EUGÈNE FROMENTIN E LE ORIGINI DE LA MODERNA CRITICA D'ARTE xyi
l'effetto de 1' « exquise sensibilité d'un oeil admirablement sain, d'une main merveilleu-
sement soumise... d'une àme vraiment ouverte à toute chose, heureuse, confiante et
grande... »,' s'egli comprende come l'unico segreto del Fiammingo « s'appelle l'inspiration,
la grace, óu le don... »,2 s'egli può scrivere: « voilà ce qu'il faut bien entendre en premier
lieu, quand on parie de Rubens. Tout homme du métier ou étranger au métier, qui ne
comprende pas la valeur du don dans une oeuvre d'art, à tous les degrés de l'illumination,
de l'inspiration, de la fantaisie, est peu propre à goùter la subtile essence des choses,
et je lui conseillerai de ne jamais toucher à Rubes ni mème à beaucoup d'autres... ».3
Non dilettante, non pittore, quindi, il Fromentin dei Mattres: ma essenzialmente
critico, interprete commosso de l'opera d'arte, svelatore reverente del mistero che l'ha
generata.
Come tale, egli non potrebbe non aver messo a profitto tutti i mezzi di cui disponeva,
provenisser essi, o da sensibilità irriflessa, o da critica capacità d'intender l'opera d'arte,
o da conoscenze di carattere pratico. Così sono i Mattres: or con apparenza d'estrema
semplicità, or più complessi: semplici, se l'impressione s'esplichi pura, tutt'uno con quel
primo momento spirituale, che fu detto « l'apprendimento e gusto immediato dell'opera »
(Croce); complessi, se al giudizio si giunga mediante processo intellettivo, causa d'analisi
sottili, esplicite o no, cui concorrono tutte le attività di chi giudica. Distinguer gli
effetti di un'attività da quelli di un'altra è strano e sterile proposito: in certo modo affine
al sempre vital pregiudizio, che fa cara la critica degli artisti, perchè artisti.
E la parentesi è chiusa.
Lo spirito dei liberi criteri fromentiniani culmina, per il Rubens, ne l'analisi e la
Deposizione 4 e de la Crocifissione s d'Anversa, la quale si conclude con un giudizio op-
posto a tutta la critica anteriore. Da la disamina dei peculiari caratteri de le due opere,
risulta di per sè, più che il Nostro non ponga, l'intima antitesi fra l'una e l'altra. La
Deposizione testimonia la « sagesse » del Maestro, la Crocifissione « sa verve et ses ar-
deurs ». Ne la prima, densa d'influssi « romanistes », il Rubens « se sòuvient, s'observe, se
modère, possède toutes ses forces, les subordonne et ne s'en sert qu'à demi »6-— la seconda
« en dit beaucoup plus sur l'initiative... sur ses élans, ses audaces, ses bonheurs, en
un mot sur la fermentation. de cet esprit rempli de ferveur pour les nouveautés... ».7 La
composizione de la prima è convenzionalmente italiana, con « la grande lumière centrale
plaquée sur des fonds obscures, ses taches grandioses, ses compartiments distincts et
massifs »,8 La composizione de la seconda « est une arabesque fort audacieuse... qui a
conservò... le caractère istantané d'un croquis, taché de sentiment en quelques secondes »,9
tale da indurre i più scettici a creder nel potere di una linea felice, nel valore drammatico
d'un arabesco...10
Come sia giunto l'autore dei Mattres a un simile giudizio, non è difficile arguirlo.
Privo di limiti classicisti, egli non sa apprezzar il romanisme, cui la Deposizione dovè
la fama; privo di limiti realistici, è indotto a lodare invece quelle singolarità de la
Crocifissione, che gli sembrano libero effetto d'un pensiero, rivelantesi più che mai integro
e personale, (nonostante le lezioni antiche e ie recenti, gl'influssi locali e gli stranieri).
In tal giudizio, quindi, l'essenza d'ogni giudizio fromentiniano su la pittura: la pittura,
immediata spiritualità, « témoignage... de l'état moral du peintre, au moment où il te-
nait la brosse »." . ' .
I
Mattres,
pag.
69.
7
Mattres,
pag.
81.
2
Mattres,
pag.
55- -
8
Mattres,
pag.
75-
3
M aitres,
pag.
56.
9
Mattres,
pag.
82-83
4
Mattres,
pag.
74.
