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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 21.1918

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Fasc. 3
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Pittaluga, Mary: Eugène Fromentin e le origini de la moderna critica d'arte, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17338#0210

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184

MARY PTTTALUGA

Il « chiaroscuro ».'

Il «chiaroscuro» è mezzo d'espression d'idee nel Rembrandt : la forma misteriosa
per eccellenza, la più avviluppata, la più elittica, la più ricca di sottintesi e di promesse:
« elle participe du sentiment, de l'émotion, de l'incertain, de l'indenni, et de l'infini, du
rève et de l'idéal ».2

Il critico definisce con maggior precisione: « Le clair-obscur est l'art de rendre l'at-
mosphère visible et de peindre un objet enveloppé d'air. Son but est de créer tous
les accidents pittoresques de l'ombre, de la demiteinte et de la lumière, du relief et des
distances, et de donner par conséquent plus de variété, d'unité d'effet, de caprice et
de vérité relative, soit aux formes, soit aux couleurs ». Dopo breve divagazione su le
vicende storiche de l'elemento, egli conclude che l'arte del Rembrandt è espression
assoluta di chiaroscuro, di cui ha, in certo modo stabilito il codice. Il Fromentin,
come sempre, mostra d'ignorare il Caravaggio — non crede tuttavia che l'Olandese
sia stato il primo a ricercar quell'effetto, il quale, anzi, dice essere stato, per i Veneti
e per gli altri maestri dei Paesi Bassi, lingua comune: ma, mentre quelli se ne servirono
come di mezzo, onde conseguir omogeneità a le opere loro, il Rembrandt (in ciò sarebbe
l'alta eccezione), se lo propose come fine supremo d'arte: il pittore che pensò, vide e
agì, come nessuno mai aveva pensato, veduto e agito, in ciò avrebbe trovato il segreto
de la sua assoluta singolarità.

Noi ci chiediamo: che cos'è infine il « chiaroscuro »?

« Chiaroscuro » è il fenomeno di cui, s'è detto, parlando del Ruysdael: è luminismo,
quello speciale aspetto, cioè, de la pittura tonale, per lui la luce vale, non in quanto agisce
sui colori, ma su l'ambiente — per cui la luce è fine a se stessa. « Tout envelopper, tout
immerger dans un bain d'ombre, y plonger la lumière elle-mème, sauf à l'en extraire
après pour la faire paraitre plus lontaine, plus rayonnante, faire tourner les ondes ob-
scures autour des centres éclairés, les nuancer, les creuser, les epaissir, rendre néanmoins
l'obscurité transparente, la demi-obscurité facile à percer, donner enfin mème aux couleurs
les plus fortes une sorte de perméabilité qui les empèche d'étre le noir— telle est la con-
dition première, telles sont aussi les diffìcultés de cet art très spécial ».3

Quando il Fromentin aveva detto come il Rembrandt non apparisse, ne la Ronda,
colorista, poiché s'era servito d'une lumière abstraite, anziché d'una luce che fosse le re-
sultai des couleurs diversement éclairées, aveva già espresso, nitidamente, la distinzione,
in apparenza sottile, fra pittore tonale vero e proprio, e pittore luminista.

Ma egli giunse a la precisa identità di chiaroscuro con luminismo (precisa anche ne
l'espressione verbale), quando, dopo avere spiegato come l'Olandese fosse assolutamente
maestro di chiaroscuro, ed aver tuttavia suggerito di non cercar affinità fra la sua e le
tavolozze fiamminghe, venete, spagnole, che pur quell'effetto ricercarono, conclude:
« Si... désespérant de le classer, faute de noms dans le vocaboulaire, on l'appelle lumi-
nariste, demandez-vous ce que signifie ce mot barbare:... un luminariste serait, si je ne
me trompe, un homme qui concevrait la lumière, en dehors des lois suivies, y attacherait
un sens extraordinaire, et lui ferait de grands sacrifices ».+

La definizione è singolare: ma s'adatta a l'oggetto storico di cui è questione.

Dal Sandrart in poi s'era tanto discusso sul caso-Rembrandt, e s'era giunti ai più di-
sparati giudizi conclusivi (se qualche cosa di conclusivo v'era in quegli arbitrari pensieri);
il Fromentin non tralascia il problema: lo imposta diversamente — non vuol sapere se
l'Olandese sia stato, o no, colorista: vuol sapere perchè, essendo colorista, abbia così trat-
tato il colore. E riesce a saperlo — siamo, si ricordi, nel 1875.

1 Maìtres, pag. 327.

2 Maìtres, pag. 328.

3 Matlres, pag. 331.

4 Matlres, pag. 335.
 
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