forme unifi-
cano l'aspetto fisico e psichico di questo contrasto
vivente, ove ogni articolazione agisce per rompere
la bilateralià del movimento normale; il gomito
sinistro traccia un contorno inedito, e la mano che
s'aggrappa al nastro (o al panno), fra la nuca e
le spalle, è una violenza estetica.

* * *

Gli ultimi quattro nudi — veri e propri colossi
della specie — si esimono da ogni vincolo, anche
larvato di appaiamento. Per rendere una figura
nell'atto più complesso della fatica, era necessaria
l'animazione scientifica di un grande; il nudo a
destra, sopra Geremia, nè è una prova singolaris-
sima (fig. 24). L'attitudine del portatore di pesi
si scompone nella gamba sinistra, che striscia
sul sedile e schiaccia le dita della mano, dimi-
nuendo la pressione efficace della coscia; il piede de-
stre) s'infila nel nastro, mentre un braccio lanciato
indietro cerca di prendere il saccone di foglie e
bacche. Il compagno a sinistra riposa e spiega
l'energia delle belle membra; i capelli ritornano
allacciati dalla benda, che non è certo un indizio
di giubilo o di vittoria per questo tipo, dallo spi-
rito chiuso e attento, che rievoca l'Adamo della
Creazione,1 da cui deriva per i tratti del viso e
per lo stanco gesto della destra. Il piede destro, che
s'insinua sotto il ginocchio opposto, era noto alla
plastica greca,2 e Michelangelo lo ripete nel Cre-
puscolo delle tombe medicee. L'uomo perfetto

Thode, op. cit., I, pag. 419-20. Il Thode aveva già riassunto
le ipotesi precedenti, aggiungendovi alcune osservazioni pro-
prie in Michelangelo und das F.nde der Renaissance, III. B,
I Abt., I, pagg. 387-94.

1 Stringer, op. cit., pagg. 190-91.

2 S. Reinach, Rèperloire tic tu statuaire grecque et romaiiìe,
II, P. I., Paiis, 1908, pagg. 1682 e 1692.

non 6 nè Apollo, nè Adone, con l'enfasi graziosa
della femminilità sulle labbra, e nello sguardo dolce,
ma il campione della stirpe, il tipo non smasco-
linizzato con fronte spaziosa, naso regolare e
mento forte; egli possiede la grandezza morale, e

Fig. 24 —- Michelangelo: Ignudi sopra Geremia.

sa spenderla nella resistenza fisica. I più sospet-
tano invano che gVignudi debbano la propria
origine alla rielaborazione anatomica e tormentosa
di un soggetto identificabile nel vero. L'appunto
di monotonia ricade sul sentimento dell'artista che
trasforma la realtà con l'impeto della visione, e
che non incontra ostacoli al volere mobile ed in-
temperante; le passionali immagini sonò trascritte
con la foga elegiaca della fede e del patriottismo,
e però non fu agevole ragionarle reciprocamente e
coordinarle; ogni nudo è un getto indipendente.

Fu "affermato1 che il giovane a destra della
Sibilla Libica (fig. 25) richiama un medaglione

Fig. 25 — Michelangelo: Ignudi sopra^la Sibilla Libica.

della scuola di Donatello, nel cortile del Palazzo
Riccardi; il movimento è, infatti, analogo, ma
il rapporto figurativo non ha l'importanza che
si volle attribuirgli. La posizione della gamba
destra (probabile reminiscenza classica) 2 ricorda
il nudo a sinistra di Daniele — che non ha che ve-

1 Steinmann, op. cit., II, pag. 257.

2 Rkinach, op. cit., pag. 3/o5.
 
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