IO
Mattres,
pag.
87.
5
Mattres,
pag.
Si.
II
M aitres,
pag.
"5-
6
Maitres,
pag.
79-
l'effetto de 1' « exquise sensibilité d'un oeil admirablement sain, d'une main merveilleu-
sement soumise... d'une àme vraiment ouverte à toute chose, heureuse, confiante et
grande... »,' s'egli comprende come l'unico segreto del Fiammingo « s'appelle l'inspiration,
la grace, óu le don... »,2 s'egli può scrivere: « voilà ce qu'il faut bien entendre en premier
lieu, quand on parie de Rubens. Tout homme du métier ou étranger au métier, qui ne
comprende pas la valeur du don dans une oeuvre d'art, à tous les degrés de l'illumination,
de l'inspiration, de la fantaisie, est peu propre à goùter la subtile essence des choses,
et je lui conseillerai de ne jamais toucher à Rubes ni mème à beaucoup d'autres... ».3
Non dilettante, non pittore, quindi, il Fromentin dei Mattres: ma essenzialmente
critico, interprete commosso de l'opera d'arte, svelatore reverente del mistero che l'ha
generata.
Come tale, egli non potrebbe non aver messo a profitto tutti i mezzi di cui disponeva,
provenisser essi, o da sensibilità irriflessa, o da critica capacità d'intender l'opera d'arte,
o da conoscenze di carattere pratico. Così sono i Mattres: or con apparenza d'estrema
semplicità, or più complessi: semplici, se l'impressione s'esplichi pura, tutt'uno con quel
primo momento spirituale, che fu detto « l'apprendimento e gusto immediato dell'opera »
(Croce); complessi, se al giudizio si giunga mediante processo intellettivo, causa d'analisi
sottili, esplicite o no, cui concorrono tutte le attività di chi giudica. Distinguer gli
effetti di un'attività da quelli di un'altra è strano e sterile proposito: in certo modo affine
al sempre vital pregiudizio, che fa cara la critica degli artisti, perchè artisti.
E la parentesi è chiusa.
Lo spirito dei liberi criteri fromentiniani culmina, per il Rubens, ne l'analisi e la
Deposizione 4 e de la Crocifissione s d'Anversa, la quale si conclude con un giudizio op-
posto a tutta la critica anteriore. Da la disamina dei peculiari caratteri de le due opere,
risulta di per sè, più che il Nostro non ponga, l'intima antitesi fra l'una e l'altra. La
Deposizione testimonia la « sagesse » del Maestro, la Crocifissione « sa verve et ses ar-
deurs ». Ne la prima, densa d'influssi « romanistes », il Rubens « se sòuvient, s'observe, se
modère, possède toutes ses forces, les subordonne et ne s'en sert qu'à demi »6-— la seconda
« en dit beaucoup plus sur l'initiative... sur ses élans, ses audaces, ses bonheurs, en
un mot sur la fermentation. de cet esprit rempli de ferveur pour les nouveautés... ».7 La
composizione de la prima è convenzionalmente italiana, con « la grande lumière centrale
plaquée sur des fonds obscures, ses taches grandioses, ses compartiments distincts et
massifs »,8 La composizione de la seconda « est une arabesque fort audacieuse... qui a
conservò... le caractère istantané d'un croquis, taché de sentiment en quelques secondes »,9
tale da indurre i più scettici a creder nel potere di una linea felice, nel valore drammatico
d'un arabesco...10
Come sia giunto l'autore dei Mattres a un simile giudizio, non è difficile arguirlo.
Privo di limiti classicisti, egli non sa apprezzar il romanisme, cui la Deposizione dovè
la fama; privo di limiti realistici, è indotto a lodare invece quelle singolarità de la
Crocifissione, che gli sembrano libero effetto d'un pensiero, rivelantesi più che mai integro
e personale, (nonostante le lezioni antiche e ie recenti, gl'influssi locali e gli stranieri).
In tal giudizio, quindi, l'essenza d'ogni giudizio fromentiniano su la pittura: la pittura,
immediata spiritualità, « témoignage... de l'état moral du peintre, au moment où il te-
nait la brosse »." . ' .
I
Mattres,
pag.
69.
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Mattres,
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81.
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Mattres,
pag.
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Mattres,
pag.
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M aitres,
pag.
56.
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Mattres,
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Mattres,
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Mattres,
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Mattres,
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M aitres,
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Maitres,
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