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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 21.1918

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Fasc. 4
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Salmi, Mario: Un rilievo frammentario del sec. IV nel Museo di Barletta
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https://doi.org/10.11588/diglit.17338#0269

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UN RILIEVO FRAMMENTARIO DEL SECOLO IV

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Ad onta delle scritte in greco che identificano i vari personaggi, certi particolari
di tecnica e di espressione ci ricordano l'arte romana. La superficie del fondo s'in-
curva al suo estremo superiore come nei bassorilievi romani monumentali raggiungendo
il maggiore aggetto delle figure. La sporgenza di queste sul fondo che conferisce loro
forte valore plastico, l'uso del trapano con profondi addentramenti sparsi nelle vesti,
quasi larghi occhielli, il tratteggio dei capelli serpentiformi in Marco e Bartolomeo, con-
ducono a comparazioni con la scultura romana. Al realismo romano accennano f tratti
vigorosi di Pietro; romana è la composizione con figure disposte in due file e occupanti

Fig. 4 — Particolare della scultura precedente. Fig. 5 — Altro particolare della scultura.

tutto il fondo come negli archi di trionfo; il contenuto stesso della scena — che (già lo
notammo) ha riscontri iconografici coi sarcofagi cristiani dell'Occidente — corrisponde
al carattere simbolico dell'arte romana figurando il miracolo allusivo alla forza divina.
D'altra parte vi manca quell'affollarsi di scene diverse, disposte in unità narrativa nella
fronte dei sarcofagi, ma vi è chiaramente espressa una sola scena isolata come nelle
pitture e nelle miniature bizantine. Le immagini disposte rigidamente hanno assunto
tutte una certa solennità ieratica; il Cristo non si presenta più in posizione obliqua,
ma grandeggia di prospetto nelle sue proporzioni sovrumane a confronto di quelle della
minor figura dell'emorroissa; ed è già divinizzato portando egli dietro la testa una croce
che prelude al nimbo, consueto nei sarcofagi ravennati, del secolo v. Venendo poi a qualche
particolare come la disposizione dei capelli a ricci simmetrici (Pietro) o a masse compatte
che assomigliano ad elmetti (Giovanni), il profondo incavo delle pupille, una certa ricerca
d'eleganza nei panneggi, accennano a tecnica diversa da quella dell'arte romana e ad uno
spirito profondamente mutato. Ci troviamo, mi sembra, di fronte ad un'opera di scalpello
orientale del sec. iv, (che pure conserva dell'arte di Roma le tradizioni e alcuni carat-
teri stilistici), appartenente a qualche paese dell'Oriente mediterraneo.

In Egitto si svolge una scultura in legno ed in avorio che segue quello stile pit-
toresco derivato dall'ellenismo alessandrino o si trova una scultura monumentale di ten-
 
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